Il delitto di stalking nell´era della neuro-scienza
Modifica paginaAnalisi sociocriminologica e neurocriminologica del fenomeno dello stalking.
Sommario: 1. Lo stalking senza tempo; 2. L’emozione può essere un fattore determinate dello stalking?; 2.1. È possibile differenziare i colori della gelosia attraverso la lente della neuroscienza?; 2.2. Comunanza o differenza di comportamenti dello stalker tra genere?; 2.3. Alcuni dati statistici; 2.4. Le fonti di induzione dello stalking; 3. Conclusioni: prospettive di riforma.
1. Lo stalking senza tempo
Uno dei metodi empirici messi a disposizione del criminologo forense per studiare un fenomeno socio-criminologico è la ricerca storica.
Le pagine della storia dell'umanità ci insegnano che dall’inizio l'uomo, principalmente, ha sempre cacciato, per ragioni di dominio e di sopravvivenza.
Biologicamente l'uomo "potrebbe" essere nato per cacciare e la donna per gestire il focolare domestico.
La genetica quindi avrebbe creato un'asimmetria, uno squilibrio sociale che, fortunatamente, nel corso dei secoli si sta riequilibrando (?).
Un equilibrio combattuto da parte della donna che, tappa dopo tappa, ha conquistato la posizione sociale che le spetta al pari e, forse per certi versi, “superiore” all’uomo. È nota la differenza di cervello e lo sviluppo di alcuni siti dello stesso in tempi diversi tra i due generi.[2]
È indubbio, infatti, che la localizzazione della specializzazione emisferica e più connessioni sinaptiche del gentil sesso permette alla donna di essere multitasking e intuitive, la c.d. intelligenza sociale,[3] fattori decisivi per la vita sociale e non come un individuo atavico, per riprendere per un momento la concezione forgiata da Lombroso nell’opera “La donna delinquente, la prostituta e la donna normale”.
Può essere che il valore aggiunto che caratterizza la donna ha indotto, inconsciamente, l’uomo a perseguitarla, a dominarla per paura di perdere il “territorio” che questo da tempo ha cercato di conquistare.
L’antichità e la filosofia, invero, ci insegnano che la condotta ossessiva persecutoria non è figlia del nostro tempo, ma della storia. Livio[4] ci racconta ad esempio l’episodio di Virginia, corteggiata da Appio Claudio che aveva utilizzato vari stratagemmi per assicurarsi la proprietà della giovane Virginia la cui vita e libertà venne spezzata, come unica via per sfuggire alla pretesa possessoria di Appio.
La storia di Virginia non è così lontana poi dai racconti dei giorni nostri, caratterizzata da vicende di persecuzione con i modi più disparati e per motivi sempre di dominio, di sopraffazione e possessorie legati questi dalle emozioni più recondite dell’essere umano, come potrebbe essere la gelosia morbosa.
Ci si chiede, quindi, se la paura della perdita del possesso di una persona può essere una spiegazione scientifica valida nell’eziogenesi del fenomeno stalking.
2. L’emozione può essere un fattore determinate dello stalking?
Se si parte dall’assunto di fondo secondo cui l’individuo è filogeneticamente un “nervo emozionale”, ovvero è un organismo che si nutre anche di emozioni, quali pattern adattivi, complessi e multiformi sulla base della variazione ambientale e genetica[5], è facile rilevare che la condotta dell’uomo è dettata proprio da questo principio basilare.
Un assunto questo che è scolpito anche nelle Sacre Scritture, nelle sue varie versioni,[6] dall’Esodo al primo comandamento “Non avrai altro Dio fuori di me” che, leggendo dietro le righe, postula un chiaro segno di emozione, il possesso verso l’umanità.
Una emozione può nascere e variare, si è detto, sulla base di due principali variabili interconnesse, la genetica e l’ambiente.
La genetica, come prius, e l’ambiente, come postèrus che, alle volte, può manipolare le emozioni provate al tal punto da rendere deficitario il sistema di regolazione delle stesse.
Può succedere, infatti, che la paura della perdita dell’“oggetto” al quale si è legati, come si è visto nell’esempio biblico, può indurre la persona ad una reazione eccessiva.
Tra le varie emozioni che l’essere umano può provare nel corso della vita, per molteplici cause, la gelosia non genuina rappresenta proprio quella paura di perdita dell’oggetto, che è idonea a frantumare qualsiasi rapporto con la realtà sociale.
Gli esperti ci indirizzano verso una spiegazione non assoluta della gelosia, come un’emozione sociale ed eterogenea[7] che si rivela in una possibile gradazione di “colori” diversi tra loro, dallo stato regolare a quello irragionevole e che può assolvere un ruolo determinante nell’eziologia dello stalking.
Gli studiosi hanno classificato, difatti, quattro sottogruppi di colori di gelosie regolari, da quella ansiosa, depressiva, ossessiva e, in ultimo, quella paranoica, attraverso l’erogazione del test QUEGE che valuta le sensazioni e le condotte connesse alla gelosia.
2.1. È possibile differenziare i colori della gelosia attraverso la lente della neuroscienza?
La letteratura sul tema rileva che empiricamente risulta difficile differenziare sempre le gradazioni di gelosia, distinguendola in normale e patologica.
Il desiderio di preservare il possesso “personale” può essere causato difatti da fattori intrinseci di carattere neurologico, come disordini neurodegenerativi, ictus, sclerosi multipla[8], disturbi psicotici dell’umore, la schizofrenia paranoide che possono distorcere i sensi, la realtà, possono causare un incremento delle fantasie erotiche[9], di illusione ottiche, nonché da fattori estrinseci, quali la dipendenza da sostanze psicotrope non leggere[10] e dall’alcol.
La determinazione eziologica di queste due condizioni è rilevante solo quando la gelosia acuta è sorretta da questi pilastri, altrimenti non giustificherebbe l’inserimento della stessa nel DSM-IV-TR, anche se non v’è univocità di pensiero in letteratura sul punto[11].
Questi due fattori producono inevitabilmente l’isolamento sociale della persona offesa che, vedremo nel proseguo, non è detto che sia identificata necessariamente nel genere femminile, anche se quest’ultimo, si è evidenziato[12], dimostra livelli maggiori di ossessione paranoide rispetto all’uomo e più bassi di autostima, benché ricerche hanno provato che, partendo proprio dal presupposto che alcuni dei fattori causativi della gelosia acuta sono i disturbi psicotici e questi ultimi sono risultati prevalenti negli uomini[13], è sempre necessario analizzare i dati con varie lenti di ingrandimento.
