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Pubbl. Gio, 24 Set 2015

L´impatto dell´estradizione sull´opinione pubblica italiana e brasiliana: un´analisi dei casi di Cesare Battisti ed Henrique Pizzolato

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Salvatore Aromando


Come è noto a tutti, l´estradizione è una procedura che prevede la collaborazione tra Stati in materia penale, nonostante radichi le proprie fondamenta nel diritto internazionale. Tale istituto, però, presenta convenzioni differenti a seconda del caso giudiziario e dei rapporti diplomatici che intercorrono tra le nazioni. Attraverso le attuazioni di tale procedura nel territorio italiano e in quello brasiliano, verranno analizzate le vicende giudiziarie che vedono come protagonisti l´ex terrorista italiano Cesare Battisti ed l´ex direttore del Banco do Brasil Henrique Pizzolato, focalizzando l´attenzione sull´impatto che tali vicende hanno avuto sull´opinione pubblica brasiliana ed italiana.


Sommario: 1) Brevi cenni storici e teorici sull'estradizione; 2) Il percorso giudiziario di Cesare Battisti ed Henrique Pizzolato; 3) L'opinione pubblica creatasi con le vicende giudiziarie di Battisti e Pizzolato.

1) Brevi cenni storici e teorici sull'estradizione

L'estradizione è un istituto che prevede la cooperazione internazionale tra Stati ed abbraccia sia il campo del diritto penale sia quello del diritto internazionale. Pur essendo una procedura concretizzatasi il secolo scorso, le sue origini risalgono al Medioevo. Infatti, il trattato di estradizione più antico risale al 1174. Stipulato tra il re di Inghilterra e il re di Scozia, il contenuto era legato alla rinuncia del diritto d'asilo da parte di entrambi i sovrani. Tuttavia, un trattato di estradizione vero e proprio, vicino alla concezione odierna di questa procedura penale, si è avuto il 4 marzo del 1376 tra Carlo V, re di Francia ed Amedeo, conte di Savoia. Il trattato stipulato tra i due sovrani prevedeva, da parte di entrambi, l'obbligo di estradizione dei propri sudditi e in secondo luogo quello dei sudditi altrui. Nonostante ciò, gli accordi che venivano stipulati all'epoca erano dettati da tornaconti territoriali. 

Arrivando ai giorni nostri, la contretizzazione di questo istituto avviene il 13 dicembre 1957 con la Convenzione Europea di Estradizione. A seguito delle disposizioni sorte in questa convenzione, sono seguiti altri protocolli (avutisi principalmente a cavallo tra il 1975 e il 1978). Con l'accordo di Schengen e la realizzazione di trattati bilaterali, si è riusciti a far fronte alla crescente internazionalizzazione della criminalità, creando un meccanismo che prevede una repentina comunicazioni tra gli Stati europei ed extraeuropei in materia penale.

Il presupposto generale dei trattati di estradizione, nella forma in cui sono concepiti attualmente, prevede che un cittadino debba essere giudicato dai propri connazionali e, pertanto, viene permesso a quest'ultimo di essere sottoposto a giudizio o nel suo territorio o nello Stato che chiede l'estradizione. 

Nell'ordinamento giuridico italiano, l'articolo che tratta tale materia é l'articolo 26 della Costituzione Italiana, il quale, afferma che "l'estradizione del cittadino può essere consentita soltanto ove sia espressamente prevista dalle convenzioni internazionali. Non può in alcuno caso essere ammessa per reati politici" [1]. Nell'ordinamento brasiliano, si parla di estradizione all'articolo 5 della Costituzione della Repubblica Federale del Brasile (Constituição da República Federativa do Brasil), esprimendo il seguente: "Tutti sono uguali davanti alla legge, senza distinzione alcuna; è garantita, tanto ai brasiliani quanto agli stranieri residenti nel Paese, l'inviolabilità del diritto alla vita, alla libertà, alla sicurezza e alla proprietà, nei seguenti termini: [...] nessun brasiliano sarà estradato, salvo quelli naturallizati, nel caso di crimine comune commesso prima della naturalizzazione, oppure in caso di coinvolgimento provato in traffico illecito di narcotici e droghe affini, secondo quanto previsto dalla legge" [2].

Dagli ordinamenti giuridici qui considerati e non solo, è deducibile che l'estradizione avviene o dall'estero (estradizione  o per l'estero e che, la sua applicazione differisce di nazione in nazione.

Una volta definite le caratteristiche generali dell'estradizione, non resta che analizzare i casi giudiziari sopra menzionati. 

