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Pubbl. Ven, 28 Lug 2017

La nazionalità plurima per prevenire l´apolidia

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Diogo Miceli Alves


In questo testo, sarà trattata l´analisi della nazionalità plurima, presente nel contesto attuale della mobilità dei popoli e la sua previsione nelle legislazioni nazionali ed internazionali, come istituto di garanzia dei diritti umani.


Sommario: 1 – Dal diritto umano alla nazionalità plurima attraverso la mobilità dei popoli; 2 – La legalità della nazionalità plurima nelle legislazioni nazionali e nelle Convenzioni Internazionali; 3 – Analisi dell´Apolidia; 4 – Garanzia dei Diritti Umani nelcContesto dell´Apolidia; 5 – Conclusione

1) Dal diritto umano alla nazionalità plurima attraverso la mobilità dei popoli

Il movimento migratorio dell´essere umano non è un fenomeno attuale, tantomeno una realtà esigente l´attuazione odierna dei Paesi. Nella storia dell´umanità, le persone sentivano l'esigenza di mutare la loro vita prima della guerra, durante la crisi economica ed altri periodi che richiedevano la fuga del luogo di nascita.

In questo modo, la mobilità internazionale dei popoli deve essere vista attraverso i principi ed i valori elaborati per centinaia di anni, soprattutto quando si è in un momento storico in cui le violazioni dei Diritti Umani sono banali e costanti. Per fortuna, tutti i Paesi del mondo hanno la responsabilità di proteggere l´essere umano, indipendente dalle Convenzioni Internazionali firmate dagli Stati.

Questa migrazione verso un Paese implica una modifica delle nazionalità delle persone, in simultanea ai flussi migratori, implementando così la presenza di molteplici nazionalità

È possibile giungere a questa conclusione grazie al periodo storico attuale. Alcune persone, per esempio, possiedono due nazionalità:

  • quella del luogo di nascita, specialmente nei Paesi che ammettono il cosiddetto jus solis;
  • la nazionalità degli oriundi, in relazione alle persone emigrate da Paesi europei, verso nazioni come Australia, Brasile o Argentina.

Relativamente, al secondo punto, vale la pena considerare che, la migrazione verso l'Oceania e l'America non rappresenta pienamente la mobilità odierna, poichè configura gli spostamenti di profughi, migranti, cervelli in fuga ed altre persone che si trovano in una situazione simile, all'interno dei paesi europei. Attualmente, il movimento internazionale di esseri umani, trae la sua origine, principalmente, da Paesi in guerra e con una crisi economica gravissima.

Il Brasile non è un Paese che si discosta da questa infelice realtà. Nel Paese sudamericano, è possibile trovare persone provenienti dal Venezuela e dalla Bolivia, che arrivano quotidianamente nelle città del Sudest e del Sud brasiliano, aree considerate un luogo per vivere con la minima dignità. 

I Paesi hanno la responsabilità di proteggere gli esseri umani, indipendentemente dalla ratificazione delle Convenzioni Internazionali in tema di Diritti Umani. In questo senso, è impossibile difendere la chiusura dei confini nazionali alle persone che hanno l'esigenza di fuggire da situazioni che comprovano un vero rischio sulla loro vita. Nella maggior parte dei casi, i paesi in cui la vita dell'individuo è a rischio, sono quelli africani.

Risulta necessario considerare la nazionalità come conforme alla globalizzazione. Non solo la globalizzazione economica o politica, ma soprattutto quella dei popoli. In questo senso, la concezione della nazionalità del XIX e XX secolo, non corrisponderà a quella attuale, ripresa e ribadita dai telegiornali ed Internet.

La nazionalità plurima costituisce un diritto tipicamente umano, specialmente in virtù della realtà attuale, in cui si è di fronte ad una delle ondate migratorie più imponenti della storia. Ciononostante, diversi Paesi hanno ancora estrema difficoltà nel riformare la loro legislazione, che dovrebbe prevedere un istituto giuridico.

La nazionalità plurima è ormai riconosciuta da diversi sistemi legali. In questo modo, l´apolidia sembra una realtà con portata ridotta, se si tiene conto, per esempio, delle persone originarie di paesi americani, con nazionalità anche europea, le quali soddisfano il diritto umano a tale modalità di acquisizione della nazionalità. Dunque, è possibile affermare che la nazionalità è un diritto umano rispettato da diversi Stati.

Pertanto, è importante difendere la dottrina che propone il diritto umano alla nazionalità plurima, evitando la possibilità, contraria alla stessa dignità delle persone, di non avere la protezione legale e costituzionale di un Paese.

Di conseguenza, l´essere umano che a volte si trova in situazioni troppo sfavorevoli, sarà tutelato dalle legislazioni, in accordo con i principi ed i valori internazionali, previsti nella dottrina giuridica umanitaria. 