Le cause suesposte possono generare nel reo[14] la dissociazione della cognizione della realtà psicosociale, come si è detto, determinando una necessità pressante di conoscenza, di falsificazione o esaltazione della realtà del partner, come ad esempio dedurre l’infedeltà di questo da situazioni insensate, tali da scatenare condotte delinquenziali aggressive[15] e rilevanti.
Il deficit della regolazione di un’emozione può causare, pertanto, condotte riprovevoli sotto il profilo sociale, morale e penale.
C’è sempre un confine superato il quale è giusto intervenire, soprattutto se sullo sfondo ci sono beni giuridici fondamentali che possono essere lesi o messi in pericolo anche da condotte ossessive compulsive, come può essere un amore e/o una gelosia eccessiva che induce la vittima a dimenticare la vita personale[16], anche se, alle volte, è necessario intervenire preventivamente con strumenti efficaci.
La neuroscienza è sicuramente uno strumento utile per indagare quali possono essere le cause e i siti dei cervelli chiamati in causa.
Come si è detto anche in altra sede, i lobi frontali, soprattutto quello destro, svolgono un ruolo principale nell’insorgenza della gelosia acuta o ancora più un deficit nel lobo parietale destro[17], nonché ad una disfunzione ormonale, ovvero un eccesso di dopamina che è stato riscontrato negli autori del reato di stalking.[18]
I neuroscienziati hanno constatato infatti che in questi soggetti ad essere deficitario è proprio il c.d. sistema di ricompensa collegato alle attività del sistema limbico e dell’amigdala.
Ne consegue, un consecutivo standby dell’attività gestita dai processi cognitivi che rappresenterebbero l’anticamera del superamento del confine cui si è suddetto, ovvero l’ossessione, i dubbi, l’attivazione del meccanismo di impulsività eterodiretta nei confronti del partner e di soggetti che orbitano intorno alla persona offesa principale, come vedremo.
Svelando piano piano il velo di maya ci accorgiamo quindi che potrebbe esserci un legame tra la gelosia “acuta” e le condotte di stalking che, secondo le evidenze scientifiche, può essere connesso ad un deficit dei processi primari di attaccamento, di separazione e di attrazione[19] che, come una catena di sant’Antonio, si propaga anche alle persone offese del reato in questione, come ha rilevato uno studio recente su alcune madri danesi con figli vittime di stalking.[20]
In letteratura si rileva che il c.d. amore romantico non è altro che una forma di dipendenza naturale evolutiva che non postula necessariamente un aspetto positivo, sicché la rete neuronale che si attiva è molto simile “…to many substance and non-substance addictive statesneuronale… including heartbreak-an almost universal human experience that can trigger stalking, clinical depression, suicide, homicide, and other crimes of passion”[21].
Un interessante studio ha perfino segnalato alcune probabili cause predittive del delitto in esame.
La ricerca in questione ha dimostrato che “Results indicated that childhood sexual maltreatment predicted both forms of stalking for men and women…”; quindi i maltrattamenti sessuali infantili possono rappresentare una causa predittiva di stalking senza distinzione di genere[22].
Gli studiosi precisano che è importante creare un modello criminologico univoco che possa studiare il fenomeno a 360°. Questo può avvenire solo attraverso una propaganda governativa sana e imparziale, perché solo così si può combattere il fenomeno del black number e razionalizzare meglio i dati socio-criminologici che vengono stilati in tabelle statistiche che spesso non rappresentano la realtà dei fatti, come nel caso proprio del tasso di omicidi, per una serie di motivazioni che si cercherà di spiegare in seguito.
2.2. Comunanza o differenza di comportamenti dello stalker tra genere?
Ebbene, l’escalation dell’amor romantico potrebbe essere un fattore eziologico del reato di stalking, benché non vi sia convergenza di pensiero sul tema in letteratura[23], ma il punto sul quale vorrei focalizzarmi meglio in questo saggio sono le conseguenze che si manifestano all’esterno a causa di questa escalation e le possibili differenze di genere, se ce ne sono.
Si può dire che i dati statistici e scientifici segnalano sia che nella maggior parte (80%) dei casi lo stalker è un conoscente[24] e per l’8% dei casi un intimo o sconosciuto che una diversificazione di condotte di genere, ancorché vi sia un comune denominatore in ordine sentimenti che può provare, come l’ira nell’abbandono, i pensieri ossessivi.
L’uomo[25], mosso dal motivo di spingere la donna ad essere incapace ad affrontare la realtà sociale, pone in essere azioni abituali dirette a limitare le libertà costituzionalmente garantite della donna, da quella personale a quella economica, come l’accesso del fondo patrimoniale comune[26], nonché ad offendere la reputazione della stessa con diffamazione e critiche offensive fino ad arrivare a ledere anche l’integrità fisica e la vita.
Una indagine recente ha dimostrato che i social network possono rappresentare un’arma a doppio taglio per entrambe le vittime dello stalking, il reo e la persona offesa[27]. Per quest’ultima facebook può rappresentare ad esempio un canale di offese abituali; per il reo questo social, come altri, può rappresentare un mezzo ulteriore per non dissolvere l’ossessione nei confronti del partner, proprio perché ribadiamo il deficit del meccanismo del distacco dalla relazione genera un aumento della violenza soprattutto psicologica, che non conosce genere.
Infatti, gli esperti hanno inserito lo stalker in alcune categorie, come l’ossessivo compulsivo dell’amore[28], l’iracondo, l’eroto-maniaco.
L’uomo nutre un’aspettativa di riappacificazione e di ricostruzione dell’intimità della relazione amorosa che, nella realtà oggettiva, non esiste e questo lo induce a porre in essere atti violenti, come ad esempio l’atto di soffocamento (Ross and Babcock, 2015), in misura maggiore rispetto alla donna.
Si è detto in premessa che, secondo le teorie evoluzionistiche, l’uomo biologicamente è nato per cacciare e dominare, ebbene, proprio partendo da questo assunto, la non accettazione della separazione e questa suscita nell’uomo una intimidazione, una minaccia che susciterà una reazione di violenza per ristabilire il dominio naturale.
Attenzione, la non accettazione della separazione non è uno spettro da considerare solo nell’uomo, sicché anche la donna patisce questo effetto e lo manifesta principalmente attraverso la violenza psicologica a danno dell’uomo che, come si dirà, lo spinge a non denunciare per un senso di conservazione di pudore in ordine alla sua posizione sociale.
La donna, quindi, non è esente del tutto dalla responsabilità penale in ordine a condotte penalmente rilevanti a danno dell’uomo.
Studi recenti[29] hanno confermato che il tasso di vittimizzazione del genere maschile non passa inosservata ed è rilevante.
