Lo scorso novembre 2022 abbiamo dato notizia^[1] dell’importante sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea, con cui i giudici si sono espressi in modo netto contro il limite di età di 30 anni imposto in Italia nei concorsi per Commissario di Polizia.

La Corte ha affermato che è incompatibile con la normativa europea la legislazione italiana “che prevede la fissazione di un limite massimo di età a 30 anni per la partecipazione a un concorso diretto ad assumere commissari di polizia”.

Curiosamente, da pochi giorni è stato pubblicato un nuovo bando di concorso per 140 Commissari di Polizia, bando che mantiene il limite a 30 anni di età. Perché?

Il limite di età per partecipare al relativo concorso è previsto dall’art. 3, comma 1, del decreto legislativo n. 334/2000, per cui “Il limite di età per la partecipazione al concorso, non superiore a trenta anni, è stabilito dal regolamento adottato ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 15 maggio 1997, n. 127, fatte salve le deroghe di cui al predetto regolamento”. A sua volta questo regolamento, il D.M. 103/2018, all’art. 3 comma 1 prevede appunto un limite di 30 anni.

Le sentenze della Corte di Giustizia, pronunciate ai sensi dell’art. 267 del TFUE, hanno efficacia vincolante solo nella controversia che ha dato luogo al rinvio pregiudiziale, e non incidono quindi direttamente sulla normativa del singolo Stato. Le istituzioni nazionali poi - in presenza di una pronuncia pregiudiziale della Corte che dichiara incompatibili alcune disposizioni interne con la normativa europea - dovrebbero intervenire per rimuoverla o adeguarla all'interpretazione conforme al diritto comunitario.

Ad oggi, però, questo in Italia non è stato fatto e il Ministero non avrebbe potuto discostarsi autonomamente da quanto ancora previsto dal decreto legislativo n. 334. Nel silenzio del legislatore, potrebbe ora toccare alla Corte costituzionale rimuovere il limite di età.

Coloro che ad oggi sono interessati a partecipare al concorso pubblico per 140 Commissari di Polizia, ma hanno superato il 30° anno di età, hanno un solo strumento per poter essere ammessi alle prove: promuovere ricorso al TAR del Lazio, singolarmente o collettivamente, con altri aspiranti candidati.

In questo modo la posizione di chi farà ricorso resterà aperta e, in caso di accoglimento della domanda cautelare, potrà partecipare al concorso con riserva. Durante lo svolgimento delle fasi concorsuali, poi, nelle more del processo, il legislatore potrebbe intervenire modificando la disciplina sul limite di età oppure potrebbe essere richiesto l’intervento della Corte costituzionale per consentire ai ricorrenti di inserirsi definitivamente nelle graduatorie di merito.

Nonostante la sentenza della Corte di Giustizia non possa modificare direttamente la normativa interna degli Stati, i giudici nazionali devono garantire la piena efficacia delle norme comunitarie “disapplicando, all’occorrenza, di propria iniziativa, qualsiasi disposizione contrastante della legislazione nazionale anche posteriore, senza doverne chiedere o attenderne la previa rimozione per via legislativa o mediante qualsiasi altro procedimento costituzionale” ^[2]. Questo lascia prevedere un elevato grado di accoglimento tanto delle domande cautelari di ammissione con riserva quanto di ammissione definitiva per quanti decideranno di fare ricorso. 

Lo Studio Legale Giaquinto, partner di Cammino Diritto, sta organizzando un ricorso collettivo a condizioni estremamente agevolate, che consentirà di richiedere l’ammissione con riserva al TAR di Roma, mantenendo aperta la possibilità di ammissione definitiva durante lo svolgimento del processo. Per aderire, lasciamo il link alla pagina dedicata: https://www.studiolegalegiaquinto.it/ricorso-commissari-polizia-2023-limite-eta/