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Pubbl. Lun, 4 Gen 2016

Modelle troppo magre? Anche la Francia dice basta!

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Ivan Allegranti


E´ dello scorso 17 dicembre la legge francese che impone pene severissime per gli stilisti che utilizzeranno modelle che non rispetteranno una determinata taglia.


E' del 17 dicembre scorso l'approvazione all'Assemblee National parigina della legge sulla sanità che cerca di reprimere con pene durissime l'anoressia delle modelle.

Voluta dal deputato socialista Oliver Veran e appoggiato dal ministro della sanità Mariesol Touranie, questa legge prevede che le modelle che cerchino un lavoro in Francia debbano fornire un certificato medico che attesti che la loro salute e le loro misure corporee siano superiori o almeno uguali a quelle previste dal BMI (Body Mass Index) che indica il rapporto fra peso e altezza. Per cui a sfilare saranno le modelle pari all'indice 18 del BMI e cioè 1,75cm x 55kg. 

Chi contravverrà a tali regole sia essa la casa di moda o l'agenzia di modelle subirà una multa pari a 75 mila euro. Non solo, la legge francese colpisce anche i fotografi che ritoccano le foto delle modelle i quali se non dichiareranno che la foto è stata ritoccata subiranno una multa pari a 37 mila euro.

Ma questa legge francese non è una novità, anche in Italia, in Spagna e in Israele si è fatto qualcosa. 

In Italia, nel 2007, l'allora ministro Giovanna Melandri firmò un codice di autoregolamentazione che vieta di far sfilare modelle minorenni e con disturbi alimentari; in Spagna, invece, il governo Zapatero ha fatto abolire la taglia 38 per le donne adulte. Infine Israele che, per la sua Telaviv Fashion Week, dal 2013 ha vietato di far apparire sia in sfilate che in fotografia qualsiasi modella con un BMI inferiore a 18,5. 

Bella la Legge, entrata in vigore, ma ecco l'inganno. Chi certifica il BMI delle modelle? I medici francesi o quelli stranieri (qualora esse siano straniere)? Che succede se gli stilisti non le prendono più? Per ora non è dato saperlo ma una direttiva ministeriale ha dichiarato che a breve verranno inoltrate tutte le specifiche per l'attuazione tout court della legge. 

La cosa che però ha fatto scuotere gli addetti ai lavori è il secondo quesito da me posto: che succede se gli stilisti che sfilano (o hanno la loro sede) a Parigi non accettano più le modelle della taglia imposta dalla nuova legge? 

Ricordiamoci infatti che il potere nel mondo della moda, per quanto riguarda le modelle, è in mano agli stilisti che, tramite le agenzie di modelle, prenotano la mannequin per un servizio fotografico, una sfilata o una campagna pubblicitaria e se a costoro non vanno bene queste si rivolgono ad altre agenzie. E ben potrebbe capitare che le modelle regolarizzate con la nuova legge non lavorino più.

Forse, dico io, sarebbe stato più utile un provvedimento volto a colpire le taglie di campionario, indossate dalle modelle alle sfilate, durante i redazionali e le campagne pubblicitarie. Così facendo infatti, gli stilisti sarebbero stati obbligati a produrre capi dalle taglie maggiori, obbligando quindi le stesse modelle e lo stesso sistema ad adeguarsi alle nuove normative sulla produzione dei campionari, senza danneggiare il mestiere della modella.  

Una pecca di questa legge è il non aver guardato all'internazionalità del lavoro delle modelle che, al 90%, sono straniere. E, da aggiungere in merito all'inutilità di questa legge, è che, come ha dichiarato a WWD Sylvie Zawadzki, il responsabile legale della Chambre National de la Mode e de la Couture Parisienne (l'italiana Camera Nazionale della Moda Italiana), "il mestiere della modella in Francia è già legalizzato. Le stesse agenzie di modelle per aprire devono avere un'autorizzazione dal prefetto e le modelle a loro volta sono impiegate delle agenzie". 

Una nuova trovata mediatica questa legge oppure un tentativo (sbagliato) nel fare qualcosa di buono?