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Pubbl. Dom, 17 Gen 2016

Vladimir Putin: manager della crisi o abile demagogo?

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Alessandra Parrilli


I commenti della stampa russa sull´annuale conferenza del presidente Vladimir Putin, alla luce degli eventi degli ultimi mesi, che stanno cambiando profondamente i rapporti tra gli Stati e il ruolo della Federazione Russa nell´arena internazionale.


Il 17 dicembre, come di consueto, si è svolta l’annuale conferenza stampa del presidente russo Vladimir Putin. A differenza delle precedenti dieci, quest’ultima verrà ricordata per il più alto numero di giornalisti in rappresentanza dei maggiori media internazionali e nazionali, che hanno avuto l’occasione di poter intervistare il leader russo circa le principali problematiche che interessano il paese, nella sfera della politica interna ed estera e dell’economia internazionale.

Gli eventi che hanno interessato non solo la Russia, ma tutto il mondo negli ultimi mesi, sono stati gli argomenti centrali della conferenza stampa del presidente russo, che ha risposto alle domande sulla crisi economica che attanaglia il paese, la riforma del sistema pensionistico, il ruolo della Russia nell’arena internazionale, il conflitto in Sira e i rapporti con l’Ucraina e gli Stati Uniti e molte altre tematiche.

La conferenza annuale del presidente Putin ha un ruolo fondamentale nel consolidamento e nella conferma del ruolo del leader russo, il quale, rispondendo alle domande e alle provocazioni dei giornalisti, può spiegare alla popolazione e agli spettatori di tutto il mondo il ruolo dello stato russo nelle complesse dinamiche della politica estera e della lotta al terrorismo internazionale e gli interventi del governo per la risoluzione delle problematiche economiche nazionali.

Nella prima ora di conferenza, Vladimir Putin ha risposto alle domande dei giornalisti circa le possibili strategie per uscire dalla crisi economica. Dopo aver spiegato, con un aneddoto, che talvolta è possibile giudicare gli eventi presenti confrontandoli con quelli del passato, con il suo tono sicuro, ha rassicurato che le previsioni del passato erano più pessimistiche del dovuto, che il costo previsto del petrolio era maggiore di quanto sia in realtà oggi, ma che “siamo ancora chiamati a cambiare qualcosa”. Inoltre, ha evidenziato la crescita del 3% della produzione alimentare ed agricola (103,4 milioni di tonnellate), ha sottolineato che il settore energetico cresce, il debito estero si è ridotto del 13% e il tasso di disoccupazione è stabile al 5,6%, [1] grazie al lavoro costante dello stato e del governo. Il presidente ha anche parlato del settore dell’industria petrolifera, per il quale il governo sta elaborando alcune proposte legislative. “Sono state prese diverse decisioni alcuni anni fa circa il petrolio ad alto tasso di zolfo. Tali decisioni comportano una tassazione. Siamo consapevoli dell’insoddisfazione delle compagnie petrolifere. Avevamo assicurato loro che sarebbero stati ridotti i dazi doganali, ma ciò non è avvenuto. Il governo dovrà considerare attentamente delle soluzioni per non “uccidere la gallina dalle uova d’oro”” - ha precisato il presidente Putin.

Al leader del Cremlino sono state poste domande anche sugli ultimi eventi tragici avvenuti negli ultimi anni: in primo luogo, sul conflitto in Ucraina e sul rapporto con gli USA. Alle provocazioni dei giornalisti ucraini, Putin ha risposto con decisione, ribadendo che Mosca mira al raggiungimento di un accordo sul conflitto in Ucraina il prima possibile, in quanto “vorremmo che  questo conflitto termini al più presto, senza la perdita di vite umane nell’Ucraina sud-orientale.” Inoltre, il premier russo precisa che “non siamo intenzionati ad introdurre alcun tipo di sanzioni nei confronti dell’Ucraina. Semplicemente, lo stato ucraino non avrà più alcuna agevolazione o preferenza in relazione alla cessazione degli accordi sulla zona di libero commercio.” Dunque, sebbene si dichiari favorevole ad un accordo definitivo con Kiev, il presidente russo teme che nel 2016 possano peggiorare i rapporti economici con l’Ucraina. Per quanto riguarda, invece, lo scambio di prigionieri a Donbass, spiega che dovrà essere di egual misura sia da parte della Russia che dell’Ucraina, dichiarando che: “Così sostiene anche Petr Alekseevič Porošenko. Abbiamo molte divergenze con il governo ucraino, ma su questo siamo completamente d’accordo.”