2) Il percorso giudiziario di Cesare Battisti ed Henrique Pizzolato

La vicenda giudiziaria dell'ex terrorista italiano ha assunto nel corso degli anni connotati internazionali poichè, nonostante Italia e Brasile abbiano adottato i provvedimenti più opportuni al caso, tali misure sono state contestate da numerosi intellettuali che hanno chiesto e chiedono la liberazione di Battisti.

La storia giudiziaria di Cesare Battisti inizia con la sentenza sui Proletari Armati per il Consumo del 1988 (con la quale è stato condonnato in contumacia all'ergastolo) e la conseguente latitanza, prima in Francia, poi in Messico e successivamente in Brasile. Durante la permanenza francese ottenne, grazie alla politica relativa ai diritti d'asilo di François Mitterand,  la naturalizzazione (in seguito revocata), per poi trasferirsi nel 2004 nello stato sudamericano, periodo in cui la sua vicenda giudiziara diventa abbastanza complessa. 

Sia durante il soggiorno francese che in quello brasiliano, lo Stato italiano ha chiesto l'estradizione dell'ex terrorista che, dal 2007 al 2011, viene detenuto nel carcere di Brasilia. La richiesta di estradizione di Battisti verrà rifiutata due volte dallo Stato sudamericano. Il primo rifiuto avviene durante la presidenza di Lula, il quale, concede all'italiano il diritto d'asilo; il secondo rifiuto, invece, avviene nel 2011 durante la presidenza di Dilma Rousseff che però revoca il diritto d'asilo all'ex terrorista. La decisione del paese sudamericano di non estradare Battisti é determinata dal fatto che i reati imputatigli nella sentenza del 1988 sono caduti in prescrizione nel 2013. 

Per quel che riguarda la vicenda giuridica di Henrique Pizzolato, il discorso è ben diverso. Il suo nome sale agli onori della cronaca nel 2005 con lo scandalo del "Mensalão" che coinvolse il governo dell'allora presidente Lula. Pizzolato, allora direttore del Banco do Brasil, viene accusato di aver trasferito 73 milioni di reais sul Fondo Visanet, amministrato dalla stessa banca. Pizzolato viene condannato nell'agosto del 2012 per corruzione passiva, peculato e riciclaggio di denaro e, nel dicembre dello stesso anno, con un passaporto rilasciato dal consolato italiano in Brasile e con l'obiettivo di ottenere un giudizio sulla propria vicenda in territorio italiano, arriva nel nostro paese. Tuttavia, il suo soggiorno italiano cambia drasticamente quando viene appurata la falsificazione del suo passaporto. Viene arrestato nel febbraio del 2014 per essere in possesso di un passaporto falso e verso la fine dello stesso mese lo Stato sudamericano invia una richiesta di estradizione tramite l'ambasciata brasiliana in Italia. Il Brasile, nell'inoltrare la richiesta, si è appellato ai Diritti Fondamentali dell'Uomo, ritenendo che l'imputano possa trascorrere la sua detenzione in Brasile. Nonostante i vari ricorsi della difesa del sindacalista brasiliano, l'uomo è attualmente detenuto nel Penitenziario di Modena. 

3) L'opinione pubblica creatasi con le vicende giudiziarie di Battisti e Pizzolato

Gli iter giudiziari di Cesare Battisti ed Henrique Pizzolato, benché originati da diverse cause, sono stati spesso messi a confronto dai mass media nazionali ed internazionali, paragone che la politica brasiliana ha cercato di evitare o escludere. Tuttavia, le vicende di Battisti e di Pizzolato, viste attraverso l'ottica dell'opinone pubblica, presentano molte similitudini.

Nel caso del terrorista italiano, è risaputo che la politica italiana è unanime nel voler che Battisti venga riportato in Italia per scontare la propria pena. Se da una parte è controversa la sua vicenda giudiziaria, controversa è anche la visione che il popolo brasiliano ha sull'ex terrorista. C'è chi lo considera una persona entrata illegalmente nello Stato sudamericano (su di lui pende l'espulsione per essere entrato in Brasile con documenti per l'immigrazione falsi), chi lo considera un uomo di cultura (durante il suo soggiorno in Brasile ha pubblicato dei romanzi) ed infine, chi lo considera un perseguitato politico.

