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Pubbl. Mer, 9 Ott 2019

Il taglio dei parlamentari

Editoriale a cura di


Nella giornata dell´8 ottobre 2019 l´ultima votazione alla Camera.


In data 8 ottobre 2019, è stata votata per la quarta volta la riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari che riduce i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200.

In data 8 ottobre 2019, è stata votata per la quarta volta la riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari che riduce i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200.

Con la riforma vengono, infatti, modificati gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione.

La legge di riforma costituzionale è stata votata a favore da 553 deputati, i voti contrari sono stati 14, mentre ci sono stati solo due astenuti.

In base all'art. 138 della Costituzione, bisogna attendere 3 mesi per la promulgazione della riforma costituzionale per dare il tempo necessario a un quinto dei parlamentari, a cinquecentomila cittadini o a cinque Consigli regionali di chiedere il referendum.

art. 138 Cost. 

Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.

Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.

Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.

Ma è veramente una riforma che ridurrà gli sprechi della spesa pubblica o diminuirà solamente la rappresentatività?

Secondo una ricerca del Senato[1] in rapporto alla popolazione non abbiamo così tanti rappresentanti. Osservando i numeri, risulta infatti un rapporto di Parlamentari (1,6 ogni 100.000 abitanti) molto inferiore rispetto a quello di altri Paesi europei, come la Svezia o la Finlandia (3,7), l’Austria (2,9) o il Regno Unito (2,4).
Per i sostenitori della riforma, la riduzione dei parlamentari comporterebbe un ingente risparmio di spesa per le casse pubbliche.
Tuttavia, l’osservatorio dei conti pubblici dell'Università Cattolica[2] ha stimato solamente un risparmio complessivo di 57 milioni di euro all'anno, pari allo 0,007% della spesa pubblica sostenuta oggi in Italia.

Prossimamente pubblicheremo un approfondimento a riguardo.

Note e riferimenti bibliografici

[1] bit.ly/NumeroParlamentari
[2] Osservatorio CPI