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Pubbl. Gio, 31 Ott 2024

Recensione del libro “Dunning harassment o acoso al moroso. ¿Actividad con relevancia penal?” di Jacinto Pérez Arias (Dykinson, 2024)

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Angelo Giraldi
Dottore di ricercaUniversità degli Studi Roma Tre



Il libro in esame è un’eccellente monografia scientifica, originale e indubbiamente inedita, che permette di apprezzare il tenore della brillante carriera accademica dell’Autore e la trascendenza dei risultati del suo lavoro di ricercatore nel campo delle scienze giuridiche. Le considerazioni critiche dell’Autore rappresentano il frutto di un’ardua e inquieta riflessione sui principi fondanti del diritto penale, i quali, fungendo da garanzia per il contenimento della potestà punitiva dello Stato, favoriscono una più chiara strutturazione dei reati e non mancano di fornire alla vittima un’adeguata tutela.


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Review of the book “Dunning harassment o acoso al moroso. ¿Actividad con relevancia penal?” by Jacinto Pérez Arias (Dykinson, 2024)

The book under review is an excellent, original and undoubtedly unpublished scholarly monograph that allows us to appreciate the tenor of the Author´s brilliant academic career and the transcendence of the results of his research work in the field of legal sciences. The author´s critical considerations represent the fruit of arduous and restless reflection on the founding principles of Criminal Law, which, acting as a guarantee for the containment of the State´s punitive power, promote a clearer structuring of crimes and do not fail to provide the victim with adequate protection.

Il libro in esame è un’eccellente monografia scientifica, originale e indubbiamente inedita, che permette di apprezzare il tenore della brillante carriera accademica dell’Autore e la trascendenza dei risultati del suo lavoro di ricercatore nel campo delle scienze giuridiche. Le considerazioni critiche dell’Autore rappresentano il frutto di un’ardua e inquieta riflessione sui principi fondanti del diritto penale, i quali, fungendo da garanzia per il contenimento della potestà punitiva dello Stato, favoriscono una più chiara strutturazione dei reati e non mancano di fornire alla vittima un’adeguata tutela.

L’opera si presenta come una dissertazione di parte speciale, ma è sufficiente volgere uno sguardo all’indice per rendersi conto dell’eccellente gestione delle tematiche di parte generale. Come suggerisce opportunamente il titolo, il libro si concentra su un argomento di rinnovata attualità, denominato dunning harassment o “acoso al moroso” (in italiano, “molestie al debitore”). Si tratta di un fenomeno certamente assiduo e piuttosto risalente, benché ancor oggi molto diffuso a causa dei postulati della società moderna. Gli strumenti posti a disposizione dalle tecnologie informatiche, infatti, se da un lato hanno contribuito al progresso della società, dall’altro hanno aumentato la pericolosità di determinati comportamenti.

Lo sfondo dell’analisi sviluppata nel libro è rappresentato dalle criticità del sistema giudiziario, ciò che indubbiamente si inserisce nelle linee di ricerca che l’Autore ha approfondito nel corso della sua carriera scientifica. Infatti, quando i cittadini smettono di percepire la risposta giuridica “pubblica” come giusta, effettiva e proporzionata, prende forma una propensione verso alcuni modelli di giustizia “privata”. Come correttamente sottolinea l’Autore, ciò accade anche quando la farraginosità dei procedimenti, nonché le esigue risorse socio-economiche a disposizione impediscono all’ordinamento giuridico di esercitare la sua funzione primaria, che consiste, come noto, nella regolazione delle condotte umane e nella risoluzione (o prevenzione) dei (potenziali) conflitti.

Nell’ambito di queste peculiarità che caratterizzano la giustizia contemporanea, anche le situazioni di per sé legittime – così come gli interessi di volta in volta protetti – rischiano di trasformarsi in potenziali pericoli per la dignità e la libertà altrui. È il caso dei diritti di credito, che sono tutelati dalle disposizioni del diritto civile e commerciale e, allo stesso tempo, possono arrivare a minare beni (o interessi) giuridici fondamentali o, comunque, superiori. Le molestie nei confronti dell’inadempiente (o debitore), infatti, consistono proprio nella richiesta di pagamento o nella rivendicazione di crediti, effettuata al di fuori delle vie legali. In linea di principio, sottolinea l’Autore, “la gestione del recupero crediti è giuridicamente indiscutibile; si tratta semplicemente di un contratto di factoring, che può assumere varie forme a seconda degli interessi dei suoi partecipanti”. Tuttavia, “queste modalità giuridico-privatistiche hanno subito via via sostanziali variazioni, fino ad arrivare a figure contrattuali ibride il cui oggetto è la gestione, sotto nomi o vesti goliardiche, dei crediti del cliente attraverso la tecnica del perseguimento del debitore[1].