Per quanto concerne gli USA, Putin afferma che la Russia non si è mai rifiutata di collaborare con gli Stati Uniti, è pronta ad intensificare i rapporti con gli USA e a collaborare con il futuro presidente che i cittadini americani eleggeranno.

Alle domande dei giornalisti sulla questione del South Stream, Putin non si dichiara certo della necessità di limitare il transito del gas russo attraverso il territorio ucraino. Queste sono le sue dichiarazioni: “I nostri partner ucraini sono in grado di fare ciò che noi facciamo con i partner europei con il Nord Stream? [2] Sono in grado? Se sì, continueremo a collaborare con loro. Non sono in grado? Allora considereremo cosa fare.” Il leader russo si esprime anche sulla questione del South Stream, dichiarandosi sorpreso dalla posizione del governo bulgaro: infatti afferma: “Noi lo abbiamo progettato per aiutare la Bulgaria. Mi stupisce la posizione della Bulgaria, in quanto non è chiaro per quali motivi abbia trascurato i suoi interessi nazionali. Si sarebbero dovuti investire circa tre miliardi per la realizzazione del progetto: ciò avrebbe comportato posti di lavoro, stipendi, guadagni sotto i punti di vista.. No! Allora, no!”

Sul progetto del Turkish Stream, [3]  invece, il presidente si esprime con maggiore cautela. Sostiene, infatti, che è necessaria l’approvazione della Commissione Europea, dichiarando di aver interrotto le trattative, in quanto “ci servono le garanzie scritte da parte della Commissione Europea che tutti i percorsi, anche quelli eventuali, attraverso la Turchia e l’Europa saranno realizzati.” È innegabile, infatti, che in seguito all’episodio dell’abbattimento del cacciabombardiere russo Su-24 [4] da parte di un F-16 turco avvenuto il 24 novembre di quest’anno, i rapporti con la Turchia e i progetti di collaborazione si sono del tutto bloccati.

Secondo i dati reperiti dalla scatola nera – parzialmente danneggiata – del cacciabombardiere, il Su-24, che sorvolava i cieli siriani e che nel momento dell’attacco si trovava nel territorio siriano nord-occidentale a 5,5 km di distanza dal confine con la Turchia, è precipitato a 4 km dal territorio turco. Nonostante questi dati, il governo di Ankara si difende sostenendo che il caccia russo avrebbe violato lo spazio aereo turco.

Il presidente Putin ha interpretato questo attacco come un “atto ostile” e come “una pugnalata alle spalle, da parte di complici di terroristi[5] e, a tal proposito, ha dichiarato duramente ma in maniera molto chiara ai giornalisti turchi: “Non ci siamo mai rifiutati di collaborare. Le autorità turche avranno pensato che saremmo scappati. No! La Russia non è un paese del genere. Abbiamo aumentato la nostra presenza in Siria e il numero della aviazione bellica. Lì mancava del tutto un sistema russo di contraerea,[6] ora lì abbiamo gli S-400. [7] Se in precedenza la Turchia volava e violava lo spazio aereo della Siria, che continui a volare. Se qualcuno nel governo turco ha deciso di corteggiare gli americani, non so quanto possa interessare all’America. In ogni caso, hanno messo tutti in una situazione molto complessa.

