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Pubbl. Dom, 15 Nov 2015

Il DDL stabilità, una manovra basata sul deficit 7RYUQKPV9C3NCIR

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Ugo Tedesco


In che modo la legge di Stabilità 2016 influirà sull´economia italiana


Nel seguente articolo descriviamo alcuni dei punti chiave del disegno di legge, con particolare riferimento alla loro copertura finanziaria nel bilancio dello Stato. Inoltre, concludiamo con una riflessione sul perchè tale DDL potrebbe essere considerato una manovra basata sul deficit, in vista di un possibile rigetto da parte dell'Europa, in conseguenza dei rigidi controlli sui bilanci dei Paesi dell'eurozona.

Superammortamento

Il superammortamento (1) 2016 introdotto dal nuovo ddl stabilità consente alle aziende che investono in beni strumentali di ammortizzare il relativo cespite in misura del 140% per cento piuttosto che il 100%. La stima degli esperti prevedono che il costo di tale operazione per il bilancio dello stato sia di 1 miliardo di euro.

I soggetti beneficiari di questo intervento sono tutte le imprese che effettuano investimenti produttivi.

Il meccanismo prevede che nel momento in cui si redigono le scritture di assestamento il costo del bene sia aumentato del 40%. Quindi, dal punto di vista civilistico il bene viene ammortizzato secondo aliquote ordinarie, mentre dal punto di vista fiscale viene concessa una variazione in diminuzione della base imponibile su cui verranno calcolate le imposte.

Abrogazione clausole di salvaguardia e TASI

Inoltre la legge di stabilità prevede il disinnescamento delle c.d. clausole di salvaguardia (2), ovvero quelle clausole contenenti aumenti delle accise volte a fornire le coperture per il bilancio dello Stato. Tali clausole portavo un gettito fiscale di circa 17 miliardi ed il calo previsto di 20 miliardi previsto è calcolato tenendo conto di queste clausole.

Per rivitalizzare il settore immobiliare, il governo ha pensato anche all’eliminazione della TASI sulla prima casa che pesa sulle famiglie italiane circa 220 euro anni. Anche se la mancanza della TASI rischierebbe di mandare in difficoltà i comuni, i quali dovranno istituire nuove imposizioni per raccogliere introiti.

L’abolizione della TASI sull’abitazione principale comporta la possibilità, per i Comuni, di applicare l’intera maggiorazione alle seconde case. In realtà, secondo quanti si apprende, la nuova norma potrebbe limitare questa possibilità solo alle amministrazioni che avevano già fatto la scelta di far pagare l’intera maggiorazione dello 0,8 per mille alle seconde case, come ad esempio Milano e Roma. In pratica, i Comuni non potranno decidere di applicare la maggiorazione a partire dal 2016, ma se la prevedevano già nel 2015 possono continuare a riscuoterla.

I due Bonus Mobili

In pratica, al Bonus Mobili tradizionale si aggiunge un nuovo incentivo fiscale, esclusivamente per giovani coppie fino a 35 anni: una detrazione del 50% fino a 20mila euro per acquisto di arredi destinati all’abitazione principale appena acquistata. Obiettivo, incentivare il mercato delle compravendite immobiliari dopo quello delle ristrutturazioni edilizie.

Il nuovo incentivo nella nuova Legge di Stabilità fa dunque coppia con il Bonus Mobili già in vigore, prorogato (assieme all’agevolazione sulle ristrutturazioni edilizie al 50% e all’Ecobonus al 65%) per tutto il 2016: continua quindi ad applicarsi anche la detrazione del 50%, fino al un tetto massimo di spesa di 10mila euro, per arredi ed elettrodomestici di classe A destinati a immobili oggetto di ristrutturazione agevolata al 50%. C’è anche un allargamento della platea dei beneficiari a case popolari ed ex IACP.

 

I risvolti economici della nuova legge di stabilità

Quindi possiamo asserire che la legge di stabilità 2016 è una manovra che si basa sul deficit. Questa potrebbe essere rigettata dall’Europa, la quale applica un rigido controllo sui bilanci dei paesi dell’eurozona, anche se i problemi veri potrebbero arrivare dilazionati in un paio d’anni in due modi:

- L’Europa potrebbe richiedere fra qualche tempo allo stato Italiano di rientrare dal deficit e dalla mancanza delle clausole di salvaguardia, reintroducendole in misura maggiore o attraverso tagli ingenti nella spesa pubblica.

- Difficilmente l’attuale governo deciderà reintrodurre le tasse, e quindi si continuerà con il finanziamento a deficit che ora è previsto nella misura dell’1.1% per il 2017, allo 0.2% per il 2018. Si può parlare di soglia pericolosa perché in contrasto con il fiscal compact, ossia il patto di bilancio dell’eurozona che prevede:

Obbligo di non superamento del deficit strutturale dello 0.5%;

Mantenere il rapporto deficit/PIL al massimo del 3%;

L’obbligo di riduzione di almeno 1/20 del rapporto debito/PIL ogni anno, per questi paesi con un rapporto superiore al 60%.

Il problema principale è che con la nuova legge di stabilità, se questi sono i dati, il PIL difficilmente salirà abbastanza, visto che i consumi difficilmente verranno stimolati. Questo causerà un incremento del numeratore del rapporto del debito/PIL.

Questo potrebbe causare un effetto a catena, che porterebbe un’impennata dell’imposizione fiscale da parte del governo, per reperire i fondi necessari alla copertura delle spese imputate ai vari capitoli di bilancio.

 Un aumento dell’imposizione porrebbe le imprese in una situazione al quanto rischiosa, in quanto la globalizzazione dei mercati ha portato le grandi imprese italiane a confrontarsi con sistemi economici nei quali l’imposizione e il costo della mano d’opera sono sensibilmente minori in confronto del sistema nostrano.

Tutti questi avvenimenti, potrebbero costringere le imprese nostrane ad un rincaro dei prezzi dei prodotti allocati sul mercato, facendo perdere appetibilità ai beni offerti dalle aziende del bel Paese.

Alternativamente, per abbattere i costi si dovrebbe puntare su una minore qualità del prodotto per la quale l’impresa ha effettuato investimenti specifici per acquisire determinati know-how e crearsi un vantaggio competitivo nel settore di appartenenza.

L’applicazione di una strategia del genere sarebbe a dir poco disastrosa, in quanto le aziende così facendo non potrebbero applicare una politica di retention(3), a causa di una minore qualità rispetto a prodotti similari e inoltre renderebbe poco efficienti economicamente tutti gli investimenti specifici posti in essere dall’azienda stessa fino a quel momento.

Inoltre con un’imposizione maggiore le imprese italiane non potrebbero contemperare gli interessi dei vari stakeholder che convergono all’interno dell’impresa, perché la maggior parte delle risorse finanziarie sarebbero impiegate per aumentare la competitività dei prodotti, facendo nascere in capo all’impresa dei costi di transazione elevati.

La strategia migliore nel caso di un eventuale aumento della tassazione sarebbe quello di contrarre un maggiore indebitamento maggiore, per fruire della deducibilità degli interessi passivi andando però ad aumentare la leva finanziaria. Questo ha come rovescio della medaglia, un’assunzione di rischi maggiore da parte dell’impresa.

 

 

Note e riferimenti bibliografici

(1) Il sole 24 ore, “Superammortamento da subito” di Marco Rogari
(2) Disegno di legge, “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)”
(3) A. Zattoni, Corporate Governance, Egea, 2013