Per questi motivi, dal punto di vista del diritto penale, si giustifica pienamente il lavoro dell’Autore, che ha concentrato nella sua opera le possibili lesioni derivanti dalle molestie all’inadempiente. Nel corso della trattazione, il fenomeno viene affrontato da prospettive eterogenee e complementari, che fanno dell’opera un prodotto di indubbia originalità. Nel panorama nazionale spagnolo, si tratta della prima monografia giuridico-penale che offre un quadro completo e dettagliato dei profili “criminali” del dunning harassment. La bibliografia, anche internazionale, sull’argomento è piuttosto limitata, il che permette di confermare che la scelta dell’Autore è del tutto confacente. La novità dell’argomento e le accese riflessioni che compongono l’opera costituiscono, da un lato, un ottimo contributo allo stato della scienza penale e, dall’altro, uno strumento di ausilio per i professionisti che – in ambito giuridico – si confrontano con questo fenomeno.

Lo studio si concentra in modo sopraffino sulle questioni giuridico-penali che investono questi comportamenti vessatori. L’interrogativo principale, che si desume chiaramente già dal titolo dell’opera, tende a verificare se queste azioni od omissioni possano acquisire rilevanza penale nel sistema giuridico vigente e conduce altresì alla proposta di formulazione di una nuova e specifica fattispecie di reato che protegga i consumatori dalle aggressioni perpetrate durante la gestione del recupero crediti. Sullo sfondo di un diritto penale moderno e liberale, l’Autore colloca nelle teorie del bene giuridico il confine tra l’inclusione del dunning harassment tra le attività “socialmente adeguate” o, al contrario, tra quelle illecite.

L’opera si compone di 9 capitoli, ai quali si aggiungono le conclusioni, formulate in modo concreto e puntuale, e una sezione specifica in cui l’Autore riassume la sua proposta de lege ferenda, verso una nuova fattispecie di molestie. Il professor Pérez Arias parte da un orientamento empirico-giuridico e si concentra sui principi cardine del diritto penale, tenendo costantemente conto non solo del proprio codice, ma anche dei diritti proclamati dalla Costituzione, delle fonti di diritto internazionale e degli ordinamenti giuridici stranieri, senza partecipare all’ondata espansionistica del diritto penale, né alle tendenze neo-punitiviste contemporanee. Per di più, l’Autore riesce ad argomentare e sostenere le sue posizioni attraverso un ottimo connubio tra teoria e prassi, vale a dire tra i più illustri assiomi dottrinali e le più varie e recenti pronunce giurisprudenziali. È chiaro, quindi, come l’opera si presenti ineccepibile anche dal punto di vista metodologico.

Nel primo capitolo, l’Autore offre una panoramica del fenomeno delle molestie ai debitori, che trova parziale giustificazione nella mancanza di fiducia dei consociati nell’attuale sistema giudiziario (“l’insoddisfazione sociale nei confronti del sistema giudiziario incoraggia queste soluzioni extraprocessuali[2]). Infatti, sebbene dal 2000 il diritto processuale spagnolo abbia incluso l’ingiunzione di pagamento tra gli strumenti disponibili per la riscossione dei crediti, la Spagna – a differenza di altri Paesi – non dispone ancora di una normativa specifica sulle società di recupero crediti. Sebbene l’introduzione dell’art. 172 ter nel codice penale spagnolo sembrasse una soluzione propizia per contrastare una pluralità di condotte vessatorie eterogenee, si è rivelata parzialmente inadeguata alla luce delle circostanze peculiari del dunning harassment. A questo proposito, “l’introduzione di questa fattispecie penale, e tenendo conto di quanto affermato nella relazione introduttiva [...], ci fa questionare se le decisioni che, fino ad ora, avevano qualificato tali pratiche come reati di minaccia o coercizione non stessero chiaramente violando il principio di legalità penale, attraverso un’interpretazione estensiva, persino creativa, della norma[3].

