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Pubbl. Lun, 7 Ago 2017

Equo compenso per gli avvocati, via libera dal Consiglio dei Ministri

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Editoriale a cura di


Il Consiglio dei Ministri n. 41 del 07 Agosto 2017 ha approvato la proposta di disegno di legge recante ”Disposizioni in materia di equo compenso e clausole vessatorie nel settore delle prestazioni legali”.


Con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha annunciato che il Consiglio dei Ministri tenutosi oggi ha approvato la promozione di un disegno di legge recante "Disposizioni in materia di equo compenso e clausole vessatorie nel settore delle prestazioni legali", finalizzato a porre rimedio alla riduzione del compenso degli avvocati, sempre più penalizzati e in difficoltà a causa lo squilibrio di potere contrattuale nei rapporti con banche e grandi imprese, ma non solo.

Riportiamo il post del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando:

Una legge sull'equo compenso per gli avvocati. Una legge per evitare prestazioni professionali sottopagate. Una legge che riequilibra il rapporto tra grossi committenti e professionisti. E’ questo l’obiettivo del disegno di legge che abbiamo approvato oggi in Consiglio dei ministri e che, spero, possa avere un consenso largo in Parlamento e un binario rapido per essere approvato.
Negli ultimi anni, soprattutto tra le giovani generazioni di professionisti, assistiamo a un progressivo impoverimento. Con questa iniziativa vogliamo mettere in campo una prima risposta.

Un comunicato stampa intervenuto dopo la riunione ha arricchito la notizia di ulteriori informazioni, che confermano in parte quanto già era stato ipotizzato per questo disegno di legge:

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della giustizia Andrea Orlando, ha approvato un disegno di legge che detta nuove disposizioni in materia di equo compenso e clausole vessatorie nel settore delle prestazioni legali.

Il provvedimento mira a riequilibrare la posizione contrattuale dei professionisti avvocati nei confronti di soggetti connotati da particolare forza contrattuale ed economica, individuati in particolare nelle imprese bancarie e assicurative e nelle imprese diverse da quelle piccole e medie, nonché a tutelare l’equità del compenso degli avvocati, evitando che una concorrenza potenzialmente distorta possa tradursi nell’offerta di prestazioni professionali al ribasso, con il rischio di un peggioramento della loro qualità.

In particolare, il provvedimento prevede la nullità delle clausole vessatorie inserite nelle convenzioni contrattuali stipulate tra professionisti avvocati e clienti cosiddetti “forti”. A tal proposito, vengono definite come vessatorie le clausole che, anche in ragione della non equità del compenso pattuito, determinino un significativo squilibrio contrattuale a carico dell’avvocato. Tale nullità, definita come “parziale” rispetto all’intera convenzione, garantisce il professionista perché consente l’inefficacia della sola parte del regolamento contrattuale o della singola clausola contraria alla legge, mentre la convenzione stessa rimane in vigore.

Il giudice, accertata la non equità del compenso previsto e la vessatorietà della clausola, ne dichiara la nullità e ridetermina il compenso sulla base dei parametri fissati sulla base della legge forense del 2012, che sono già destinati a operare per i casi in cui manchi una valida pattuizione tra le parti.

Attendiamo ora l'evolversi della situazione, di cui daremo conto nei nostri futuri approfondimenti.