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Pubbl. Mer, 12 Ago 2015

E’ ufficiale: la figura del procuratore si è congedata dal mondo del calcio

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Leonardo Amato


Lo scorso 1 aprile 2015 vi è stata un’autentica rivoluzione nel mondo dei procuratori di calcio. La figura dell’agente FIFA è stata sostituita da quella dell’intermediario, quest’ultima ancora difficile da definire giuridicamente. Infatti, la FIFA ha stilato un nuovo regolamento che prenderà il posto di quello ora vigente e regolante l’attività degli agenti della Federazione.


Compro quotidiani sportivi, accendo la televisione ed imposto pagina 201 del televideo, leggo notizie tramite le app del mio smartphone: Mino Raiola, Jorge Paulo Mendes, Davide Lippi e Andrea D'Amico, nomi che sono più pronunciati e conosciuti dei vari Presidenti della nostra amata Repubblica.

Ebbene, chi sono e cosa lega questi signori? <<Semplice!!!>>, risuona nella testa di molti tra voi, <<trattasi di procuratori sportivi>>, per la precisione di agenti di calciatori famosi, italiani e non. E' proprio in questi giorni di calciomercato che i loro nomi spuntano di continuo in ogni dove per annunciare o smentire interessi e trasferimenti. Dunque, se è questo il vostro sogno (professionale) più recondito, be’, adesso è tutto più facile! (almeno così dicono).

Ma come si fa per diventare un procuratore sportivo? Per ben comprenderlo cominciamo con l’individuare tale figura così come riportato nel “Regolamento per i servizi di procuratore sportivo”.
L’art. 1 definisce il Procuratore Sportivo come soggetto che, anche per il tramite di una persona giuridica o una società di persone o altro ente associativo, professionalmente o anche occasionalmente, rappresenta o assiste una Società Sportiva e/o un Calciatore, in forza di uno specifico rapporto contrattuale, senza alcun riguardo alla sua effettiva qualifica professionale e anche se legato da vincoli di coniugio o di parentela con gli atleti rappresentati.

Il regolamento suindicato disciplina all’art. 2 i servizi di assistenza e rappresentanza da parte di un Procuratore Sportivo a favore di una Società Sportiva e/o di un Calciatore, finalizzati:

1. alla conclusione o risoluzione di un contratto di prestazione sportiva tra un Calciatore e una Società Sportiva;
2. alla conclusione di un trasferimento di un Calciatore tra due Società Sportive.

Dal 1 aprile, l’Italia è stata chiamata a recepire la nuova regolamentazione Fifa. I compiti saranno gli stessi di sempre: mettere in contatto giocatore e società per costituire, rinnovare o estinguere un contratto di lavoro.
Cambiano però formazione e procedure.

Per intraprendere la professione erano necessari requisiti minimi, dal conseguimento del diploma di istruzione secondaria al casellario giudiziale intonso, oltre al conseguimento di una licenza. Licenza che si otteneva con il superamento di una complessa prova bandita dalla federazione nazionale (F.I.G.C.), a seguito della quale un tesserino ti arrivava dritto a casa, previo pagamento della quota annuale e dell’assicurazione di responsabilità professionale.
La licenza de qua era inoltre valida per svolgere l’attività in tutti i paesi aderenti alla Fifa.

Con il nuovo regolamento e con comunicato ufficiale n. 190/A, voluto da Joseph Blatter, attuale presidente della FIFA (massima organizzazione calcistica mondiale, resa operativa dal comitato esecutivo della confederazione mondiale nel marzo 2014) lo scenario cambia, lasciando non poche perplessità in relazione alle modifiche apportate, e di seguito indicate.

1. Chiunque potrà essere intermediario di un calciatore: saranno sufficienti una buona reputazione e l’assenza di conflitti d’interesse;

2. L’intermediario potrà essere una persona fisica o giuridica; questi inoltre dovrà, nel corso di una procedura di registrazione, comunicare l’attività svolta ed i compensi percepiti;

3. In caso di violazione di norme o regole, l’intermediario non sarà punito dalla Fifa, che invece sanzionerà il calciatore o il club che lo ha nominato;

4. Il compenso totale dovuto a un intermediario per rappresentare un calciatore inoltre sarà il 3% del reddito lordo base del giocatore per l’intera durata del contratto;

5. Cade il divieto del doppio mandato: un intermediario è messo nelle condizioni di assistere contemporaneamente calciatore e società nel corso di una trattativa.

Dunque, tutti potranno avere accesso a questa affascinante, ma al tempo stesso complicata, attività: sarà sufficiente, a partire dal 1 aprile 2015, ai sensi dell’art. 4 del nuovo regolamento, fare richiesta di iscrizione presso la propria Federazione di appartenenza (nel nostro caso la FIGC) indipendentemente dai titoli di studio conseguiti (fino a oggi era indispensabile possedere il diploma di maturità) ed essere maggiorenne.
Sarà necessaria un'auto-dichiarazione attestante l’assenza di condanne penali: la FIFA ha, infatti, sempre richiesto agli aspiranti agenti, rectius intermediari, di essere "persone impeccabili" e, nello specifico, di non avere riportato condanne definitive per il reato di frode sportiva ovvero per delitti non colposi puniti con la pena della reclusione superiore nel massimo a cinque anni; inoltre, di non avere riportato nell’ambito dell’ordinamento sportivo la sanzione della preclusione; di non trovarsi in nessuna situazione di incompatibilità prevista dal medesimo Regolamento e di non avere procedimenti e/o sanzioni disciplinari a carico nell’ambito della FIGC.
Il tutto lo traduco come un accesso liberalizzato alla "professione".

Secondo la ratio di tale Regolamento, infatti, i giocatori e i club dovranno essere posti nelle condizioni di poter scegliere qualsiasi parte come intermediario, nel rispetto di quei requisiti minimi che le federazioni devono attuare e far rispettare.
Tuttavia l’obiettivo della FIFA non è mai stato di ”liberalizzare” la professione, quanto al contrario quello di cercare il controllo più ampio sui soggetti che rappresentano giocatori o club nelle negoziazioni dei contratti di lavoro e negli accordi di trasferimento, al fine di assicurare una maggiore trasparenza.
Regolamentazione, questa, che ha determinato non poche incertezze. Si rischiano trattative caotiche, sostengono i più critici e, peggio, l’inserimento di personaggi non qualificati, borderline. Alto, poi, sarebbe anche il rischio di truffe.
La Fifa -dico, e non sono il solo- rischia di istituzionalizzare la “giungla”. Poveri quei calciatori che si andranno a mettere nelle mani di un individuo che lo status di intermediario non lo ha di certo guadagnato con istruzione e dedizione, ma ottenuto con la sola e semplice iscrizione lla Federazione e mettendo mano alla tasca!
In ultimo, il nuovo Regolamento sancisce che non solo le persone fisiche, ma anche quelle giuridiche possano ricoprire il ruolo di intermediario. Un’occasione invitante per fondi di investimento e gruppi che sguazzeranno nelle speculazione.

Blatter e la Fifa hanno scelto l’opzione “liberi tutti”, la legalizzazione del caos. Forse stiamo pagando errori e danni arrecati da altri, ma sarebbe stato meglio qualificare la nostra figura e non, scusate la cacofonia, sfigurarla.

 

* Il Regolamento Fifa è qui reperibile.