Proprio in relazione all'ottica del perseguitato, lo stesso Battisti avvalora questa tesi. In un intervista realizzata a marzo di quest'anno al Portal Forum, un portale giornalistico brasiliano nel quale ha presentato il suo ultimo romanzo, risponde così alla domanda del giornalista inerente alla sua vita in Brasile: "In realtà la mia situazione in Brasile è molto difficile. C'è stata, per molti anni, una campagna denigratoria della stampa contro di me. Per loro, non esiste il Cesare Battisti essere umano, l'autore. Esisto solo il Cesare Battisti terrorista presentato attraverso quelle foto dei giornali scandalistici. C'è molta gente che ancora non conosce la mia attività di scrittore e, a causa di ciò, esiste una rereticenza anche nel pubblicare i miei libri. Sono trenta anni che faccio questa professione e ho vissuto con questa professione ma non ora. Sono vittima di un boicottaggio che non finisce." [3].

La situazione di Pizzolato, al contrario, è ben diversa. Nonostante sia stato condannato per lo scandalo del Mensalão e non abbia scontato la propria pena, poiché già un mese prima della sentenza era fuori dal proprio paese, è scattato, tramite l'Interpol, un mandato di cattura internazionale per il possesso di un passaporto falso. La sua vicenda, al pari di quella di Battisti, risulta controversa sia sotto un profilo giuridico sia sotto quello morale.

La vicenda giuridica è in stallo, infatti pendono su di lui la condanna dello scandalo del Mensalão (mai scontata) e il mandato di cattura dell'Interpol; dal lato morale, invece, la situazione risulta simile a quella dell'ex terrorista, benché rispetto a quest'ultimo abbia avuto più facilità dal punto di vista dell'integrazione. A testimonianza di ciò, è possibile citare un estratto della lettera scritta dalla "La Comunità cristiana di base del Villaggio artigiano" dove il brasiliano viene definito con queste parole: "Hen­ri­que Piz­zo­lato non era un poli­tico, ma da poli­tico è stato trat­tato. Era un ban­ca­rio e sin­da­ca­li­sta del Banco do Bra­sil, ma è stato pro­ces­sato e con­dan­nato, sotto la pres­sione vio­len­tis­sima di alcuni grandi organi di stampa, secondo le moda­lità con cui ven­gono pro­ces­sati pre­si­denti, mini­stri e par­la­men­tari: diret­ta­mente dalla Corte Suprema brasiliana" [4].

La visione pubblica che emerge dalle vicende di Battisti e Pizzolato è quella di due uomini che vogliono far valere sia da un punto di vista giuridico che morale i propri diritti fondamentali, nonostante abbiano scontato in maniera lieve o nulla la propria condanna. Ed è proprio il far valere i propri diritti fondamentali che rende ulteriormente complesse le vicende giudiziarie dei due uomini poiché, seppur entrambi si siano creati una nuova vita in un altro Stato, difficilmente possono scrollarsi di dosso il debito con la giustizia che si hanno, volenti o nolenti, accumulato.

E', in ultima analisi, possibile rilevare come l'impatto dell'opinione pubblica sulle vicende giudiziarie di Cesare Battisti ed Henrique Pizzolato, pur presentando elementi convergenti e contrastanti, debba essere circoscritto e contestualizzato in relazione al loro vissuto.

 

Note bibliografiche e riferimenti

[1] Disponibile a questo link.

[2] "Todos são iguais perante a lei, sem distinção de qualquer natureza, garantindo aos brasileiros e aos estrangeiros residentes no País a inviolabilidade do direito à vida, à liberdade, à igualdade, à segurança e à propriedade, nos termos seguintes: [...] nenhum brasileiro será extraditado, salvo o naturalizado, em caso de crime comum, praticado antes da naturalização, ou de comprovado envolvimento em tráfico ilícito de entorpecentes e drogas afins, na forma da lei". Disponibile a questo link

[3] Battisti – "Na realidade, a minha situação no Brasil é muito difícil. Houve durante muitos anos uma campanha da imprensa que acabou comigo. Para eles, não existe o Cesare Battisti ser humano, o autor. Só existe um Cesare Battisti terrorista. Aquelas fotos de caretas que a revista Veja escolhe para estampar, por exemplo. Tem muita gente que nem sabe que sou escritor. E já tenho vinte livros publicados. Então, existe uma resistência até a distribuição dos meus livros. São trinta anos de profissão, em que eu vivia disso e até que muito bem. Não é o caso agora. Estou sujeito a um boicote que não para. Sou mais reconhecido como escritor na França, na verdade." Disponibile a questo link.

[4] Disponibile a questo link.