Si tratta a ben vedere del dato relativo all’assenza di denuncia da parte degli uomini della violenza di stalking perpetrata dalla donna, poi vedremo come, per paura di non essere creduti dall’autorità[30] e che potrebbe essere la ragione della percentuale più bassa di soggetto passivo del delitto in commento[31] a danno dell’uomo, che non si identifica come vittima.[32]
Ricerche recenti di settore hanno codificato e differenziato le modalità di condotta di stalking in base al genere della vittima.
La donna pone in essere a danno dell’uomo condotte violente del tipo comunicazione ossessionata e indesiderata, come telefonate o sms, e atti di vandalismo; invece l’uomo, come si è detto, attraverso le molestie di vario genere e le minacce[33].
Uno studio ha dimostrato invero che la donna ha perpetrato con frequenza maggiore rispetto all’uomo il cyberstalking[34], sempre e principalmente nei confronti di ex partner e della cerchia di collegamenti vicini a quest’ultimo.[35]
La forma psicologica più rilevante fatta a danno dell’uomo, invece, è data dalla restrizione delle visite con il figlio da parte dell’ex partner per rimuovere la figura paterna dalla vita del figlio[36].
Si è rilevato che questa forma di violenza perpetrata dalla donna a danno dell’uomo è sintomatico della volontà della prima di colpire un punto debole di quest’ultimo[37], senza preoccuparsi delle ripercussioni psicologiche che può causare sul figlio l’allontanamento dalla relazione paterna. Difatti, questa forma di “vendetta” integra una vera e propria forma di abuso psicologico infantile tale da produrre traumi a lungo termine nei bambini (Cavanna, 2013; von Boch-Galhau, 2018).
Gli studi di settore hanno evidenziato altresì una diversificazione non solo sotto il profilo del modus operandi, ma anche nella durata della commissione dello stalking.
Si è detto che le condotte di stalking perpetrate dalla donna a danno, principalmente dell’ex partener uomo[38], durano più a lungo rispetto a quelle condotte dall’uomo[39].
Ad ogni modo, è indubbio che, a prescindere del genere dello stalker, è appurato che lo stalking è ormai una forma di violenza codificata IPV dal Centers for Disease Control and Prevention, giacché si sono riscontrati casi di agitazione e alti livelli di depressione e di PTSD[40], soprattutto nei casi giudiziari di violenza domestica, che produce difficoltà di memoria, come ho precisato in altre sedi.[41]
La violenza in sé, in particolar modo quella da stalking, è un canale di rievocazione sistematico degli episodi sotto forma di sogni angoscianti, disturbi del pensiero e stati emotivi negative, come l’ira e l’ansia. Queste fasi possono essere prodromiche ad un aumento dell’eccitazione che può causare una forte iperattività, irritabilità e, quindi, problematicità a concentrarsi e dormire, a provare paura (soprattutto nelle donne)[42], sfiducia, confusione e idee di suicidio[43].
Le conseguenze della violenza dello stalking non cessano qui, dato che studi recenti hanno dimostrato che il maltrattamento sessuale in età infantile e i tratti borderline “…were associated with stalking victimization among both men and women”[44]. Secondo sempre questo studio la vittimizzazione della donna allo stalking ha causato vulnerabilità narcisistiche.
A tal proposito gli studiosi hanno ricavato, dall’analisi dei casi, uno schema di strategie adottate dalle vittime di stalking, sulla base delle reazioni emotive di queste al reato.
Alcune sono state indicate in questi ultimi passaggi, ovvero la tendenza ad affrontare lo stalker minacciandolo o danneggiandolo; altre vittime si muovono verso “l’esterno”, ovvero cercano sostegno sociopsicologico, e questo non accade per l’uomo[45], cambiare la routine e ignorare lo stalker; altre si muovono vero “l’interno” cercando di interiorizzare il trauma con l’uso di droghe.[46.
2.3. Alcuni dati statistici
Un altro dei metodi empirici messi a disposizione del criminologo forense, al fine di studiare un fenomeno sociale, è la statistica di massa.
Pertanto, al fine di attribuire più pragmaticità allo studio in questione si riportano alcune indicazioni statistiche, avente per oggetto dati importanti attinenti alla realtà sociale dello stalking, che può rappresentare un valido faro per guidarci in futuro.
Secondo questa ricerca la percentuale più alta di vittime (67,9%) sono donne, contro il 32,1% degli uomini, ma ricordiamoci sempre che la percentuale di vittimizzazione deve tener in considerazione le considerazioni fatte nel § 2.2.
La media di età complessivamente è di 40,71 anni (range 12–92; s.d. = 13,63) e la maggioranza era single (89, 32,8%), contro il 42 (15,5%) erano divorziati, 40 (14,8%) erano sposati, 14 (5,2%) erano fidanzati, 11 (4,1%) convivevano e 1 (0,4%) era un vedova e lo stalker era un ex partner nel 62,7% casi e un conoscente nel 33,2% e nel 4,1% la sua identità è rimasta sconosciuta.
La media della durata del reato è di circa 96 settimane.
Più in particolare, in media lo stalking diretto agli uomini è durato 130,44 settimane prima che la vittima si rivolgesse alla polizia, con una reiterazione di contatto di circa 1 volta alla settimana. Lo stalking diretto alle donne è durato, invece, in media di meno, ovvero 79,05 settimane con una ripetizione media di contatto di 1 o più volte al giorno.
In merito allo schema di comportamento adottato dai due generi i ricercatori rilevano la molteplicità di condotte per entrambi.
Nello specifico, gli uomini sono soliti a porre in essere, come si è detto, atti di vandalismo, indagini di informazioni per diffamare e pubblicare dati falsi sulla donna.
La donna invece è più soggetta rispetto all’uomo ad inviare foto della vittima come cartolina, ad inseguire, minacciare (All. 1).
In ordine agli effetti del fenomeno in esame gli esperti rilevano invece che gli uomini hanno manifestato mal di testa, disturbi del sonno, debolezza e, sotto il profilo delle conseguenze emotive, sono state riscontrate più frequentemente negli uomini aggressività, rabbia, confusione, irritazione, mancanza di fiducia e attacchi di panico; mentre lesioni fisiche soprattutto la donna (All. 2, 3).
Da questa parentesi statistica[47] si possono raccogliere importanti dati di studio del fenomeno.
