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Pubbl. Dom, 28 Ott 2018

Come avere e conservare il reddito di cittadinanza

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Saverio Setti
Dirigente della P.A.Ministero della Difesa


Sono pochi gli elementi certi ad oggi, ma vediamo di riassumere, sulla base delle misure già esistenti e della volontà parlamentare in formazione, come si potrà ottenere e conservare questo importante contributo.


Nei due precedenti video abbiamo visto qual è l’incidenza del reddito di cittadinanza sulla fiducia dei mercati e sulla tenuta dei conti del nostro Paese.

Oggi cambiamo prospettiva e vediamo la cosa dal punto di vista del cittadino. Che cos’è concretamente è il reddito di cittadinanza? Chi ne ha diritto e come ottenerlo?

Nella nota integrativa al DEF, che trovate qui sotto in forma integrale, è previsto lo stanziamento di più di 16 miliardi di euro per la quota 100 e per l’intervento diretto di sostegno al reddito dei soggetti economicamente più deboli: si tratta delle pensioni di cittadinanza e del reddito di cittadinanza.

Al momento in cui vi parlo non c’è ancora piena certezza su tutti gli elementi che costituiranno questo reddito di cittadinanza, perché sarà introdotto in un collegato della legge di bilancio. Questa deve essere inviata alla Commissione europea per il controllo sulla tenuta dei conti e sui riflessi sulla stabilità dell’euro. La Commissione può proporre dei correttivi e la legge deve essere portata in discussione entro il 20 ottobre ed approvata entro il 31 dicembre. 

Studiando proprio la grande mole di lavori preparatori a questa legge, possiamo darvi delle linee guida, sui cui sembra ormai esserci una convergenza parlamentare.

Fondamentalmente tre sono i requisiti che deve possedere la persona fisica per poter validamente richiedere il sostegno economico:

  1. È necessario aver compiuto il 18esimo anno di età;
  2. Essere residenti nel territorio nazionale ed avere la cittadinanza di un Paese dell’Unione Europea, oppure, se privi di cittadinanza, regolarmente residenti per almeno 10 anni in Italia;
  3. Essere disoccupati o, se occupati, percepire un reddito inferiore alla soglia di povertà stabilita dall’Istat. Si tratta di una somma variabile, a seconda dei componenti della famiglia. Ad oggi l’Istat ci dice che, in Italia, è povero chi viva da solo con meno di 780 euro al mese.  

Se questi sono i requisiti per ottenere il reddito di cittadinanza, saranno previsti anche dei requisiti per mantenerlo, tra cui, ad oggi, vediamo:

  1. L’iscrizione ad un centro per l’impiego;
  2. Lo svolgimento contemporaneo di lavori di pubblica utilità disposti in un apposito programma e la frequenza di corsi di aggiornamento professionale;
  3. Il beneficiario dovrà accettare al più la terza proposta di lavoro, equa e non eccessivamente lontana dalla propria residenza

Non è ancora chiara la durata del sussidio, perché attualmente in commissione bilancio della Camera si sta valutando un periodo compreso tra 3 anni e 18 mesi.

Con riferimento alla cifra, come abbiamo detto, l’obiettivo è garantire ai cittadini di vivere al di sopra del reddito di povertà, quindi di disporre, ogni mese, di almeno 780 euro. Quindi, per fare un esempio, chi ha reddito zero percepirà 780 euro, chi ha un reddito mensile di 200 euro ne riceverà 580, chi ha un reddito di 500 ne percepirà 280 e così via. Ovviamente il superamento della soglia di povertà non è basato solo sul reddito vero e proprio, ma anche sul patrimonio, quindi immobili, rendite finanziarie, depositi fruttiferi e non eccetera. Insomma, per essere precisi, più che al reddito si dovrà guardare all’ISEE, cioè l’indicatore di situazione economica equivalente, che, per un single, dovrà essere inferiore a 9.360 euro l’anno, cioè, appunto, 780 euro al mese.

Importante è sottolineare che il reddito di cittadinanza sarà erogato anche a quanti abitino in un immobile di proprietà, ma dal totale erogato sarà sottratta una somma chiamata affitto imputato. Si tratta di una cifra variabile tra 200 e 400 euro per tenere conto del fatto che il beneficiario non deve pagare un affitto.

Da un punto di vista concreto il reddito assumerà la forma di una tessera di credito: una sorta di bancomat su cui verrà accreditata la somma di denaro che spetta al titolare. Secondo l’intendimento del governo, questa modalità è la migliore, perché consente la tracciabilità dei pagamenti, e quindi impedisce il nero e le cosiddette “spese immorali”. Questo è uno dei punti più controversi, dato che il concetto di immoralità della spesa è estremamente soggettivo. Ad oggi sembra che con la card non sarà possibile l’acquisto di tabacchi lavorati e di giochi a premi, che sono sottoposti alla gestione dei monopoli di Stato.

Importante è anche sapere che, sempre a quanto risulta dai lavori preparatori, non sarà possibile accumulare la somma percepita di mese in mese. Questa dovrà essere interamente spesa o verrà riversata nel fondo dell’erario. 

Qual è il procedimento di richiesta? Ad oggi dovrebbe essere lo stesso previsto per il reddito di inclusione. Occorrerà presentare domanda presso il Comune di residenza, con modulo prestampato ed allegata dichiarazione ISEE. Gli uffici comunali provvederanno alla verifica dei requisiti di residenza e cittadinanza e, entro 15 giorni, invieranno la pratica all’INPS, che ha cinque giorni di tempo per una ulteriore verifica sulla sussistenza di tutti i requisiti. In caso di esito positivo, l’INPS chiude il procedimento amministrativo con atto di accoglimento e invia a Poste Italiane l’ordine di accredito. Le Poste, quindi, invieranno il beneficiario a ritirare la carta presso i propri uffici e, successivamente, invieranno il codice pin per poterla utilizzare.

Infine, attenzione alle false attestazioni, perché si prevede un inasprimento delle pene per quanti cerchino di imbrogliare, con possibilità di applicazione di una sanzione detentiva fino a sei anni.