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Pubbl. Gio, 7 Set 2023

Il Digital Service Act 2023: nuovi obblighi per le piattaforme

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Camilla Della Giustina
Dottorando di ricercaUniversità della Campania Luigi Vanvitelli



Il giorno 25 agosto è entrato ufficialmente in vigore il Digital Service ACT (DSA) nel territorio dell´Unione Europea. Da ora in avanti i ´giganti digitali´ - quali Google, Facebook e Amazon - saranno ritenuti responsabili per i contenuti pubblicati e divulgati attraverso le loro piattaforme.


A partire dal giorno 25 agosto 2023, a seguito dell’entrata in vigore del  Digital Service Act (DSA) dell’Unione Europea, i ‘giganti digitali’ come Google, Facebook, Amazon e molti altri devono rispettare la legislazione che le ritiene responsabili per i contenuti su di esse pubblicati.

Sebbene questa legge sia appena stata approvata, gli effetti globali ed effettivi si vedranno un po’ per volta quando le aziende adegueranno le loro politiche.

L’obiettivo che viene perseguito è quello di rendere il web, e più in generale, il mondo delle piattaforme un ambiente ancora più sicuro. In base alle nuove regole, quindi, le piattaforme devono implementare le loro policy al fine di prevenire, e rimuovere, la pubblicazione di post che contengono beni, servizi o contenuti illegali. Contemporaneamente, ulteriore adempimento concerne la predisposizione di mezzi adeguati affinché gli utenti possano segnalare contenuti appartenenti a detta tipologia.

A ciò si aggiunge il divieto, in base al DSA, di realizzare pubblicità mirate sull’orientamento sessuale, sulla religione, sull’etnia o sulle convinzioni politiche di una persona. Ulteriori restrizioni attengono alla pubblicità destinata ai bambini. Infine, è necessario che le piattaforme forniscano informazioni maggiori, e più approfondite, circa il funzionamento degli algoritmi.

I destinatari di queste nuove prescrizioni sono le piattaforme e i motori di ricerca ‘molto grandi’: essi, in base al DSA, devono rispettare delle regole aggiuntive come, ad esempio, fornire agli utenti il diritto di opporsi, e di rinunciare, ai sistemi di profilazione, di condividere i  dati, ritenuti di nevralgica importanza, con ricercatori e autorità, di rispondere prontamente ed efficacemente alle situazioni di emergenza che si possono verificare e, infine, di predisporre un sistema di controllo e revisione indipendente.

L’Unione Europea considera piattaforme online molto grandi, o motori di ricerca online molto grandi, quelle che contano oltre 45 milioni di utenti mensili appartenenti al territorio dell’Unione Europea. Al momento attuale, i destinatari di dette prescrizioni sono: Alibaba AliExpress, Amazon Store, Apple App Store, Booking.com, Facebook, Google Play, Google Maps, Google Shopping, Instagram, LinkedIn, Pinterest, Snapchat, TikTok, Twitter, Wikipedia, YouTube, Zalando, Bing, Google Search.

Le nuove regole, dunque, sono essenzialmente cinque e possono essere riassunte in tre macro-categorie: il profilo dei contenuti ritenuti illegali, quello della protezione minorenni e, infine, la protezione da accordare agli utenti maggiorenni.

Per quanto attiene alla prima macro-categoria il riferimento va ai prodotti e contenuti illegali. Le piattaforme hanno l’obbligo di impedire la vendita illegale di prodotti e servizi nonché di reprimere la divulgazione dei contenuti illegali, inclusa la propaganda a favore della Russia. Al tempo stesso, vi è l’obbligo di assicurare la salvaguardia dei diritti fondamentali riconosciuti dalla legislazione dell’Unione Europea.

Probabilmente, le regole dettate in tema di protezione dei minori rappresentano la parte fondamentale e più importante. I genitori, sovente, sono incapaci di controllare tutto ciò che i loro figli vedono online. Di qui, il divieto per le piattaforme di utilizzare i dati personali dei minori ai fini pubblicitari. Sorge l’obbligo per le piattaforme di riprogettare i propri sistemi per garantire un elevato livello di sicurezza e incolumità dei minori nel web. In altri termini, le piattaforme dovranno riprogettare i propri sistemi di raccomandazione dei contenuti proprio al fine di ridurre i rischi per i minori. Ulteriore obbligo attiene allo svolgimento di un’attività di valutazione e analisi degli effetti negativi sulla salute dei bambini.

Da ultimo, con riferimento alla protezione degli utenti ‘maggiorenni’, sono due i poli in cui si concentra l’attenzione della Commissione, cioè, tutela dei dati sensibili e divieto di pratiche di manipolazione utilizzate dai cd. “dark patterns”.


Note e riferimenti bibliografici