In particolare, i ricercatori si sono spinti ad evidenziare alcuni punti in merito allo stalking:
- è Intergender;
- la frequenza delle condotte di stalking era maggiore da parte degli uomini rispetto alle donne,
- gli uomini hanno tassi più alti di tolleranza, in ordine al tempo di denuncia[48];
- la donna non commette il reato per ripristinare il rapporto[49];
- gli uomini che hanno segnalato gli atti di stalking alle autorità sono stati perseguitati da un conoscente più spesso delle donne;
- gli uomini hanno accusato sintomi fisici ed emotivi e attacchi di panico più spesso delle donne;
- la condotta di stalking è prevedibile per la donna rispetto all’uomo; invece gli uomini si aspettano di essere presi di mira con la violenza diretta[50], anziché che con comportamenti ripetitivi, invadenti ed elusivi[51]
- l’uomo non ha timore di affrontare la perseguitatrice, sbagliando perché affrontare direttamente lo stalker è inefficace[52];
- mi allineo ai consigli degli esperti per fronteggiare il reato, ovvero cambiare le proprie abitudini e routine e raccogliere più prove possibili (sms, video, chat social, foto, testimonianze) sono strategie migliori in quanto possono agevolare le indagini[53];
- è necessario migliorare la struttura delle interviste adottato dalle forze dell’ordine alle vittime, in un’ottica di più flessibilità e idoneità ad includere informazioni "semantiche" e "vissute” attraverso, a mio avviso, l’intervista cognitiva, alternando domande aperte e chiuse.
2.4. Le fonti di induzione dello stalking
Da quanto sin qui esposto si può desumere chiaramente che le fonti di induzione del delitto in esame sono proprio i deficit nei meccanismi di rifiuto e di attaccamento, che genera una delusione ed emozioni di aggressività e la presenza di lati narcisisti, come si è già precisato anche nel § 2.2. L’ira scatta infatti a seguito dell’opposizione della vittima, ex partner o esterna, all’interesse che nutre lo stalker nei suoi confronti, ma, come è stato sostenuto dai ricercatori, può celare l’inattitudine a conservare o gestire relazioni sociali e umiliazioni subite.
Anche se altre ricerche hanno dimostrato che l’intimità sessuale e l’interruzione della stessa può provocare reazioni morbose e la violenza tra ex partner.
La reazione ossessiva compulsiva che può sfociare nell’aggressività è dettata, quindi, da “sistemi neurobiologici che costituiscono la base della nascita e della formazione del legame, come l’attrazione, l’attaccamento e la separazione”.[54]
Quindi ecco trovata la chiave di volta della base neurobiologica del delitto di stalking: il deficit del sistema dell’attaccamento[55]. Questo è il micro universo complesso dei processi cognitivi ed emotivi che nasce con le prime relazioni materne[56], influenza i processi comportamentali di alcune fasi della vita sociale e genera gli altri sistemi neurobiologici della reciprocità e dell’unione sessuale.
Se il nucleo portante è deficitario probabilmente lo saranno anche i sistemi periferici, come quello della corrispondenza biunivoca e dell’unione sessuale che, infatti, risultano essere tali nello stalker, dal momento che la reciprocità è surrogata dall’unilateralità[57].
Le evidenze scientifiche rilevano infatti che un trauma psicofisico in età infantile, come si è suddetto, causa un alto livello di vittimizzazione, di attaccamento depressivo, la causazione di una disorganizzazione di personalità, aggressività, ansia di abbandono e, quindi, il delitto in commento[58].
3. Conclusioni: prospettive di riforma
Ciò posto, si è cercato di sviscerare il fenomeno criminoso, che si sta diffondendo in modo virulento, attraverso varie lenti di ingrandimento, sia perché solo attraverso lo studio analitico di un fenomeno si può comprendere la portata e, alle volte, anticiparne gli effetti; sia per sfatare alcune leggende metropolitane e cercare di indirizzare l’opinione pubblica verso l’obiettività scientifica e non propagandistica.
Alcuni studiosi hanno precisato infatti che “Potrebbe quindi essere utile rafforzare e migliorare gli sforzi del governo per promuovere la consapevolezza pubblica dell'intero fenomeno dello stalking… Le caratterizzazioni di sesso / genere dovrebbero essere eliminate dalle campagne sociali per cambiare la percezione pubblica dello stalking in quanto coinvolge esclusivamente le donne[…]. La rappresentazione distorta dello stalking nei media e nelle campagne sociali probabilmente ridurrà ulteriormente la tendenza degli uomini a proteggersi e ad aggiungere un senso di vergogna a un carico emotivo già intenso. Un approccio diverso potrebbe legittimare gli uomini a riconoscersi come vittime dello stalking e consentire a terzi come parenti, amici e colleghi di riconoscere i segni di vittimizzazione negli uomini”[59].
Dunque, quello che qui si sottolinea è l’assenza della reale consapevolezza del legislatore di osservare il fenomeno esaminato attraverso vari punti per convergere ad un unico risultato, la modifica strutturale dell’art. 612 bis c.p. Invece, si attua la politica inutile dell’inasprimento del trattamento sanzionatorio che si aggrava, ai sensi del II comma, “…se il fatto è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa…”, nonché, ai sensi del IV comma, “ Il delitto è punito a querela della persona offesa..”
Fermiamoci per un istante a riflettere; non si è cercato di dimostrare con il presente studio che proprio quelle persone che orbitano intorno alla persona offesa o proprio quest’ultima, per motivi legati alla tutela del pudore, alla vergogna, alla paura, alla vittimizzazione, non sono spinte a segnalare.
Come è possibile tuttora ancorare un delitto così importante alla volontà della persona offesa, dato che la norma stessa preserva il bene giuridico della libertà di autodeterminazione che è di per sé coartato dalla causazione dei tre eventi indicati alternativamente dalla norma in questione.
Il reato de quo dovrebbe essere reso d’ufficio, per tutte le ragioni sin qui esposte, attraverso anche la creazione di una task force, un reale canale, di professionisti specializzati, appartenenti alle forze dell’ordine e/o privati, che si occupano di intervenire nell’immediato (nel senso di minuti ed ore immediatamente successive) con mezzi e strumenti che il legislatore deve prevedere, non con il semplice e inziale ammonimento, come previsto dall'art. 8 della l. n. 38/2009. I casi pratici e quanto ho fin qui detto dimostrano infatti che lo stalker si disinteressa “dell’avvertenza” ed è tendenzialmente recidivo.
La legge deve indicare inoltre termini perentori immediati di intervento.
Voglio dire che la task force dovrebbe raccogliere la testimonianza filtro nell’immediatezza e fornire consulenza da inviare subito al PM di turno che, sulla base di questa prima narrazione, può chiedere al GIP l’emissione di una misura cautelare di divieto di allontanamento o di avvicinamento ex art. 282-ter c.p.p. subito e non come è stato stabilito dal legge c.d. Codice Rosso, ovvero di acquisire la testimonianza “entro 3 giorni” dall’iscrizione della notizia del reato da parte del PM. Questo vuol dire praticamente che allo stato attuale il PM può anche non attivare la pseudo-procedura indicata dal codice rosso[60].
