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Pubbl. Mar, 6 Ott 2015

Giurisprudenza, nuova riforma: numero chiuso e doppio binario

Lucio Orlando


Si potrà scegliere tra il 3+2 ed il 4+1. Si attende il decreto del Miur.


E' alle porte una riforma strutturale e forse epocale per la Laurea in Giurisprudenza. Infatti, il Ministero della Pubblica Istruzione, in concerto con il Consiglio universitario Nazionale, ha improntato un percorso di riforma che porterà la facoltà di Giurisprudenza ad aprirsi di più alle dinamiche del mercato, garantendo una maggiore specializzazione per gli studenti ed al tempo stesso una maggiore flessibilità per gli Atenei, nella costruzione di percorsi di studio che siano attenti sia alle esigenze di un mercato sempre più globale ed internazionalizzato ma che sappia anche cogliere spunto dagli ambiti ed alle eccellenze territoriali.

E' alle porte una riforma strutturale e forse epocale per la Laurea in Giurisprudenza. Infatti, il Ministero della Pubblica Istruzione, in concerto con il Consiglio universitario Nazionale, ha improntato un percorso di riforma che porterà la facoltà di Giurisprudenza ad aprirsi di più alle dinamiche del mercato, garantendo una maggiore specializzazione per gli studenti ed al tempo stesso una maggiore flessibilità per gli Atenei, nella costruzione di percorsi di studio che siano attenti sia alle esigenze di un mercato sempre più globale ed internazionalizzato ma che sappia anche cogliere spunto dagli ambiti ed alle eccellenze territoriali.

Dall’attuale Laurea Magistrale in Giurisprudenza, che è operativa dal 2005, si passerà ad un percorso a doppio binario.

Il primo binario è rappresentato dal classico 3+2, utilizzato per la maggioranza delle facoltà del sistema universitario italiano e che per Giurisprudenza era stato proposto anche con la riforma del 2005, ma di fatto non è mai stato attuato. Nel modello 3+2 diminuiranno il numero dei crediti formativi vincolati previsto dalla normativa nazionale, per lasciar spazio a crediti formativi liberi, sistema che permetterà sia agli Atenei che agli studenti di creare percorsi di studio flessibili e in grando di rispondere alle vere esigenze del mercato del lavoro. Sarà in particolare il bienno finale ad essere improntato sulla specializzazione dello studente che però sarà indirizzato piuttosto verso le aziende ed il mercato del lavoro, invece che verso le professioni.

Il secondo binario invece è rappresentato dal sistema 4+1, secondo il quale dopo 4 anni di studio, si potrà scegliere un percorso di specializzazione di un anno. La specializzazione annuale sarà a numero chiuso, finalizzato all’iscrizione nell’albo degli avvocati o dei notai, e comprenderà 6 mesi di praticantato, che varranno a tutti gli effetti come tirocinio professionale, ed andranno dunque decurtati dai 18 mesi di pratica, attuando quanto previsto dalla riforma forense (legge 247/12).

Il provvedimento che sarà oggetto del tavolo di lavoro presso il Miur il prossimo 8 ottobre, dovrà essere concertato col ministro della Giustizia, Andrea Orlando. 

 

Immagine di copertina: Campus Universitario Einaudi per le facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche dell’Università di Torino.