Nonostante l’interruzione delle trattative sul Turkish Stream e le conseguenze dell’attacco al caccia russo, il leader di Mosca afferma che tutto dipende dalle decisioni del governo russo e dichiara che “noi non consideriamo la Turchia uno stato nemico. Ha compiuto un atto ostile e i rapporti sono peggiorati. La palla non è dalla nostra parte, ma da quella turca.” 

Tuttavia, occorre tener presente che in risposta agli eventi degli ultimi mesi il governo della Federazione Russa sta predisponendo delle misure economiche speciali nei confronti della Turchia, sebbene sia possibile che queste vengano rimandate in base alle consultazioni politiche.[8]

Riguardo l’episodio dell’aereo russo diretto a San Pietroburgo e precipitato nella penisola del Sinai lo scorso 4 novembre,[9] a causa del quale sono morte 224 persone, e in risposta alla sospensione dei voli delle compagnie russe da e verso l’Egitto, Vladimir Putin ha dichiarato: “Ridurremo le limitazioni sui voli dell’aviazione nazionale, quando saremo certi della sicurezza dei nostri cittadini. Per fare ciò è necessario avere dei rappresentanti in tutti i livelli di controllo, dal momento dell’imbarco a quello dell’alimentazione. Dobbiamo trovare una risposta alla minaccia.”

L’aspetto più importante e interessante di tutta la conferenza stampa è indubbiamente la posizione del governo russo nei confronti della Siria e nella lotta al terrorismo internazionale e all’ISIS. Il premier russo sostiene che solo il popolo siriano ha il diritto di decidere chi governerà il paese e che la situazione politica instabile in Siria potrà essere risolta, meglio tardi che mai. Il presidente Putin, inoltre, sostiene l’iniziativa degli USA per la Siria, da presentare al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Dichiara infatti: “Abbiamo un piano? Si! (…) Nei principi degli aspetti chiave corrisponde, per quanto possa sembrare strano, alle proposte degli Stati Uniti: collaborazione sulla costituzione, la creazione di strumenti di controllo per le future elezioni, le elezioni stesse ed il riconoscimento dei risultati. (…) Il Segretario di Stato (John Kerry) è venuto (a Mosca) proprio per presentare il progetto di rivoluzione. Nel complesso, questo per noi va bene. Credo che anche le autorità siriane dovranno contribuire, anche se sicuramente non gradiranno qualcosa.” In seguito, aggiunge: “Noi non abbiamo cominciato la guerra. Noi conduciamo operazioni belliche. Ciò non comporta un peso grave sul budget nazionale. Abbiamo semplicemente riorientato una parte dei mezzi che abbiamo investito sull’istruzione bellica, nelle operazioni in Siria.”

Il presidente ha prestato molta attenzione alla tematica del terrorismo internazionale e delle rivendicazioni dei numerosi attacchi terroristici degli ultimi mesi da parte dell’ISIS.[10] Quest’ultimo, secondo il parere del premier russo, deve il suo potere al business del contrabbando del petrolio. Ecco il punto di vista di Vladimir Putin: “L’ISIS è solo un elemento secondario, viene sfruttato. Questo è il mio parere. Sono entrati in Iraq e si è creato un vuoto nel commercio del petrolio. Lì è nato un business del contrabbando dalle dimensioni immense. Per difendere questo business è necessaria una struttura bellica. In sostanza, il fattore islamico è stato sfruttato per questo fine. In questo modo è nato l’ISIS, che è a servizio degli interessi economici di qualcuno.”

Queste sono le tematiche centrali della conferenza del premier russo che, come è facile immaginare, ha suscitato reazioni molto diverse sia nella stampa nazionale che in quella internazionale. È innegabile, infatti, che l’importanza degli argomenti trattati, la personalità e la figura del leader russo  e il ruolo della Federazione Russa nell’arena internazionale sono di grande importanza.