In secondo luogo, come è noto, il delitto in esame scatta quando le condotte persecutorie di minaccia o molestie, anche due episodi sono sufficienti secondo la giurisprudenza[61], sono dirette a causare la nascita di un’alterazione della serenità psico-sociale del soggetto passivo e delle persone legate a quest’ultimo, senza la necessaria insorgenza della nascita di uno stato patologico, attraverso l’analisi di indizi comportamentali della vittima ricavabili anche dalle dichiarazioni rese da quest’ultima e tali da sviluppare una comparazione tra situazione pregressa e quella successiva della condotta del reo[62].
A mio sommesso avviso, la norma deve essere rivista anche sotto il profilo della descrizione puntuale, precisa e tassativa della condotta, in conformità ai principi di legalità e dei suoi corollari che vigono nel diritto penale.
Si legge infatti nel I comma della disposizione in questione “…chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità… ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita”.
La giurisprudenza, nel tempo, ha dovuto necessariamente attivare un “restauro” della norma, attraverso specificazioni qualitative e quantitative dei verbi e dei lemmi evidenziati; cosa si intende per minaccia, molestia, ansia, paura, alterazione delle abitudini. Quante e quali azioni e condotte possono configurare lo staking, quando si può definire “gravo stato di ansia o paura”, è necessaria una perizia per accertare uno stato di ansia o paura? Cosa si intende per “alterazione delle abitudini di vita”; vita sociale, personale?
Tutte domande retoriche ovviamente, sicché, come si è detto, la giurisprudenza ha fornito delle indicazioni sulla base dell’esperienza pratica.
Il reato in commento, ad avviso di chi scrive, dovrebbe essere modificato a forma vincolata, senza che sia la giurisprudenza a supplire l’inerzia del legislatore e riempire di contenuto un vaso che non può più rimanere vuoto, soprattutto ora che la giurisprudenza ci ha fornito abbastanza indicazioni e specificazioni strutturali.
Questo vulnus è sicuramente un aspetto a discapito della parte offesa che, ancorché considerata maggiormente dal legislatore ultimamente con la legge c.d. codice Rosso, che ha previsto una corsia preferenziale a livello di indagini giudiziarie, non viene assolutamente presa in considerazione.
Come si è precisato in altre sedi,[63] è necessario intervenire anche sotto il profilo del trattamento punitivo, garantendo un trattamento punitivo certo e proporzionato e rieducativo, così come ci indicano i fari della Costituzione e delle convenzioni e trattati internazionali cui l’ordinamento giuridico italiano ha aderito.
Se il fatto di reato è la rappresentazione della personalità del reo è necessario allora indagare il filo che ha mosso questo verso la commissione del delitto. Con questo non si vuol far retrocedere il diritto penale alla sola indagine psicologica, ma solo a verificare e calibrare le misure sanzionatorie alla finalità dettata dall’art. 27, comma III della costituzione e al codice penale che prevede, anche se in modo schizofrenico, di modulare il trattamento sanzionatorio e attivare misure ad hoc anche sulla base di comprovati e oggettivi stati emotivi che, secondo scienza, hanno inficiato la capacità di intendere e volere del reo, ovvero l’imputabilità.
Il presente saggio ha fornito alcuni spunti per dimostrare che la gelosia acuta può essere associato a deficit di carattere neurobiologico, nonché disfunzioni funzionali nel sistema di regolazioni delle emozioni.
Ecco, solo in queste circostanze è necessario attivare i principi garantisti del diritto penale.
Un chiaro esempio di quanto indicato è dato dalla sentenza della Corte d'Assise d'Appello di Bologna n. 29/18 depositata l'8 febbraio 2019 che ha suscitato tanto scalpore mediatico[64].
I giudici, in quell’occasione, non hanno fatto altro che modulare la responsabilità penale dell’imputato sulla base dello stato emotivo e passionale dello stesso che, benché in modo contraddittorio come ho avuto modo di precisare in più circostanze[65], non sono considerate cause di esclusione dell’imputabilità dalla legge, diversamente dalla giurisprudenza di legittimità.[66]
Si ribadisce, pertanto, che se lo stalking è stato commesso per una anomalia neurobiologica è giusto considerarlo in processo con una perizia neuroscientifica per prevedere anche l’attivazione di una misura di sicurezza adeguata al reo “attraverso la creazione di centri di sostegno e di monitoraggio psico-sociale ad hoc intra moenia ed extra moenia al carcere”[67], nonché affiancare un trattamento terapeutico adeguato finalizzato all’accertamento, in fase cautelare, della presenza di una disfunzione suddetta e al fine anche preventivo di impedire la recidiva.
Dal lato della vittima persona offesa, invece, è necessario intervenire prima di tutto come si è già detto a pagina 15 del presente saggio.
È necessario creare un sistema di tutela ex novo ed efficace, sia sotto l’aspetto psicologico che cautelare.
In ordine all’aspetto psicologico è necessario, a mio sommesso avviso, attivare una rete di professionisti del settore specifico della vittimologia, della criminologia forense, della psicologia forense e neurosociologia che collaborano attivamente con l’autorità giudiziaria dalla fase pre-procedimentale, operanti ciascuno nel proprio comune e provincia di appartenenza, sicché solo questi conoscono il territorio locale, diciamo come i giudici laici della Corte d’Assise.
Questa task force dovrà sostenere psicologicamente le vittime di questo delitto, anche il reo, mediante un percorso cognitivo comportamentale di accompagnamento della vittima e delle persone legate a questa.[68]
Sotto l’aspetto cautelare si rimanda a quanto detto a pag. 15, rimarcando ancora una volta l’inadeguatezza delle sole misure cautelari previste dal sistema, come il semplice divieto di allontanamento o di avvicinamento ex art. 282-ter c.p.p. che sin da subito dovrebbero essere seguiti da un immediato provvedimento autorizzativo del braccialetto elettronico, così come indicato dalla legge n. 161 del 17/10/2017 che ha previsto l’applicazione delle misure di prevenzione personali anche “soggetti indiziati” del reato di stalking[69].
In più, la legge deve indicare, nell’apparto della norma procedurale di riferimento, almeno i criteri di specificità e di concretezza che dovranno guidare il magistrato nella scrittura della misura cautelare da applicare, per evitare di incorrere nell’applicazione di misure cautelare generiche e quindi inutili, come accade[70], dato che “Il processo serve al diritto [...] come il diritto serve al processo (Francesco Carnelutti)”.
