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Pubbl. Mar, 3 Feb 2015

Istruzione, tutte le novità de ”La Buona Scuola” (parte II).

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Ambra Di Muro


Istruzione: prosegue la nostra analisi delle novità più rilevanti contenute nel piano governativo "La Buona Scuola". Di seguito, una sintesi delle misure in esso recate.


In un recente articolo di nostra pubblicazione, qui su Cammino Diritto, abbiamo fatto luce su parte dei contenuti del piano del Governo "La Buona Scuola", che dovrebbe migliorare lo stato dell’istruzione italiana, dando – tra le altre cose - soluzione all’annoso problema del precariato ed introducendo modalità nuove di valutazione dell’insegnamento.
Di seguito si riporta un'analisi delle ulteriori misure programmatiche recate dal piano, il quale, finora, ha ricevuto solo copertura finanziaria in sede di approvazione della cd. Legge di Stabilità (l. n. 190/2014).

  • Realizzazione della piena autonomia scolastica.
    "Autonomia significa buona governance della scuola". Ciò implica che ai dirigenti scolastici, "valutati e selezionati per la loro professionalità in maniera nuova", sia data la possibilità di determinare "più efficacemente le dinamiche interne alla scuola, incluse le scelte educative". Nel piano si evidenzia come, ad oggi, all'attribuzione ai presidi di innumerevoli poteri ed alla titolarità di innumerevoli rapporti giuridici non faccia da contraltare il riconoscimento delle "leve di governo per assumere al meglio tali responsabilità".
    E perchè tale falla interna al sistema possa essere colmata, la misura programmatica proposta afferisce ad una migliore definizione del profilo professionale del dirigente scolastico, da garantirsi attraverso "meccanismi di reclutamento che assicurino la massima preparazione professionale" e realizzando un sistema per la loro la valutazione. I presidi, ai quali si richiede "esperienza diretta e approfondita dei processi educativi, ma anche delle competenze necessarie per gestire una organizzazione complessa", saranno selezionati tramite il corso-concorso della Scuola Nazionale dell'Amministrazione (che già seleziona e forma tutti i dirigenti dello Stato), previsto per la fine di quest'anno. Accanto ai dirigenti scolastici, pienamente responsabili "della gestione generale", il Consiglio dell'Istituzione scolastica diventerà "il titolare dell’indirizzo generale e strategico dell’Istituzione", mentre il Collegio docenti "avrà l'esclusiva della programmazione didattica".
     
  • Riduzione della burocrazia ed adozione del provvedimento "Sblocca Scuola".
    Il piano governativo pone a fondamento di una buona governance la forte riduzione della burocrazia, così da liberare i dirigenti tecnici, il personale amministrativo ed i docenti dall'onere di assolvere gli adempimenti prescritti dalla legge, potendosi concentrare "sull’offerta formativa e i bisogni reali dei ragazzi". A tal fine l'Esecutivo prevede l'abolizione del T.U. sulla scuola, risalente al 1994 (d.lgs n. 297/1994), e l'adozione di un unico provvedimento sostitutivo, cd. "Sblocca Scuola", che contenga misure semplici, di chiara ed univoca interpretazione.
     
  • Trasparenza ed efficienza, attraverso la digitalizzazione dei servizi amministrativi.
    Elemento "fondativo" dell'autonomia scolastica è, negli intenti del Governo, la trasparenza, che non deve intendersi quale attività di mera rendicontazione ma quale valore che informi l'attività dell'istituzione scolastica. Per garantire trasparenza sarà necessario rendere fruibili all'utenza tutti i dati afferenti alla scuola, così da consentire a studenti e famiglie di poter effettuare scelte consapevoli, ed anche al fine di implementare "l’autonomia e l’innovazione didattica". L'accesso potrà essere effettuato attraverso la piattaforma web “Scuola in Chiaro 2.0”, che raccoglierà tali dati in forma aggregata e per singola scuola.
    A partire dal 2015 saranno pubblicati: "i flussi di dati sull'organizzazione della scuola (organico, edilizia, bilancio)"; "i rapporti di autovalutazione di ogni scuola" ed "i relativi piani di miglioramento";  i bilanci delle scuole; tutti i progetti finanziati "attraverso il MOF(1) o altri fondi a bilancio della scuola".
    In tale solco s'inserisce anche la previsione per l'a.s. 2015/2016 di un Registro Nazionale dei docenti della scuola, nel quale confluiranno tutte le informazioni amministrative provenienti dal fascicolo personale (portfolio) dei docenti. Si tratta di uno strumento che consentirà, inoltre, a ciascuna scuola di valutare e selezionare i docenti che meglio rispondano alle proprie esigenze.
     
