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Pubbl. Dom, 3 Mag 2015

Diritto, pseudo-scienze, valori tradizionali e persone LGBT

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Gian Marco Lenzi


Verità giuridica e i suoi pericoli, teoria gender, famiglia tradizionale, religione, LGTB.


Che cosa è allora la verità? Un esercito in movimento di metafore, metonimie, antropomorfismi, in breve, una somma di relazioni umane, che sono state poeticamente e retoricamente ingigantite, trasposte, ingioiellite, e che, per essere state usate a lungo, appaiono ad un popolo salde, canoniche e vincolanti: le verità sono illusioni di cui si è dimenticato che sono tali.

(Friederich Nietzsche - Su Verità e Menzogna in senso Extramorale)

 

Non è un periodo facile per la verità etica, per i valori insindacabili degli assoluti così "giusti e naturali". Il nostro tempo, e precisamente dal 1900, ha aperto la porta a una contestazione di quei valori assoluti, su cui si basavano l'etica e gli ordinamenti degli stati pre-guerre mondiali. Si è certamente aperto, per via di questa crisi, un'interpretazione dell'uomo come "relativo", non più vincolato ai grandi assoluti del passato. 

Oggi, infatti, un certa dose di relativismo ha intaccato ogni ambiente, e laddove si era, in un certo modo, sicuri di un valore o di una mancanza, anche nella sua condanna, oggi tutto questo è stato significativamente ridimensionato. Nel 1600-700, in molti paesi del globo, bastava essere omosessuali, oppure appartenente di un altra razza o religione, per essere considerato un essere umano di serie B (e spesso, a dire al vero, condannato a morte), non rientrando in quei principi etici giusti e assoluti che si mostravano negli altri.

Certo tutto questo era dovuto all'importanza che la religione aveva in quel periodo storico. Infatti, sia nell'occidente "cristiano" che nei paesi musulmani, era - ed è ancora per questi ultimi - possibile notare la presenza visioni assolutistiche. Queste visioni si trasmettevano in quello che è lo strumento - o uno degli strumenti - di imposizione dell'etica nella società, e cioè il diritto.

Con la perdita d'importanza della religione, con la secolarizzazione della società, questi assoluti si sono smorzati, anche all'interno delle stesse religioni, che sono oramai più aperte all'accettazione del dato oggettivo o, comunque, una visione meno unitaria del modo di essere "umano". Conseguentemente, anche gli ordinamenti giuridici hanno accettato e si sono armonizzati con questa evoluzione del pensiero, certamente consentendo un grosso passo in avanti alla condizione di chi apparteneva alla "serie b" del genere umano.

Oggi però la verità non è stata di certo abbadonata, ma si è evoluta, assegnando alla scienza il ruolo di chi disegna "il vero". Se questo può essere visto come un passo avanti, almeno per il metodo scientifico con cui è condotta, la scienza-verità non è scevra dal pericolo che era presente in quella etico-religiosa. Infatti, se consideriamo che la scienza è condotta dall'uomo, e quindi soggetta a tutti gli errori e fraintendimenti, dubbi ed evoluzioni e nuove scoperte che la contraddistinguono, possiamo capire quanto essai sia fallibile. In particolare, alcune parti della "scienza" sono più soggette all'errore, e in particolare sono più propense ad incidere sul principio di uomo-verità di cui parlavamo poc'anzi.

Particolarmente pericoloso è infatti qualificare quali siano le scienze meno soggette all'errore, e quindi quelle che si possono solo in senso debole stabilire come tali. Mi sto riferendo alle cosiddette scienze umane (o scienze sociali). Queste cosidette scienze, non possono in nessun modo offrire delle verità oggettive come possono viceversa fare materie quali la fisica, la chimica, la biologia, la matematica, eccetera.

Il pericolo di pensare queste scienze come vere lo possiamo notare sempre nel collegamento con la verità-diritto. Pensate a un ordinamento basato sulle teorie eugenetiche naziste, sull'antropologia criminale di Cesare Lombroso o sul razzismo scientifico e psicologico: questi esempi teorici che oggi ci fanno rabbrividire e che riteniamo così lontani dalla realtà, ma si sono tramutati in realtà negli abominevoli manicomi, descritti nella loro "scientifica" ordinata crudezza e segregazione nelle opere di Foucault. Basta infatti indicare un individuo come scientificamente corrotto, degenerato, innaturale, pericoloso dalla nascita per trovare delle norme contro di esso: per escluderlo, richiuderlo, ucciderlo.

E' molto pericoloso, in qualunque delle sue forme, pensare di poter indicare qualcosa come naturale, come modello unico e vero, come assoluto. Ancora oggi questo pericolo non è del tutto scomparso, e si ripresenta sotto le sembianze dell'ideologia religiosa.

Se pensiamo alla attuale polemica che ha suscitato il "pensiero LGBT", e la richiesta da parte di questi soggetti di una parità di diritti e di possibilità, possiamo farci un'idea più specifica. Infatti, per contrastare questa "teoria gender" (e ai nuclei familiari che le compongono), si fa spesso riferimento alla difesa della famiglia naturale, tradizionale: quella che per i loro assertori è l'unica vera e giusta, cioè quella nucleare. Se però prendiamo a caso un libro di antropologia o di storia, ci rendiamo conto quanto questa famiglia naturale e tradizionale si riduca, quasi da subito, in una famiglia tradizionale-cristiana.

Ci sono, e ci sono stati, infatti, molti tipi di "famiglie diverse", da quella estesa a quella multipla, con vari esempi storici e ancora presenti in Africa e in Asia. Nessuno ha la possibilità di definire quale sia il nucleo familiare giusto, anche se si configura come una famiglia di fatto o sia composto da persone LGBT; infatti, questa scelta può essere dovuta a motivi personali, religiosi, sessuali o etici ma di certo non merita una legislazione di "serie B" o avere diritti minori rispetto ad altre. Non per questo, quindi, alcuni devono essere limitati o danneggiati.

Ugualmente pericolose sono le applicazioni delle pseudo-scienze e la identificazione di soggetti come più pericolosi "dalla nascita", come nelle deliranti tesi di Cesare Lombroso. Tristemente, ancora oggi ci sono autori, come il britannico Prof. Adrian Raine, che cercano nella genetica della persona le cause di comportamenti violenti o antisociali, il "criminale naturale". Ancora oggi quindi si cercano motivi per etichettare, identificare, gestire, reprimere talune persone invece che altre.

In conclusione, è sempre meglio lasciare la "verità" altrove e non negli ordinamenti giuridici che sono soggetti a scelte molto umane e, per questo stesso motivo, spesso errate per quello che concerne gli interessi che vogliono tutelare, di certo non qualificabili in termini di "naturalità".

Per questo, ritornando a quello che è il concetto di fondo della rubrica di questo mese - i drammi del nostro tempo -, credo che gli assoluti portino a conseguenze catastrofiche, soprattutto se nelle mani di una maggioranza o di chi può coercire: gli assoluti nel diritto sono stati uno dei drammi del nostro tempo a cui, forse, non abbiamo ancora detto basta.