In conclusione, questo saggio rappresenta solo un monito per chi, come me, ha a cuore il diritto come strumento di preservazione e cura degli interessi di coloro che gridano a gran voce una effettiva tutela, ricordandoci sempre che
“Nelle mani dello Stato la forza si chiama diritto, nelle mani dell'individuo si chiama delitto (Max Stirner)” e che “Il diritto non deve mai adeguarsi alla politica, ma è la politica che in ogni tempo deve adeguarsi al diritto (Immanuel Kant).
Bibliografia
- D. Goleman, L’intelligenza sociale, Rizzoli, Milano 2006
- Psicologia e biologia delle emozioni, manuali di psicologia, psichiatria, psicoterapia, di Robert Plutchik, ed. Bollati Boringhieri
- Guzzo G., CAVALIERI E PRINCIPESSE, Cantagalli 2017
Stalking: a neurobiological perspective Stalking: una prospettiva neurobiologica, DONATELLA MARAZZITI, VALENTINA FALASCHI, AMEDEO LOMBARDI, FRANCESCO MUNGAI, LILIANA DELL’OSSO, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Sezione di Psichiatria, Università di Pisa; http://www.rivistadipsichiatria.it/ - Characteristics of the stalking campaign: Consequences and coping strategies for men and women that report their victimization to police, Acquadro Maran D, Varetto A, Corona I, Tirassa M, in Pubmed,§ Conclusion, 2020 Feb 28;
- Vittime di stalking: effetti psicopatologici e intervento, in State of Mind
- Domestic Violence in Separated Couples in Italian Context: Communalities and Singularities of Women and Men Experiences, Paola Cardinali, Laura Migliorini , Fiorenza Giribone, Fabiola Bizzi e Donatella Cavanna, Department of Educational Science, University of Genoa, Genoa, Italy2ASL3, Family Mediation Center, Genoa, Italy, Edited by: Luca Rollè, Università degli Studi di Torino, Italy, Reviewed by: Alessandra Salerno, Università degli Studi di Palermo, Italy; Dagmar Kutsar, University of Tartu, Estonia; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/
- Which situations induce intimate partner violence? a study of reliability and validity of the scale of theAnticorpi Proximal To Violent Episodes (PAVE), J. Babcock JC, Costa DM, Green CE, Eckhardt CI (2004)4) Una tipologia di violenza domestica: terrorismo intimo, resistenza violenta e violenza delle coppie situazionali, Libano, NH: Northeastern University Press, Johnson MP (2008).
[1] Traduzione a cura della dott.ssa Desiati Lucia, specializzata in interpretariato e traduzione editoriale, settoriale, presso l’Università Ca' Foscari Venezia
[2] Cfr. “Cervello maschile e cervello femminile: differenze e complementarità”, http://www.filosofiaescienza.it/
[3] D. Goleman, L’intelligenza sociale, Rizzoli, Milano 2006
[4]Tito Livio, in Ab urbe condita, III, 47
[5] Cfr. Robert Plutchik, in Psicologia e biologia delle emozioni, manuale di Psicologia Psichiatria Psicoterapia, ed. Bollati Boringhieri, pag. 223 ss.
[6] Si legge infatti in Esodo 34,14 “…tu non adorerai altro dio, perché il SIGNORE, che si chiama il Geloso, è un Dio geloso…”. Frasi del genere potrebbero trasmettere sensazioni spiacevoli se dette da un partener all’altro.
[7] cfr Dangerous passion: Othello syndrome and dementia, Gabriele Cipriani, MD, Marcella Vedovello, MD, Angelo Nuti, and Andrea di Fiorino, MD2, 1, Neurology Unit and Psychiatry Unit, Hospital of Viareggio, Lido di Camaiore (Lu), Italy
[8] Cfr Richardson ED, Malloy PF, Grace J. Othello syndrome secondary to right cerebrovascular infarction. J. Geriatr. Psychiatry 1991; l4: 160–165; Yusim A, Anbarasan D, Bernstein C et al., Normal pressure hydrocephalus presenting as Othello syndrome: Case presentation and review of the literature. Am. J. Psychiatry 2008; 165: 1119–1125;
[9] cfr “The phenomenology of delusional jealousy” Tsai SJ, Hwang JP, Yang CH et al. Delusional jealousy in dementia. J. Clin. Psychiatry 1997; 58: 492–494; Sibisi CD. in late life. Int. J. Geriatr. Psychiatry 1999; 14: 398–399 ; Dutton DG, Saunders K, Starsomski A et al. Intimacy‐anger and insecure attachment as precursors of abuse in intimate relationships. J. Appl. Soc. Psychol. 1994; 24: 1367–1386;
[10] Shepherd M. Morbid Jealousy. Some clinical and social aspects of a psychiatric symptom. J. Ment. Sci. 1961; 107: 687–704; Von Krafft‐Ebing R. Psychopatia Sexualis: A Medico Forensic Study. Pioneers Books, New York, 1944;
[11] La letteratura sul punto non è chiara.
Sicché, ci sono alcuni studi, che hanno riscontrato la presenza della gelosia delirante nel 7% in pazienti con deficit mentali neurobiologici e il difetto della presenza dei criteri in linea con il DSM-IV-TR per includerla, in “Delusional disorder‐jealous type: How inclusive are the DSM‐IV diagnostic criteria?”, Easton J, Shackelford TK, Schipper LD., J. Clin. Psychol. 2008; 64: 264–275; “Prevalence of delusional jealousy in different psychiatric disorders: An analysis of 93 cases”, Soyka M, Naber G, Völcker A., Br. J. Psychiatry 1991; 158: 549–553.
