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Pubbl. Mer, 30 Set 2020

Quando un pettine fa più danni di una pistola: l´Appello Bis

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Angela Cuofano



La Corte d´Assise d´Appello, nella giornata di oggi, si è pronunciata riguardo al caso Vannini, ponendo fine ad uno dei casi giudiziari più discussi degli ultimi anni


Come avevamo anticipato seguendo la vicenda[1], con una velocità sorprendente per i tempi della giustizia, la Corte d'Assise d'Appello  di Roma si è definitivamente pronunciata sul caso Vannini, uno dei più coinvolgenti della cronaca italiana degli ultimi anni.

Nel mese di febbraio 2020, la Corte di Cassazione aveva stabilito la necessità di far ripartire il processo d'Appello. Le motivazioni della sentenza della prima Corte d'Assise d'Appello erano state, infatti, dichiarate illegittime.

Oggi, i giudici hanno condannato Antonio Ciontoli a 14 anni di reclusione per omicidio volontario commesso con dolo eventuale, mentre i familiari sono stati ritenuti colpevoli di concorso anomalo in omicidio volontario, condannati a 9 anni e 4 mesi di reclusione.

Da una prima analisi sembra che sia tornata di centrale importanza la cd. "Formula di Frank", ma sarà la motivazione a fugare definitivamente ogni dubbio.


Note e riferimenti bibliografici

[1] Vedi Le motivazioni della Cassazione sul caso Vannini, La Redazione in Cammino Diritto 3/2020; CUOFANO A., “Quando un pettine fa più danni di una pistola” in Cammino Diritto 2/2020