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Pubbl. Mer, 26 Giu 2019

La Corte EDU rigetta il ricorso della Sea-Watch 3

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Editoriale a cura di


Rackete and Others v. Italy: la Corte EDU ha deciso di non concedere le misure provvisorie per consentire lo sbarco della Sea-watch 3 in Italia. Tuttavia, la Corte ha ribadito l´obbligo da parte dell´Italia di prestare assistenza alle persone a bordo della nave.


Nella giornata del 25 giugno 2019, la Corte EDU ha deciso il ricorso presentato dal capitano della Sea-Watch 3 in merito alla richiesta di sbarco in Italia.

Nel comunicato stampa si legge "The European Court of Human Rights has today decided not to indicate to the Italian Government the interim measure requested by the applicants in the case of Rackete and Others v. Italy (application no. 32969/19), which would have required that they be allowed to disembark in Italy from the ship Sea-Watch 3. The Court also indicated to the Italian Government that it is relying on the Italian authorities to continue to provide all necessary assistance to those persons on board Sea-Watch 3 who are in a vulnerable situation on account of their age or state of health.  Under Rule 39 of the Rules of Court, the Court may indicate interim measures to any State Party to the European Convention on Human Rights. Interim measures are urgent measures which, according to the Court’s well-established practice, apply only where there is an imminent risk of irreparable harm."

Il 20 giugno 2019, Il capitano della Sea-Watch 3 aveva proposto ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo per consentire lo sbarco dei 40 naufragi appartenenti a diverse nazionalità, come Nigeria, Guinea, Cameron, Mali, Ivory Coast, Ghana, Burkina Faso and Guinea Conakry. I migranti si trovano a bordo della nave dal 12 giugno 2019, giorno in cui sono stati soccorsi nella zona SAR (Search and Rescue Region) della Libia.

A seguito di un'ispezione sanitaria, effettuata il 15 giugno 2019, è stato concesso lo sbarco di dieci persone, rientranti nella categoria vulnerabile, ossia donne incinta, bambini e malati.

Il capitano della Sea-Watch 3 ha presentato ricorso alla Corte EDU invocando la violazione degli artt. 2 e 3 della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo, ossia il diritto alla vita previsto all'art. 2 e il divieto di trattamenti inumani e degradanti stabilito all'art. 3 della CEDU. I ricorrenti hanno chiesto l'intervento della Corte per permettere lo sbarco ai migranti, in moda tale da consentire loro di fare richiesta per la protezione internazionale e in ultima istanza di trovare rifugio in un posto sicuro. 

In data 24 giugno 2019, la Corte EDU ha chiesto alle parti, ossia alla Sea-Watch 3 e all'Italia di presentare le loro repliche.

In particolare, le questioni rivolte al governo italiano concernevano il numero delle persone che erano state fatte sbarcare, la situazione attuale a bordo della nave e il numero delle persone rientranti nella categoria vulnerabile.

Ebbene, la Corte EDU, proprio in ragione del fatto che a bordo della nave non sono più presenti categorie vulnerabili, non ha ravvisato l'urgenza di applicare delle misure provvisorie per concedere lo sbarco dele persone rimanenti ancora a bordo.

Infatti, come si legge nel comunicato stampa, la Corte non avendo ravvisato alcuna urgenza o situazione allarmante che giustifichi delle misure provvisorie, non ha concesso lo sbarco della Sea- Watch 3 in Italia. Tuttavia, la Corte EDU ha ribadito l'obbligo da parte dell'Italia di prestare la necessaria assistenza alle persone a bordo della Sea - Watch 3.

A breve, pubblicheremo un commento integrale della vicenda.