Molti politologi russi hanno interpretato quest’ultima conferenza di Putin come “anticrisi”, in quanto il presidente ha dimostrato l’intenzione del paese di uscire dalla crisi e ha spiegato le mosse fatte dal governo e i risultati positivi ottenuti nel 2015. Nonostante la situazione in cui il paese si trova, il Capo di Stato ha saputo affrontare le complesse domande dei giornalisti, soprattutto quelle relative alla sfera della politica interna. Kostantin Kostin, il presidente della direzione del “Fondo per lo sviluppo della società civile” (FoRGO) definisce la conferenza stampa di Putin come un discorso “anticrisi”, in quanto, nonostante le numerose minacce esterne, le conseguenze della globalizzazione e la mancanza di regole unitarie, il Presidente russo ha dimostrato che il governo non solo ha continuato ad essere unitario ma è anche evoluto in meglio. “Il presidente ha dimostrato che sono state valutate tutte le questioni più complesse (..). Per me il momento più importante è stato quello in cui ha dichiarato che, nonostante la contingenza storica negativa, la Russia continuerà a crescere – mostrando in che modo svilupperà le infrastrutture, incrementerà le entrate, non solo oggi ma anche tra 10 anni.” – ha dichiarato Kostin. Dello stesso parere è Aleksei Mukhin, direttore generale del Centro di Informazione Politica, il quale ha definito Putin come un uomo politico forte che si trova ad affrontare una situazione molto complessa, un uomo in grado di filosofeggiare e confortare con il suo tono deciso e sicuro. Secondo la gran parte dei politologi russi, il presidente con le sue risposte alle domande provocatorie dei giornalisti è stato in grado di dimostrare al paese che la priorità assoluta è la risoluzione dei problemi economici del paese. Kostin, inoltre, ha evidenziato un’importante novità nella posizione del governo e del presidente russi nei confronti delle tematiche della politica internazionale: la Russia, infatti, sostiene il programma degli USA, soprattutto per quanto concerne la Siria ed è pronta a creare una coalizione antiterroristica.

Del parere opposto sono i giornalisti e gli esperti di Novaya Gazeta, i quali commentano con un tono più critico e ironico la conferenza stampa di Vladimir Putin, definendola un vero e proprio show, il più importante dell’anno. È innegabile, infatti, che nella conferenza stampa del 17 dicembre sono state trattate tematiche più importanti e di interesse generale, che coinvolgono l’intero paese, rispetto alle conferenze stampa degli anni passati.

È particolarmente interessante il punto di vista di Kirill Martynov, redattore della sezione economica e politica del giornale, il quale ritiene che la conferenza del 17 dicembre abbia dato inizio alla creazione della nuova immagine del presidente. Definendo questo evento come il più caratteristico e tipico esempio di teatro politico russo, vuole evidenziare come questa volta, a differenza delle precedenti conferenze annuali, il presidente abbia cercato di rinnovare la sua immagine pubblica agli occhi del popolo, in modo da apparire come un uomo con qualità personali uniche, una figura indispensabile per il paese, il cui unico fine è quello di risollevare lo stato, farlo uscire dalla crisi, in cui si è “precipitati” a causa di fattori esterni, un uomo che non si fa spaventare dalla domande provocatorie dei giornalisti e che parla in maniera semplice rivolgendosi direttamente al popolo, in modo che quest’ultimo possa capire. Secondo il parere dell’esperto, la gravità della situazione in cui versa il paese oggigiorno viene sfruttata per rafforzare il carisma personale della figura del presidente, il quale, se negli anni passati poteva essere definito storico, geopolitico ed esperto nel consolidamento nazionale, oggi risulta come un vero e proprio esperto “manager della crisi”. Infine, Martynov aggiunge che il cambio di immagine e la “rivoluzione” nello stile delle manifestazioni pubbliche del presidente continueranno molto verosimilmente in futuro, poiché quanto più complessa sarà la situazione da affrontare, tanto più risoluto e professionale dovrà essere il Capo di Stato.