Altri studi dimostrano invece che una percentuale consistente di casi di gelosia acuta potrebbe avere delle basi neurologiche, in “Dangerous passion: Othello syndrome and dementia”, Gabriele Cipriani, MD, Marcella Vedovello, MD, Angelo Nuti, and Andrea di Fiorino, MD2, 1, Neurology Unit and Psychiatry Unit, Hospital of Viareggio, Lido di Camaiore (Lu), Italy
[12] cfr “Delirious jealousy and obsessive love: cause and form”, Pubmed, Bogerts B Heterogeneity of the phenomenon of jealousy in the general population: an Italian study, Marazziti D., Sbrana A , Rucci P , Cherici L , Mungai F , Gonnelli C , Massimetti E , Raimondi F , Doria MR , Spagnolli S , Ravani L , Consoli G., Catena Dell Osso M, CNS Spectr. 2010 Jan; 15 (1): 19-24;
[13] cfr Prevalence of delusional jealousy in psychiatric disorders; Soyka M 1 , Schmidt P , J Forensic Sci, 2011 Mar; 56 (2): 450-2. doi: 10.1111 / j.1556-4029.2010.01664.x. Epub 2011, 25 gennaio 2012
[14] Le ricerche hanno evidenziato che la gelosia delirante può indurre più l’uomo a porre in essere condotte omicide e suicide; Kovco I. Neke karakteristike ubojstva intimnih partnera u Hrvatskoj. Hrvatski ljetopisza kazneno pravo i praksu. Zagreb 1996; 3: 111–126; Daly M, Wilson M, Weghorst SJ. Male sexual jealousy. Ethol. Sociobiol. 1982; 3: 11–27
[15] Le evidenze scientifiche hanno dimostrato che circa il 21% dei pazienti affetti da gelosia acuta ha mostrato segni di aggressività al momento dell’ospedalizzazione, cfr Prevalence of delusional jealousy in psychiatric disorders; Soyka M 1 , Schmidt P , J Forensic Sci, 2011 Mar; 56 (2): 450-2. doi: 10.1111 / j.1556-4029.2010.01664.x. Epub 2011, 25 gennaio 2012
[16] cfr Pathological jealousy and pathological love: apples with apples or apples with oranges? Stravogiannis ALDC , Kim HS , Sophia EC, Sanches C, Zilberman ML, Tavares H, in Resistenza psichiatrica 2018 gennaio; 259: 562-570. doi: 10.1016 / j.psychres.2017.11.029. Epub 2017, 13 novembre; cfr Jealous love and morbid jealousy, Maggini C , Lundgren E , Leuci E . Acta Biomed. 2006 Dec; 77 (3): 137-46.
[17] Cfr. Piccininno Domenico, in “I fattori neuro e psico-biologici eziologici del fenomeno criminale dello stalking”, in Scienzeforensi e Luaute JP, Saladini S, Luaute J. Neuroimaging correlates of chronic delusional jealousy after right cerebral infarction. J. Neuropsychiatry Clin. Neurosci. 2008; 20: 245–247¸ Narumoto J, Nakamura K, Kitabayashi Y et al. Othello syndrome secondary to right orbitofrontal lobe excision. J. Neuropsychiatry Clin. Neurosci. 2006; 18: 560–561¸ Westlake RJ, Weeks SM. Pathological jealousy appearing after cerebrovascular infarction in a 25‐year‐old woman. Aust. N. Z. J. Psychiatry 1999; 33: 105–107; in “Jealous delusions and dysfunction of the right parietal lobe in early‐onset Alzheimer’s”, Matsuoka T, Narumoto J, Shibata K, Taga C, Fukui K. disease. J. Neuropsychiatry Clin. Neurosci. 2011; 23: E 29–E 30
[18] crf. “Stalking: a neurobiological perspective”, Marazziti D, Falaschi V, Lombardi A, Mungai F, Dell’Osso L.Riv Psichiatr. 2015 gennaio-febbraio; 50 (1): 12-8. doi: 10.1708/1794.19528, già citato in https://www.scienzeforensi.org/
[19] crf. Stalking: a neurobiological perspective, Marazziti D , Falaschi V , Lombardi A , Mungai F , Dell’Osso L .Riv Psichiatr. 2015 gennaio-febbraio; 50 (1): 12-8. doi: 10.1708 / 1794.19528.
[20] Cfr. “Psychological Distress and Attachment Insecurity of Stalked Mothers”, Wolf NM1,2, Løkkegaard SS1, Elklit A1, J Interpers Violence. 2018 Dec 20:886260518819883. doi: 10.1177/0886260518819883
[21] Cfr” Intense, Passionate, Romantic Love: A Natural Addiction? How the Fields That Investigate Romance and Substance Abuse Can Inform Each Other”, Fisher HE1, Xu X2, Aron A3, Brown LL4
[22] Cfr “Predicting overt and cyber stalking perpetration by male and female college students”, Ménard KS1, Pincus AL. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22203630
[23] cfr “Deficit nella cognizione sociale: un marker per i disturbi psichiatrici?” Eur Arch Psychiatry Clin Neurosci 2011; 261 (S2): S145-S149, Derntl B, Habel U; cfr “Stalking behavior in delusional jealousy”, Silva JA1, Derecho DV, Leong GB, Ferrari MM, Palo Alto Veterans Health Care System, CA, USA;
[24] Cfr “Characteristics of the stalking campaign: Consequences and coping strategies for men and women that report their victimization to police”, Acquadro Maran D, Varetto A, Corona I, Tirassa M, in Pubmed, February 28, 2020, https://doi.org/10.1371/journal.pone.0229830
[26] Come si è già detto in altre sedi https://www.scienzeforensi.org/
[27] Cfr “Romantic Partner Monitoring After Breakups: Attachment, Dependence, Distress, and Post-Dissolution Online Surveillance via Social Networking Sites”, Fox J1, Tokunaga RS2, Cyberpsychol Behav Soc Netw. 2015 Sep;18(9):491-8. doi: 10.1089/cyber.2015.0123.
[28] Cfr. Letteratura di un campione forense di individui ossessivi, https://journals.sagepub.com/, J Forensic Sci 1993; 38: 894-903, Zona M, Sharma K, Lane JA
[29] Cfr Characteristics of the stalking campaign: Consequences and coping strategies for men and women that report their victimization to police, Acquadro Maran D, Varetto A, Corona I, Tirassa M, in Pubmed, February 28, 2020,
https://doi.org/10.1371/journal.pone.0229830
[30] Walby S, Allen J. Domestic violence, sexual assault and stalking: Findings from the British Crime Survey. Home Office; 2004.
[31] Cfr Characteristics of the stalking campaign: Consequences and coping strategies for men and women that report their victimization to police, Acquadro Maran D, Varetto A, Corona I, Tirassa M, in Pubmed, February 28, 2020, https://doi.org/
[32] Acquadro Maran D, Varetto A, Zedda M, Franscini M. Health care professionals as victims of stalking: Characteristics of the stalking campaign, consequences, and motivation in Italy. Journal of interpersonal violence. 2017 Sep;32(17):2605–25. pmid:26149678
[33] Macrì PG, Abo Loha Y, Gallino G, Gascò S, Manzari C, Mastriani V, Nestola F, Pezzuolo S, Rotoli G. Indagine conoscitiva sulla violenza verso il maschile. Rivista Di Criminologia, Vittimologia E Sicurezza. 2012 Oct 31;6(3):30–47.
[34] Cfr The assessment of cyberstalking: an expanded examination including social networking, attachment, jealousy, and anger in relation to violence and abuse, Strawhun J1, Adams N, Huss MT.
[35] Cfr Cyberstalking: prevalence and impact on victims, Article in German, Dressing H1, Anders A, Gallas C, Bailer J.