2) La legalità della nazionalità plurima nelle legislazioni nazionali e nelle Convenzioni Internazionali

Nell'introdurre il fattore legale, è importante ribadire che la nazionalità plurima è prevista nelle legislazioni nazionali. Il giurista, analizzando questa tematica, studierà le costituzioni e le leggi presenti dentro i confini statali, osservando così l'accesso alla menzionata legislazione e dimostrando come tale ricerca sia complessa.

In un sistema legale, esiste la possibilità per la persona nativa di uno Stato di avere ulteriori forme di nazionalità, indipendentemente dalla narrativa sopracitata, relativa al diritto umano alla nazionalità plurima.

Purtroppo, la sovranità è ancora un istituto giuridico importantissimo nel Diritto Internazionale, rispettato dagli Stati oltre il dovuto. Quindi, rifacendosi alla sovranità, gli Stati, a volte, scelgono di non riconoscere la possibilità della nazionalità plurima, malgrado l´internazionalità dei Diritti Umani sia ormai adottata in dottrina.

Sarà nelle Costituzioni nazionali che il ricercatore troverà le definizioni ed i limiti della nazionalità e della cittadinanza. Così, ogni Paese concepirà la sua stessa nazionalità ed anche la possibilità di avere due o più nazionalità. Tuttavia, esistono Paesi che, malgrado le Convenzioni Internazionali, non ammettono la nazionalità plurima.

Le legislazioni dovrebbero accettare la nazionalità plurima soltanto con base nelle Convenzioni Internazionali sui Diritti Umani e, anziché affermare che la sovranità sia un istituto immutabile e che i confini siano linee fisse che non ammettono mutazione alcuna, se non quella risalente a tempi antichi, è necessario, in conformità con l´odierna nozione dii Diritti Umani, cambiare questa visione.

La legalità della nazionalità plurima è insita nei Diritti Umani, che trasmettono i principi ed i valori appartenenti alle Costituzioni nazionali. Saranno quindi i documenti legali che andranno a prevedere l´ipotesi di nazionalità, all'interno della legislazione di un determinato Paese. Nonostante la considerazione formale della nazionalità, cioè, la sua delimitazione nelle costituzioni nazionali, l´assioma che genera la sua esistenza, è un elemento intrinseco nei Diritti Umani.

3) Analisi dell´Apolidia

L´apolidia può essere considerata come una delle più gravi violazioni dei Diritti Umani. É impossibile ammettere che un individuo, tutt'oggi, con tutti gli avanzi scientifici e storici, potrebbe non avere una nazionalità.

Pensarla in maniera diversa, sembra un immenso passo indietro nei confronti della realtà dell´Età Antica.

Tale tematica deve essere considerata sotto gli assiomi anteriormente menzionati, cioè, i principi ed i valori che intervengono nella dottrina dei Diritti Umani. Malgrado ciò, la realtà non sembra così messa in atto dai governi di diversi Paesi. Purtroppo, l´analisi dell´apolidia è realizzata in conformità, ed in modo profondamente sbagliato, con le Costituzioni Nazionali e le loro limitazioni.

Questo istituto che dovrebbe rimanere nel passato ed essere soltanto oggetto di uno studio dottrinale o eventualmente una curiosità storica, è ancora una realtà sfiduciante o, magari, un vero reato contro la stessa dignità umana. I giuristi, nell'attuare un cambio di rotta su questa realtà, devono cercare tutte le possibilità che possano trasformare l´apolidia in una curiosità storica.

La sovranità e la burocrazia hanno considerazione maggiore rispetto alla dignità umana. Gli interessi politici sono stati analizzati per un lasso temporale prolungato, attraverso una ragionevolezza che, a livello gerarchico, lascia a terra quei diritti che dovrebbero essere tra i più importanti, all'interno della società mondiale. La legislazione internazionale ha cominciato a mutare questa terribile realtà.

La Convenzione sulla Riduzione dell´Apolidia è il primo passo in questa lunga guerra contro i governanti, che non sembrano tutelare i propri cittadini. Adottata nel 1961 ed entrata in vigore nel 1975, è un documento legale internazionale che ha l´obbiettivo di cambiare questo scenario legato alla nazionalità, al momento non conforme con gli assiomi anteriormente menzionati.

In questo senso, l´articolo 1 della stessa Convenzione, prevede che i Paesi firmatari il documento, devono concedere la loro cittadinanza, o meglio, la loro nazionalità, a tutte le persone che abitano nel loro territorio, quando questi sono apolidi. 

