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Pubbl. Mer, 28 Apr 2021

Alle Sezioni Unite il rapporto tra l´omicidio aggravato commesso dallo stalker nei confronti della stessa persona offesa e il delitto di atti persecutori

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Editoriale a cura di Ilaria Taccola



Va rimessa alle Sezioni Unite la questione se, in caso di concorso tra i fatti-reato di atti persecutori e di omicidio aggravato ai sensi dell’art. 576, comma primo, n. 5.1, c.p., sussista un concorso di reati, ai sensi dell’art. 81 c.p., o un reato complesso, ai sensi dell’art. 84, comma 1, c.p., che assorba integralmente il disvalore della fattispecie di cui all’art. 612-bis c.p. ove realizzato al culmine delle condotte persecutorie precedentemente poste in essere dall’agente ai danni della medesima persona offesa. Cass. pen., Sez. V, 20 aprile 202 1, n.14916.


Segnaliamo ai lettori che è stata rimessa alle Sezioni Unite la questione del rapporto tra l’omicidio aggravato commesso dallo stalker nei confronti della stessa persona offesa e il delitto di atti persecutori.

Invero, è di recente approfondimento[1] il contrasto in giurisprudenza sul rapporto tra l’omicidio aggravato commesso dall’autore di stalking ex art. 576, n. 5.1 c.p. nei confronti della stessa persona offesa e il delitto di atti persecutori ex art. 612 bis c.p.

Più precisamente, secondo un orientamento della Corte di cassazione[2] ‹‹L’omicidio aggravato ai sensi dell’art. 576, comma primo, n. 5.1 non assorbe, per difetto di una relazione di specialità tra le fattispecie, il delitto di atti persecutori di cui all’art. 612 bis cod. pen.››, mentre al contrario in un recente precedente[3] si è affermato che ‹‹tra gli art. 576, comma 1, n. 5.1, e 612 bis cod. pen. sussiste un concorso apparente di norme ai sensi dell’art. 84, comma 1, cod. pen., e, pertanto, il delitto di atti persecutori non trova autonoma applicazione nei casi in cui l’omicidio della vittima avvenga al culmine di una serie di condotte persecutorie precedentemente poste in essere dall’agente nei confronti della medesima persona offesa››.

Alla luce del contrasto brevemente riportato, ossia se l’omicidio aggravato ex art. 576, comma primo, n. 5.1 costituisca un’ipotesi di reato complesso, espressione quindi del concorso apparente di norme, è stata rimessa alle Sezioni Unite la seguente questione:

‹‹Va rimessa alle Sezioni Unite la questione se, in caso di concorso tra I fatti-reato di atti persecutori e di omicidio aggravato ai sensi dell’art. 576, comma primo, n. 5,1, cod. pen., sussista un concorso di reati, ai sensi dell’art. 81 c.p., o un reato complesso, ai sensi dell’art. 84, comma 1, cod. pen., che assorba integralmente il disvalore della fattispecie di cui all’art. 612-bis cod. pen. ove realizzato al culmine delle condotte persecutorie precedentemente poste in essere dall’agente ai danni della medesima persona offesa››.


Note e riferimenti bibliografici

[1] J. PALERMO, Il rapporto tra l’omicidio aggravato commesso dallo stalker nei confronti della stessa persona offesa e il delitto di atti persecutori, in Cammino Diritto 3/2021.

[2] Cass. pen., Sez. I, 14 maggio 2019 n. 20786, Pres. Casa, Rel. Santalucia, ric. P.G. C. App. Roma.

[3] Cass. Pen., Sez. III, Sent., 06 novembre 2020, n. 30931; Pres. Ramacci, Rel. Cons. Corbetta.