  • Rafforzamento della didattica (introduzione della musica, potenziamento dell'insegnamento delle lingue straniere, alfabetizzazione digitale).
    Preliminarmente alla disamina delle misure preordinate all'implementazione della didattica, occorre prestare un cenno agli interventi governativi in tema di edilizia scolastica: 1) per la messa in sicurezza delle scuole, sono previsti "interventi di manutenzione straordinaria", "rimozione amianto ed adeguamento sismico", con uno stanziamento complessivo di 150 milioni di euro; 2) per l'edificazione di nuovi istituti scolastici sono stati stanziati 122 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015 (risorse destinate con D.l. n. 66 del 2014) ; 3) per finanziare interventi di manutenzione, decoro e ripristino funzionale delle scuole, coinvolgenti 10.000 plessi nel 2015, sono stati stanziati 150 milioni di euro.
    Una novità prevista ne "La Buona Scuola" è l'introduzione dell'insegnamento della musica nella scuola primaria, con la prevista mobilitazione - a supporto dei docenti- delle istituzioni musicali (conservatori, enti lirici e sinfonici, bande militari e civili).
    Il miglioramento dell'offerta didattica passerà pure attraverso il rafforzamento dello studio delle lingue straniere, attivandone l'insegnamento sin dalla scuola dell'infanzia anche attraverso la CLIL (Content and Language Integrated Learning), "consolidata metodologia- già sperimentata con successo- per l’apprendimento di una seconda lingua" ed utilizzata per lavorare su una o più discipline.
    Rilevanti, infine, appaiono le previsioni afferenti alla alfabetizzazione digitale. L'obiettivo è quello di rendere i giovani studenti non fruitori passivi dei contenuti digitali ma veri e propri "produttori digitali".
    Per realizzare tale ambiziosa misura, nel piano si prevede l'introduzione del coding, cioè della programmazione, per il prossimo triennio. Punto di partenza sarà la promozione dell'insegnamento dell'informatica per ogni indirizzo scolastico, all'interno del quale i docenti avranno l'onere di incentivare la creatività e l'acquisizione di consapevolezza digitale - "anche attraverso l’educazione all’uso positivo e critico dei social media e degli altri strumenti della rete"- da parte dei propri allievi.
     
  • Alternanza Scuola- Lavoro.
    Consapevole dell'importanza strategica di investimenti nel comparto della scuola, quale "più efficace politica strutturale contro la disoccupazione" anzitutto giovanile, il Governo intende "rafforzare l'apprendimento basato su esperienze concrete di lavoro", incentivando percorsi didattici nelle aziende - l'alternanza Scuola-Lavoro sarà resa obbligatoria nel triennio conclusivo degli Istituti Tecnici - ed implementando l'apprendistato nell'ultimo biennio della scuola secondaria superiore.
    Sarà consentito agli istituti di istruzione e formazione professionale di commercializzare beni o servizi da essi stessi prodotti, utilizzando i ricavi per investimenti sull’attività didattica (cd. "Impresa didattica").
     
  • Allocazione delle risorse finanziarie alla scuola pubblica in chiave premiale.
    Per "ridare centralità alla missione formativa della scuola", il piano dell'Esecutivo parte dal presupposto che sia fondamentale investire risorse pubbliche "ingenti e certe". Gli investimenti, tuttavia, dovranno essere mirati.
    L'allocazione delle risorse finanziarie a disposizione delle scuole, infatti, risentirà delle modifiche introdotte in ordine alla carriera dei docenti, operando non già in base al criterio dell'anzianità ma "secondo criteri di premialità e di valorizzazione delle competenze".
    La novità più rilevante è, però, senz'altro quella che afferisce all'apertura a "risorse private" immesse nel comparto attraverso: 1) "School Bonus", consistente in un bonus fiscale per investimenti operati dai privati e diretti a potenziare e riqualificare gli istituti scolastici; 2) "School Guarantee", consistente nel riconoscimento di incentivi a favore di imprese che, favorendo percorsi di alternanza Scuola-Lavoro, creino occupazione giovanile; 3) "Crowfounding", previsto per sostenere iniziative didattiche in contesti difficili, è strumento che consentirà di attivare meccanismi di "microfinanziamento diffuso", da parte di tutti i cittadini, in favore degli istituti scolastici. 


    Questi, in sintesi, i punti programmatici elaborati dal Governo, come "emendati" a seguito della consultazione pubblica avviata on line lo scorso settembre.
    Tuttavia, per molte di tali misure si renderà opportuna l'adozione di decreti attuativi che concretizzino tale ambizioso piano d'intenti.


     

1) Miglioramento offerta formativa.

Si allega link al sito governativo "dedicato", dal quale è scaricabile il "rapporto" qui in commento.