 

Note e riferimenti bibliografici

[1]  Secondo i dati dell’Analitičeskij Centr pri Pravitelstve Rossiskoij Federacij, il tasso di disoccupazione in Russia sta registrando una tendenza alla diminuzione. All’inizio del 2011, aveva raggiunto  il 7,8%, mentre nel 2015 è sceso al 5,4%. Tuttavia, tra l’inizio dell’autunno del 2014 e i primi mesi del 2015 si è registrato un leggero aumento del numero di disoccupati, a causa delle riduzioni del personale lavorativo. La percentuale più bassa di disoccupazione si registra nella capitale, in cui è minore dell’1%; al contrario, nella regione di Ingušetia raggiunge il 40%.

[2] Il North  Stream (in russo: Северный поток) è un gasdotto, realizzato da Gazprom ed altre compagnie europee, che trasporta il gas proveniente dalla Russia fino in Germania, passando per il Mar Baltico, senza passare per la Polonia e i paesi baltici; al contrario, il South Stream (in russo: Южный поток) è un progetto sviluppato - non ancora realizzato - da Gazprom, Eni ed EDF per la costruzione di un gasdotto che connette la Russia ed alcuni stati dell’UE (Italia, Austria, Serbia, Bulgaria, etc.) senza coinvolgere i paesi extra-comunitari, passando per il Mar Nero.

[3]  Il Turkish Stream (in russo: Турецкый поток) è il progetto internazionale di un gasdotto, che dalla Russia meridionale dovrebbe trasportare il gas fino in Turchia, passando attraverso il Mar Nero. La realizzazione di questo gasdotto, proposto dal presidente Putin nel 2014 e progettato da Gazprom, è stata sospesa dalla Russia nel novembre 2015 e ufficialmente abbandonata dalla Turchia nel mese successivo.

[4]  Sukhoj Su-24 (in russo: Сухой Су-24)

[5] Putin parla di: враждебный акт (atto ostile) e удар в спину со стороны пособников террористов (colpo alle spalle, da parte di complici di terroristi).

[6] In russo: системa ПВО (acronimo di: Пpoтивовоздушнaя oбopoнa).

[7] S-400 (in russo: C-400) è una tipologia di missile terra-aria, utilizzato per la difesa dello spazio aereo.  

[8] Secondo quanto riporta РИА Новости – 18.12.2015

[9] L’aereo è precipitato non lontano dall’aerea in cui l’esercito egiziano sta combattendo contro i militanti dell’ISIS. Sebbene questi ultimi abbiano dichiarato di essere gli autori dell’attacco, fatto in risposta agli attacchi aerei russi in Siria, le fonti della sicurezza egiziana sostengono che la causa sia un guasto tecnico ed escludono qualsiasi tipo di atto terroristico, poiché l’aereo volava ad un’altezza troppo elevata per poter essere abbattuto dai jihadisti. Tuttavia, diverse compagnie aeree (tra cui Lufthansa ed Air France) hanno deciso di sospendere temporaneamente i voli diretti in Egitto e che sorvolano quella zona. Solo dopo un po’, il presidente russo ha stabilito la sospensione dei voli delle compagnie russe sull’Egitto.

 [10] ISIS (dall’inglese: Islamic state of Iraqi and Siria) anche noto come IS (Islamic State), in russo è definito ИГИЛ (Иcлaмcкoe Гocyдapcтвo Иpaкa И Лeвaнтa), ИГ (Иcлaмcкoe Гocyдapcтвo) oppure con l’abbreviazione araba ДАИШ.

Izvestija – 17.12.15 http://izvestia.ru/news/599633

Novaya Gazeta 18.12.2015 http://www.novayagazeta.ru/columns/71218.html    

Novaya Gazeta 17.12.2015 http://www.novayagazeta.ru/columns/71221.html

Ria Novosti -  17.12.2015