Il secondo capitolo riguarda la presunta agilità del procedimento di ingiunzione, il quale, se da un lato doveva apportare benefici al sistema giudiziario civile, dall’altro si è rivelato uno strumento scarsamente adoperato nei casi a più alto tasso di incidenza. Questo tipo di processo, infatti, non è così frequente “per il recupero dei crediti tra privati (ad eccezione di quelli specifici, come le forniture di energia e simili), in quanto la banca di solito trascrive le proprie operazioni di credito in documenti con valore esecutivo proprio”. Piuttosto, “è stato limitato nella prassi alla riscossione di crediti tra imprenditori (fornitori, clienti intermedi, ecc.), a condizione che non vi siano terzi (compagnie di assicurazione contro i rischi d’impresa, istituti di credito finanziario, ecc.) che coprano gli importi non pagati derivanti da rischi commerciali (soprattutto quando questi debiti derivano da operazioni internazionali)[4]. A conferma di ciò, l’Autore fornisce ampie statistiche e propone un confronto completo con la gestione del recupero crediti in Paesi diversi dalla penisola iberica.

Nel terzo capitolo, l’Autore si approssima al nucleo delle sue riflessioni e inizia con una digressione, decisamente opportuna, sulle funzioni e le caratteristiche del bene giuridico, che è indubbiamente una conquista della modernità adeguata per garantire la separazione assiologica tra diritto e morale. In altre parole, si tratta di uno strumento le cui origini si possono far risalire già a Kant, “nel senso che, offendendo alcuni diritti soggettivi di una persona, si offende quella persona non già come homo phaenomenon, ma come homo noumenon, cioè trascendendo la congiuntura della persona concreta[5]. Tra le critiche dell’Autore in relazione alla mancata positivizzazione del principio di offensività nell’ordinamento spagnolo, la discussione prosegue con l’obiettivo di garantire che la molestia, in qualsiasi sua forma, costituisca un attacco a beni giuridici specificamente individuati, in quanto il legislatore non può proteggere, attraverso il diritto penale, diritti non riconosciuti dal testo costituzionale. Con le parole del prof. Pérez Arias, è opportuno che “di fronte a nuove fattispecie di reato, difficilmente caratterizzabili, si parta dal criterio interpretativo del bene giuridico, che consentirà di analizzare la natura giuridica della condotta e la sua corretta collocazione, al fine di esaminare e concedere un trattamento giuridico penale a eventuali conflitti sistematici[6].

Con il quarto capitolo, l’Autore si addentra nell’analisi dei beni giuridici concretamente vulnerati da questi comportamenti vessatori e ribadisce, da un lato, che il debitore non può essere privato della sua libertà e, dall’altro, che non può essere lesa la sua dignità come essere umano. “L’esperienza pratica dimostra che le tecniche utilizzate da questi ‘esattori’ violano alcuni diritti fondamentali dei debitori; diritti che in nessun caso verrebbero colpiti se queste società seguissero le vie legali[7]. Vengono, dunque, individuati i cinque beni giuridici suscettibili di lesione potenziale a causa delle condotte in analisi (libertà, intimità, integrità morale, diritto all’onore, amministrazione della giustizia), i quali vengono descritti e approfonditi analiticamente in ciascuno dei capitoli successivi, dal quinto al settimo. Lo studio giunge a concludere che “questo nuovo reato di molestie può essere utile per perseguire comportamenti come il dunning harassment, ma non per questo il precetto è completamente ineccepibile da un punto di vista tecnico[8].

Gli ultimi due capitoli riassumono, rispettivamente, la “presa di posizione” dell’Autore e alcune sue riflessioni in merito agli opportuni limiti “relativi” del diritto penale. Secondo l’Autore, è consigliabile che si tenga conto della natura globale del reato, cercando di unificare la condotta in un’unica fattispecie penale, senza però dimenticare che i diversi momenti che compongono l’offesa possono fornire circostanze utili ad essere racchiuse in una formulazione tipica più confacente. “Lasciare tutto nelle mani di un solo reato, come quello di molestia, così come attuale formulato, può portare a interpretazioni vacillanti[9]. Individuando i beni giuridici effettivamente colpiti dalla vessazione al soggetto inadempiente nella libertà personale e nell’amministrazione della giustizia, l’Autore conclude che “si dovrebbe istituire una figura plurioffensiva, da sistematizzare sulla base del bene giuridico collettivo (amministrazione della giustizia), che darebbe un significato teleologico alla condotta (elemento soggettivo del tipo), e da descrivere come violazione della libertà individuale del soggetto, nei termini che proporremo in seguito, con il mancato rispetto dei sistemi ordinari legittimamente preordinati alla reclamazione giuridica di un debito[10].