La nazionalità all´apolide deve essere riconosciuta tanto al momento della nascita, così come attraverso la presentazione di un certificato di nascita presso un´autorità competente. Gli Stati membri della Convenzione possono scegliere l'età oppure certe condizioni, per riconoscere la nazionalità all´apolide. Tuttavia, la Convenzione traccia confini tecnici che non possono essere lasciati in disparte, quando i Paesi prevedono il riconoscimento della loro nazionalità all´apolide.

Ad oggi, con il maggior numero di profughi nella storia dell'umanità, vi sono persone a cui non è riconosciuta la nazionalità, così come l'accesso ad una assistenza economica e sociale, che permetta loro l'accesso a servizi pubblici già forniti a buona parte dei cittadini di uno Stato.

I governi, le organizzazioni Internazionali, e tutti gli altri soggetti di Diritto Internazionale devono pensare all´apolidia, attraverso un'azione comune, definendo anche soluzioni per un problema ancora senza spiegazione. 

4) La garanzia dei Diritti Umani nel contesto dell´Apolidia

L´apolidia entra in gioco quando le costituzioni nazionali mancano di tutte le ipotesi di nazionalità, ovvero della nazionalità jus soli e la nazionalità jus sanguinis. Quindi, l´essere umano non potrà essere lasciato senza la seguente o le seguenti, in un contesto dove le violazioni dei diritti costituiscono, a volte, una costante nei dialoghi tra persona e Stato.

L´analisi di questo scenario dimostra la necessità di azione dei sopracitati soggetti di Diritto Internazionale. Dopo due guerre mondiali, l´avvento del comunismo e diversi conflitti in cui sono state constatate migliaia di violazioni dei diritti fondamentali, è impossibile difendere la tesi che l´essere umano, nel XXI Secolo, potrebbe esser stato lasciato senza copertura di un´immensa attuazione internazionale che tutelasse i suoi diritti basici.

La protezione, quando manca l'azione degli Stati, può soltanto venire da organizzazioni internazionali, per esempio, l'Unione Europea e l´Organizzazione delle Nazioni Unite. I giuristi possono trovare nelle convenzioni internazionali l´elenco dei Diritti Umani, attraverso cui è necessaria la presenza di modalità di garanzia degli stessi diritti.

Diverse convenzioni sui Diritti Umani possono proteggere l´apolide. Per esempio, è possibile sostenere che le Convenzioni delle Nazioni Unite, per quel che concerne i diritti sociali, economici e culturali, prevedano e difendano i Diritti Umani. Soprattutto, è necessario che questi contratti internazionali prevedano la quantità massima di Diritti Umani, col fine di evitare l'insorgenza di argomenti che sostengano la mancanza di una protezione completa degli stessi.

Nonostante l´esistenza delle Convenzioni sopramenzionate, è necessaria la presenza di strumenti che possano tramutare questi diritti in una realtà concreta. Dunque, la garanzia dei diritti con forza coercitiva, può almeno obbligare i Paesi a rispettare i diritti previsti dalla normativa internazionale. 

A tal fine, il giurista dovrà disporre di tutti gli strumenti necessari all'analisi della legislazione internazionale, giungendo alla propria conclusione finale. In altre parole, soltanto attraverso lo studio delle Convenzioni aventi origine nelle organizzazioni internazionali, sarà possibile trovare l'applicazione concreta dei diritti relativi alla nazionalità, associabili al diritto umano e all'apolidia. 

5) Conclusione 

Nel trattare la nazionalità plurima e la sua relazione con i diritti umani e l'apolidia, un primo quesito dei giuristi che si dedicano allo studio dei Diritti Umani, ruota intorno alla loro comprensione globale, in virtù di un contesto civilizzato. Tale domanda trova risposta nel fatto che tutti i mezzi giuridici usati dai giuristi hanno come fine la tutela dell'essere umano. 

In questa direzione, è improrogabile lo studio della nazionalità plurima. Attraverso questo istituto giuridico, è possibile cambiare la realtà odierna, in virtù della portata dei flussi migratori. Con la previsione nelle legislazioni della nazionalità plurima, quella sofferenza degli individui “senza nazione” può essere mitigata.

È una conseguenza di questa visione, il cambio di pensiero di alcune nazioni che, ora come ora, possono aiutare l´umanità a non perdere la sua stessa umanità. La storia dimostra che, quando il mondo ha espresso la propria idea sui Diritti Umani, proteggendoli mediante legislazioni dotate di forza coercitiva, nell'attenersi al passato e alle grandi tragedie mondiali, ha sviluppato una giurisprudenza innovativa.

Per questo motivo, è necessario che l'apolidia sia una mera curiosità storica, diventando uno strumento per giuristi e cittadini di uno Stato, capace di far comprendere a queste due categorie come l'umanità ha cambiato il modo di trattare lo stesso individuo. In questo senso, le organizzazioni internazionali fungono da ponte, nel momento in cui si concretizza tale obiettivo comune.