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Pubbl. Ven, 2 Mar 2018

Elezioni Politiche 2018, come si vota

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Lucio Orlando


Una piccola e veloce guida alle votazioni del 4 marzo.


Il prossimo 4 marzo in Italia si andrà al voto con il nuovo sistema elettorale cd. Rosatellum. approvato il 26 ottobre 2017.

Si tratta di un sistema di voto misto che prevede collegi uninominali per il 36% e collegi plurinominali per il resto delle poltrone. Per quello che attiene alla Camera dei deputati sono previsti 232 collegi uninominali, per i quali le coalizioni o i partiti che si sono presentati da soli propongono un solo nome. Il candidato che ottiente il maggior numero di preferenze, viene eletto. I restanti 386 seggi, invece, sono attributi con metodo proporzionale sulla base delle preferenze ottenute dalle singole liste nei collegi plurinominali. I collegi plurinominali assegnano un numero di seggi che varia proporzionalmente al numero di abitanti. Sono 12 i deputati eletti nelle circoscrizioni estere.

In relazione al Senato sono previsti, invece, 116 collegi uninominali, per i quali, alla stregua della Camera, le coalizioni o i partiti che si sono presentati da soli propongono un solo nome. Il candidato che ottiente il maggior numero di preferenze, viene eletto. I residui 193 seggi, invece, sono attribuiti con metodo proporzionale in base alle preferenze raccolte dalle singole liste nei collegi plurinominali. I collegi plurinominali assegnano un numero di seggi che varia proporzionalmente al numero di abitanti. La ripartizione dei seggi, per il Senato, avviene su base regionale. Sono 6 i senatori eletti nelle circoscrizioni estere.

Al momento di recarsi in cabina, quindi, l’elettore che avrà compiuto 18 anni avrà una scheda per la Camera, mentre l'elettore che avà compiuto 25 anni avrà due schede, una per la Camera e una per il Senato. Su ognuna delle schede saranno indicati i candidati al singolo collegio uninominale e i partiti che lo sostengono. Inoltre, a lato del simbolo di ogni partito, c’è il listino di 3-4 nomi dei candidati nel collegio plurinominale.

Il voto deve essere espesso barrando solo il simbolo del partito scelto, sostenendo così sia il candidato al seggio uninominale sia il partito per ciò che attiene la parte proporzionale. Nel caso in cui venga barrato il nome del candidato uninominale, il voto è considerato valido ma per ciò che attiene la parte proporzionale, il voto sarà assegnato in quota parte alle liste che compongono la coalizione a sostegno del candidato uninominale. Il voto è considerato valido anche nel caso in cui venga apposta una doppia barratura sul nominativo del candidato uninominale e su uno dei partiti che lo sostiene. Non è previsto il voto disgiunto, ossia non si può esprimere la preferenza per un candidato uninominale e un partito non collegato a quel nome. In tal caso il voto viene considerato non valido.

Il Rosatellum consente che più liste sostengano gli stessi candidati uninominali. Inoltre, sono ammesse le pluricandidature, nel senso che il singolo candidato può essere presentato dal proprio partito in 5 collegi. Infine, il candidato proposto per il collegio uninominale può candidarsi anche in uno o più collegi plurinominali (cd. Paracadute). Tale sistema di voto non prevede un premio di maggioranza, ma una soglia di sbarramento del tre per cento sotto la quale una lista, a prescindere dalle coalizioni, non ha diritto di accesso in Parlamento. Nel caso in cui una lista candidata in una coalizione non raggiunga il tre per cento di sbarramento, ma riesca comunque a superare l'uno per cento, i suoi voti vengono divisi tra le altre liste della coalizioni. Sono, infine, disperse le preferenze fornite ad una lista non coalizzata o coalizzata che però non raggiunga l'uno per cento dei voti.