[36] Come si è già detto in altre sedi https://www.scienzeforensi.org
[37] Violence and women of interpersonal partners in the United States: an overview of prevalence rates, psychiatric correlations and consequences and obstacles to seeking help, Denise Hien e Lesia Ruglass, Int J Law Psychiatry
[38] cfr Stalking: una prospettiva neurobiologica, DONATELLA MARAZZITI, VALENTINA FALASCHI, AMEDEO LOMBARDI, FRANCESCO MUNGAI, LILIANA DELL’OSSO
[39] Cfr Purcell R, Pathé M, Mullen PE. A study of women who stalk. American journal of psychiatry. 2001 Dec 1;158(12):2056–60. pmid:11729025
[40] cfr. “The role of cognitive coping in women who are victims of stalking”, Kraaij V , Arensman E , Garnefski N , Kremers io , J Interpers Violence. 2007 Dec; 22 (12): 1603-12, in PUBMED
[41] Cfr Domenico Piccininno, in “La Regolazione della Memoria Emotiva”, in Neuroscienze.net, https://www.neuroscienze.net/
[42] Sheridan L, Lyndon AE. The influence of prior relationship, gender, and fear on the consequences of stalking victimization. Sex Roles. 2012 Mar 1;66(5–6):340–50.
[43] Spitzberg BH, Cupach WR. The dark side of relationship pursuit: From attraction to obsession and stalking. Routledge; 2014 Apr 16.
[44] Cfr “Child maltreatment, personality pathology, and stalking victimization among male and female college students”, Ménard KS, Pincus AL.
[45] Characteristics of the stalking campaign: Consequences and coping strategies for men and women that report their victimization to police, Acquadro Maran D, Varetto A, Corona I, Tirassa M, in Pubmed, 2020 Feb 28;
[46] Spitzberg BH, Cupach WR. What mad pursuit?: Obsessive relational intrusion and stalking related phenomena. Aggression and violent behavior. 2003 Jul 1;8(4):345–75.
Amar AF. College women's experience of stalking: Mental health symptoms and changes in routines. Archives of Psychiatric Nursing. 2006 Jun 1;20(3):108–16. pmid:16716854
[47] Cfr “Characteristics of the stalking campaign: Consequences and coping strategies for men and women that report their victimization to police”, Acquadro Maran D, Varetto A, Corona I, Tirassa M, in Pubmed, 2020 Feb 28;
[48] Spitzberg BH, Cupach WR, Ciceraro LD. Sex differences in stalking and obsessive relational intrusion: Two meta-analyses. Partner Abuse. 2010 Jul 1;1(3):259. (2010)
[49] Characteristics of the stalking campaign: Consequences and coping strategies for men and women that report their victimization to police, Acquadro Maran D, Varetto A, Corona I, Tirassa M, in Pubmed, 2020 Feb 28;
[50] Kaufman M. The construction of masculinity and the triad of men’s violence. Toronto: Oxford; 1987.
[51] Sheridan L, Gillett R, Davies G. Perceptions and prevalence of stalking in a male sample. Psychology, Crime and Law. 2002 Dec 1;8(4):289–310.
[52] Mullen PE, Pathé M, Purcell R. Stalkers and their victims. Cambridge University Press; 2000 Apr 27; Mullen PE, Pathé
M, Purcell R. Stalking: New constructions of human behaviour. Australian and New Zealand journal of psychiatry. 2001 Jan 1;35(1):9–16. pmid:11270463
[53] Acquadro Maran D, Varetto A. Motives to report stalking cases to the police: a comparison between a large city and a small town in Italy. Journal of Aggression, Maltreatment & Trauma. 2017 May 28;26(5):507–24.
[54] Come si è già detto in altre sedi https://www.scienzeforensi.org/
[55] Come si è già precisato in altre sedi https://www.scienzeforensi.org/. Sotto il profilo neurobiologico, i neurotrasmettitori ormonali coinvolti l’attaccamento sono la vasopressina e ossitocina che sono deputati all’attivazione del circuito di ricompensa dopaminergico che porta alla normalizzazione del livello di funzionamento dell’amigdala, ma è risultato l’interessamento anche e di alcuni circuiti del c.d. cervello sociale, come l’amigdala, il setto laterale (Young LJ, Wang Z. La neurobiologia del legame di coppia. Nat Neurosci 2004; 7: 1048-54); come anche nella fase dell’innamoramento che, sulla base delle risultanze della fMRI, si è constatato un’attivazione dell’amigdala.
[56] Bowlby J., Attaccamento e perdita: attaccamento. New York: Basic Books, 1969
[57] Stalking: una prospettiva neurobiologica, DONATELLA MARAZZITI, VALENTINA FALASCHI, AMEDEO LOMBARDI, FRANCESCO MUNGAI, LILIANA DELL’OSSO
[58] Stalking: una prospettiva neurobiologica, DONATELLA MARAZZITI, VALENTINA FALASCHI, AMEDEO LOMBARDI, FRANCESCO MUNGAI, LILIANA DELL’OSSO
[59] Characteristics of the stalking campaign: Consequences and coping strategies for men and women that report their victimization to police, Acquadro Maran D, Varetto A, Corona I, Tirassa M, in Pubmed,§ Conclusion, 2020 Feb 28;
[60] Per un’attenta analisi si rinvia all’articolo di Mariano Acquaviva del 19 Febbraio 2020, “Stalking: quando è codice rosso?”, https://www.laleggepertutti.it/
[61] C. Cass., Sez. V, sent., n. 22194 del 06.12.2016 (depositata l’08.05.2017)
[62] C. Cass., Sez. V, sent. n. 28703 del 14.4-6.7.2015
[63] Cfr Piccininno Domenico https://www.scienzeforensi.org/
[64] Invito a leggere il commento di Alberto Sagna sul punto, in “Le circostanze attenuanti e la gelosia. Note minime a Corte d'Assise d'Appello di Bologna”, in Diritto24, Sole24 ore, http://www.diritto24.ilsole24ore.com/
[65] Una fra tante Piccininno Domenico, in “Studi sull’aggressività: prospettive sull’irrilevanza penale degli stati emotivi e passionali, Salvisjuribus, http://www.salvisjuribus.it/
[66] Cfr una tra le tante Cass. Pen., Sez. I, 5 febbraio 2018, n. 5299 secondo cui "gli stati emotivi e passionali, pur non escludendo né diminuendo l'imputabilità, possono essere considerati dal giudice ai fini della concessione delle circostanze attenuanti generiche, in quanto essi influiscono sulla misura della responsabilità penale".
[67] Cfr https://www.scienzeforensi.org/
[68] Cfr Piccininno Domenico, https://www.scienzeforensi.org/
[69] Cfr Piccininno Domenico, https://www.scienzeforensi.org/
[70] Cass. Pen. Sent. n. 8333/2015