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Pubbl. Dom, 22 Nov 2015

I criteri di classificazione delle Costituzioni

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Roberto Saglimbeni


Terzo appuntamento con la rubrica Pillole di Diritto.


Due sono i principali criteri di classificazione delle Costituzioni moderne: la rigidità e la lunghezza. Tali concetti, di matrice dottrinale, hanno sviluppato nel tempo un'indubbia valenza sostanziale che, in aggiunta al loro ruolo ordinatore, permette di cogliere rilevanti differenze intercorrenti tra ordinamenti prima facie simili. 

La rigidità di una Costituzione va misurata tenendo conto delle procedure necessarie per la sua modifica. Quanto più il procedimento è gravato da oneri temporali, da maggioranze qualificate e requisiti simili tanto più sarà complesso modificare il testo della Carta. Un esempio di Costituzione rigida è la Costituzione Italiana del 1948, che disciplina all'art. 138 un complesso procedimento di revisione costituzionale. 

Al posto opposto della rigidità troviamo la flessibilità, caratteristica di quelle Costituzioni che possono essere modificate per legge ordinaria: ne è esempio lo Statuto Albertino (1848).

Altro snodo essenziale nella classificazione delle Costituzioni è la c.d. lunghezza (contrapposta alla brevità): una Carta è "lunga" laddove non si limiti ad enunciare pochi, fondamentali principi in materia di diritti e doveri dei cittadini ma articoli il suo testo dettando norme in materia di organizzazione dello Stato. Restando fermi sul nostro esempio è da notare come la Costituzione Italiana sia dunque lunga e rigida.