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Pubbl. Lun, 3 Ago 2015

La legislazione internazionale sui diritti dei minori

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Eleonora De Angelis


La storia dei diritti del minore è una storia recente, che affonda le sue radici nel XX secolo, periodo in cui si fa sempre più forte l’attenzione degli Stati e degli organismi sovranazionali nei confronti del minore e dei diritti fondamentali di cui egli è portatore.


La storia dei diritti dei minori è una storia recente, che affonda le sue radici nel XX secolo, periodo in cui l’attenzione nei confronti del bambino si allarga allo Stato e agli organismi sovranazionali. Nel 1919, infatti, la Società delle Nazioni Unite costituisce il Comitato di Protezione per l’Infanzia che rappresenta il primo organismo, a livello internazionale, che si occupa dei bambini e nel 1924 viene proclamata la prima Dichiarazione dei diritti dell’infanzia, dichiarazione che stabilisce una precisa e chiara responsabilità degli adulti nei confronti dei minori. Una data importante è certamente il 1946, anno in cui nasce l’UNICEF, una struttura creata dall’ ONU appositamente per l’infanzia. Nel 1959 l’UNICEF approva la Dichiarazione dei diritti dell’infanzia. Costituita da dieci punti, tale dichiarazione precisa gli obiettivi da perseguire per proteggere e aiutare i bambini: il bambino viene considerato oggetto di cure ma non ancora soggetto di diritto.

Il 20 novembre 1989, l’Assemblea Generale dell’ONU adotta la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia. Tale Convenzione, ad oggi, rappresenta lo strumento normativo internazionale più importante e completo in materia di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia. E' stata ratificata da 193 Stati, compresa l’Italia che l’ha ratificata il 5 settembre del 1991; tra gli Stati membri dell’ ONU, solo Stati Uniti d’America e Somalia non l'hanno ancora ratificata.

La Convenzione si compone di un preambolo e di 54 articoli divisi in tre sezioni:

1. Provision: concerne il diritto del minore a nascere e a crescere in modo sano e, soprattutto, ad avere assicurati tutti i diritti necessari per la sopravvivenza;

2. Protection: riguarda tutti i diritti legati alla protezione del minore contro abusi, negligenze e sfruttamenti;

3. Promotion: tutela i diritti del bambino come cittadino, ad esempio il diritto all'espressione e alla libertà di pensiero.

Tra i contenuti più significativi di tale Convenzione (oltre alla definizione di "fanciullo" che, in base all'art. 1, viene considerato "ogni essere umano avente un'età inferiore ai diciotto anni"), vi sono una serie di diritti di cui il minore è portatore, tra cui il diritto alla vita  (“Tutti i bambini e le bambine hanno diritto a vivere. Appena nati, hanno diritto ad avere il loro nome e la data di nascita trascritti in un registro ufficiale, ad avere una nazionalità e essere accuditi dai propri genitori”, artt. 6 e 7), il diritto di esprimere la propria opinione (“Quando gli adulti prendono delle decisioni che riguardano i bambini e le bambini, questi hanno il diritto di esprimere la propria opinione e di essere ascoltati”, art.12), il diritto di avere un’istruzione (art. 28 e 29) e il diritto di giocare (“Gli Stati devono garantire a tutti i bambini e alle bambine il diritto di giocare e di avere tempo libero”, art. 31).

Alla Convenzione sui diritti dell’infanzia si affiancano due protocolli opzionali. Il primo è il Protocollo opzionale concernente il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati: viene vietato agli Stati il reclutamento coatto dei minori nelle loro forze armate. Si possono, però, reclutare volontari dai 16 anni ma esistono comunque alcune garanzie per limitare gli abusi. Il secondo è il Protocollo opzionale concernente la vendita, la prostituzione e la pornografia rappresentante bambini:  vengono fornite le definizioni di vendita, prostituzione e pornografia minorile e viene chiesto agli Stati parti di proibire questi atti nel proprio diritto penale.