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Pubbl. Gio, 29 Gen 2015

L´Occidente e Cuba: quale compromesso?

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Antonio Coppola


Nel 2014 si sono avuti importanti risvolti nelle relazioni diplomatiche tra l´Occidentale e Cuba: si va verso una "normalizzazione dei rapporti"?


I rapporti tra il mondo occidentale ed il Governo de L'Avana sono emblematicamente intrisi della complessità emersa dalla Guerra Fredda.

Dopo cinquant'anni di immobilità, però, questi rapporti hanno avuto nel 2014 un inatteso - ed insperato - "sussulto".

Ha aperto le danze, il 10 febbraio, l'Unione Europea: il Consiglio Affari Esteri ha dato mandato alla Commissione di concludere con il Paese caraibico un accordo bilaterale (c.d. "di dialogo politico e cooperazione"). Niente di particolarmente eclatante, eppure - visto che L'Avana è stata presa in considerazione l'ultima volta quasi 20 anni addietro con una dichiarazione unilaterale - un passo rilevante.

media hanno prestato senz'altro maggiore attenzione all'apertura diplomatica verso Cuba ("Verso una normalizzazione dei rapporti") disposta dagli Stati Uniti (anzi, per la precisione, dal Presidente del Governo federale, ndr). L'Accordo prevede, oltre ad uno scambio di prigionieri politici (!),  anche la cessazione dello stato di rottura delle relazioni diplomatiche che perdura dal 1961: delegazioni ed Ambasciate si insedieranno nelle rispettive capitali. Tra le altre clausole previste vi sono alcune semplificazioni per i viaggi turistici tra i due Paesi e la prospettiva di minori limitazioni alle rimesse che partono dagli USA verso Cuba. Inoltre, è dato mandato al Segretario di Stato americano di modificare lo status di Cuba all'interno delle black list del Dipartimento di Stato: ad oggi, e dal 1982 il Governo dell'isola è indicato quale sponsor del terrorismo, con tutte le conseguenze che ne sono derivate (ad esempio, Cuba non gode dell'immunità degli Stati esteri dalla giurisdizione civile). Del resto, già prima dell'intervento del Presidente Obama, si dubitava fortemente che Cuba avesse finanziato attacchi terroristici sul territorio statunitense.

Il raggiungimento di questo Accordo, intervenuto come "un fulmine a ciel sereno", è stato possibile solo grazie alle funzioni di mediazione e di garanzia prestate dal Pontefice e dalla diplomazia vaticana (oltre che dal Governo canadese).

D'altra parte, però, questo imprevisto "sussulto" di riavvicinamento e distensione non deve far dimenticare che alcune  diversità tra il sistema occidentale e quello castrista rappresentano ancora un ostacolo insuperabile alla completa "normalizzazione" dei rapporti. L'Unione Europea non può stringere un patto di Associazione con l'isola, dato che essa non garantisce alcuno standard di democraticità e per le opacità rilevate nella garanzia e tutela dei diritti umani. Gli Stati Uniti, invece, ancora mantengono fermo l'embargo commerciale verso l'isola (nonostante sia stato dichiarato dal Presidente Obama che esso abbia "fallito" nel raggiungimento degli obiettivi prefissati).

Il dialogo instaurato, però, lascia viva e rinfocola la speranza che tra i due "mondi" - che finora hanno vissuto così indipendenti l'uno dall'altro - possa rinsaldarsi un proficuo percorso di reciproci innesti delle migliori esperienze di entrambi.