Dopo alcune considerazioni critiche, ma edificanti, in merito ai metodi alternativi di risoluzione delle controversie (ad esempio, la mediazione), la sezione conclusiva ribadisce la necessità che il legislatore spagnolo approvi una legge sulle azioni di recupero stragiudiziale del credito, la quale contenga un elenco esaustivo dei limiti alla giustizia “privata” (cioè “le misure che un creditore può adottare in autonomia[11]) e, al contempo, garantisca al debitore la possibilità di azionare un procedimento sanzionatorio, nel caso in cui si presentino anomalie di diverso tipo. Infine, prima dei riferimenti bibliografici e giurisprudenziali, l’opera viene chiusa con la formulazione de lege ferenda di una proposta tassativa e specifica, in grado di risolvere i problemi giuridici riscontrati nel corso della trattazione.


Note e riferimenti bibliografici

[1] «[L]a gestión de cobro de deudas no ofrece, jurídicamente, discusión alguna; se trata simple y llanamente de un contrato de factoring, que puede adoptar diversas modalidades en función del interés de sus partícipes […] poco a poco estas modalidades jurídico-privadas han experimentado variaciones sustanciales, hasta llegar a figuras contractuales híbridas cuyo objeto es gestionar, con nombres o atuendos jocosos, los créditos del cliente mediante la técnica de persecución al deudor (“métodos expeditivos”)» (p. 7).

[2] «[E]l descontento social con el sistema ju­dicial alienta estas soluciones extraprocesales» (p. 14).

[3] «[L]a introducción de este tipo penal, y tomando en consi­deración lo manifestado en la exposición de motivos (“…no podían ser calificadas como coacciones o amenazas”), hace que nos cuestio­nemos si las resoluciones que, hasta el momento, habían venido cali­ficando tales prácticas expeditivas como delitos de amenazas o delito de coacciones no estaban incurriendo en una clara infracción del principio de legalidad penal, a través de una interpretación extensi­va, incluso creadora, de la norma» (p. 18).

[4] Nel testo originale, l’ingiunzione di pagamento non è così frequente «para el co­bro de deudas con particulares (salvo aquellos específicos, como son los suministros de energía y similares), pues la entidad bancaria sue­le documentar sus operaciones crediticias en documentos con valor ejecutivo propio». Piuttosto, «ha quedado limitado en la prácti­ca al cobro de deudas entre empresarios (proveedores, clientes inter­medios, etc.), siempre y cuando no haya, a su vez, terceras empresas (compañías aseguradoras de riesgo empresarial, entidades financie­ras de crédito, etc.), que cubran los importes impagados derivados de los riesgos comerciales (máxime cuando estas deudas proceden de operaciones internacionales)» (p. 23).

[5] «[A]l ofender ciertos derechos subjetivos de una persona, se ofende no ya a esa persona como homo phaenomenon, sino como homo noumenon, es decir, trascendiendo la coyuntura de la per­sona concreta» (pp. 36-37).

[6] È conveniente che «ante nuevos delitos, de difícil carac­terización, partamos del criterio interpretador del bien jurídico, lo que nos permitirá analizar la naturaleza jurídica de la conducta y su correcta ubicación, de cara a examinar y dar tratamiento jurídico pe­nal a posibles conflictos sistemáticos» (p. 43).

[7] «La experiencia práctica demuestra que las técnicas empleadas por estos “cobradores” atentan contra determinados derechos fundamentales de los deudores; derechos que, en ningún caso, se verían afectados si estas empresas siguieran las vías legales» (p. 46).

[8] «[E]este nuevo delito de acoso puede ser útil para perseguir conductas como la del dunning harassment, pero no es menos cierto que el precepto no puede ser más desacertado desde el punto de vista técnico» (p. 71).

[9] «Dejarlo todo en manos de un delito, como el acoso, en su redacción actual, puede llevar a interpretaciones vacilantes» (p. 125).

[10] «[D]ebería establecerse una figura pluriofensiva, sistematizándose a partir del bien jurídico colectivo (administración de justicia), que otorgara sentido teleológico a la conducta (elemento subjetivo del tipo), y describiéndose ésta como la vulneración de la libertad individual del sujeto, en los términos que más adelante propondremos, con quiebra de los sistema ordinarios y legales para la reclamación legal de una deuda» (p. 129).

[11] Con le parole originali, «las medidas que puede realizar por sí solo un acreedor».