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Pubbl. Mar, 10 Mar 2015

Piano RING: il digitale come leva di trasformazione economica e sociale

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Flavia Piccione


“La banda ultralarga sarà l’infrastruttura portante dell’intero sistema economico e sociale. Sarà la risorsa imprescindibile su cui sviluppare la competitività futura del Paese” – questa la premessa della Strategia italiana per la banda ultralarga.


Conclusosi il processo di consultazione pubblica – svoltasi dal 20 Novembre al 20 Dicembre 2014 - sono stati rapidamente compiuti i passi successivi nella definizione del piano RING (Rete Italiana di Nuova Generazione) fino all’approvazione - che ha avuto luogo il 3 Marzo - da parte del Consiglio dei Ministri della Strategia per la Banda Ultralarga e per la Crescita Digitale 2014-2020.
I due piani strategici – elaborati dall’Agenzia per l’Italia digitale e dal Ministero dello sviluppo economico – sono finalizzati a superare il divario digitale (Digital divide) che distacca l’Italia di oltre 40 punti percentuali rispetto la media europea nella copertura di reti digitali di nuova generazione (NGA) intervenendo sul duplice fronte delle infrastrutture e dei servizi. Il piano nazionale per la Banda Ultralarga si propone di raggiungere entro il 2020 gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea (1): accesso ad Internet a 100 Mbps garantito ad almeno il 50% della popolazione, con copertura a 30 Mbps per il 100% dei cittadini, fino al conseguimento della copertura a 100 Mbps dell’85% dei cittadini.
L’adeguamento della rete infrastrutturale di TLC italiana agli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea è un progetto ambizioso ma - ad un tempo - un passo urgente e necessario, secondo quanto emerso dalla classifica del Desi (Digital Economy and Society Index) che posiziona l’Italia al quart’ultimo posto tra gli Stati Membri nel grado di attuazione di un’economia e società digitale.

La strategia italiana per la banda ultralarga sostituisce l’iniziale ipotesi del decreto, così rimettendo agli operatori privati le scelte tecniche in ordine alla fornitura della rete digitale alla velocità richiesta. “Promuovere un accesso ad internet veloce e superveloce per tutti”  è un risultato raggiungibile attraverso il passaggio dal tradizionale doppino telefonico in rame alla fibra ottica.
Il cambiamento infrastrutturale è un processo ad esecuzione progressiva, che non comporta lo spegnimento immediato e drastico (c.d. “switch off”) della rete in rame. La migrazione graduale dell’utenza alla rete in fibra ottica è accompagnata dalla previsione di voucher spettanti a tutti gli utenti che sottoscrivono abbonamenti in ultrabroadband. Inoltre si attende un provvedimento normativo ad hoc che preveda: 

  • un “servizio digitale universale”;
  • un fondo di garanzia;
  • la convergenza di prezzo per i collegamenti in fibra ottica, realizzati con sovvenzioni statali rispetto al prezzo dei collegamenti in rame.

Il progetto BUL (Banda Ultra Larga) si basa sulla combinazione di interventi pubblici e privati coordinati in ossequio ad un principio di sussidiarietà.
A tal fine, il territorio nazionale è stato frazionato in quattro aree (cluster) tracciate da Infratel (Società italiana controllata da Invitalia per l´infrastruttura digitale), in funzione della densità anagrafica, della presenza di reti FTTC, delle caratteristiche socioeconomiche.
Nelle aree redditizie, dove più forte è l’interesse degli operatori privati all’investimento e più agevole il raggiungimento degli obiettivi europei, l’intervento pubblico si risolve in misure di agevolazioni nell’accesso al debito e nella defiscalizzazione degli investimenti previsti dall’art. 6 D. L. n.133/2014 (c.d. Decreto Sblocca Italia). Viceversa nelle aree marginali, le condizioni di mercato non offrono garanzie di copertura degli investimenti privati e rendono necessario lo stanziamento di risorse pubbliche a fondo perduto. Infine le aree rurali o interne sono dette “aree bianche” in quanto esposte al rischio di fallimento di mercato e nelle quali solo l’intervento pubblico diretto è in grado di offrire un sistema di connettività a 30 Mbps.

I lotti tracciati vengono aggiudicati seguendo un meccanismo atipico di asta sul tempo, assegnando l’area all’operatore privato che presenti l’offerta di servizio più “a prova di futuro” e con i più brevi tempi di completamento. Ulteriore novità è l’istituzione di un "Catasto del sotto e sopra suolo" al fine di massimizzare la gestione delle infrastrutture già presenti e di quelle programmate.
Si pianifica l’investimento di 6 miliardi di risorse pubbliche provenienti:

  • per 2 miliardi dai Programmi Operativi Regionali FERS (Fondo europeo per lo sviluppo regionale) e FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale);
  • per 4 miliardi dal Fondo Sviluppo e Coesione.

Possono contribuire al finanziamento della Strategia anche il Fondo Junker. A tali cifre vanno aggiunti i 2 miliardi di investimenti in corso da parte di operatori privati. Tuttavia il Governo prevede di sopperire all’insufficienza di risorse pubbliche, incentivando gli investimenti mediante finanziamenti a tasso agevolato e prestazione di garanzie statali e istituendo un Fondo per gli operatori e un Fondo dei fondi per i finanziamenti cui far accedere gli investitori istituzionali.

Il piano nazionale per la banda ultralarga è sinergicamente integrato dalla Strategia per la Crescita Digitale.
Strategia dinamica incentrata sul principio di Digital First (che prevede di muovere qualsiasi attività, burocratica o di impresa, innanzitutto in forma digitale, ndr) e sul correlato obbligo di switch off della Pubblica Amministrazione, rivoluzionando il tradizionale metodo di fruizione dei servizi da parte del cittadino. A ciò si abbina un sistema di Digital Security per garantire la continuità dei servizi online e la privacy dei cittadini ed inoltre la creazione di una piattaforma denominata Italia Log In e definita come la “casa del cittadino”.

Ogni cittadino italiano avrà un profilo civico online mediante il quale potrà direttamente conoscere dei servizi ed obblighi pubblici che lo riguardano. La successiva introduzione di regole tecniche ed infrastrutture è destinata a garantire l’interoperabilità del Wifi negli uffici pubblici, scuole e ospedali con collegamenti a 100-30 Mbps. 

 


(1) L´Agenda Digitale Europea è uno dei piani facenti parte delle sette iniziative della strategia Europa2020, con l´obbiettivo principale di svuppare un mercato unico digitale in Europa.

Riferimenti
http://europa.eu/legislation_summaries/information_society/strategies/si0016_it.htm
http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2015-03-04/servizio-universale-la-banda-ultralarga-103645.shtml?uuid=ABBs2v3C 
http://www.governo.it
 
Photo Flickr by Michael Wyszomierski