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Pubbl. Lun, 16 Feb 2015

Embrioni umani e Dna in attesa di brevetto?

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Mirko Forti


Anche le sequenze di DNA possono essere brevettate e commercializzate: è quanto ha stabilito la Corte di Giustizia dell´Unione Europea a seguito delle innovazioni normative. La Suprema Corte Europea ha comunque fissato dei paletti e dei limiti rigidi a salvaguardia del diritto alla privacy e all´individualità delle singole persone


Che cosa può essere brevettato? Cosa commercializzato?
La Corte di Giustizia dell'Ue ha affermato che, entro certi limiti, anche le sequenze di Dna possono essere oggetto commerciale. Nel dicembre 2014, relativamente alla causa tra Steam Cell e l'ufficio brevetti britannico, la Corte ha emanato una sentenza che ha sottolineato due avvertenze:

a) che la direttiva UE 98/44 è intesa a disciplinare non l’uso di embrioni umani nell’ambito di ricerche scientifiche ma esclusivamente la brevettabilità delle invenzioni biotecnologiche;
b) che il concetto di «embrione umano», ai sensi della direttiva deve essere interpretato in modo uniforme in tutta l’UE.  

La Corte ha specificato come possano essere oggetto di brevetto esclusivamente ovuli non fecondati e quindi linee genetiche non capaci di svilupparsi naturalmente e autonomamente. Difatti l’articolo 5, comma 1, prevede che il corpo umano, “nei vari stadi della sua costituzione e del suo sviluppo”, (…), non possa costituire invenzione brevettabile. Sarà quindi brevettabile esclusivamente l'embrione umano incapace di svilupparsi e riprodursi naturalmente: tali strutture genetiche potranno essere utilizzate dalle case farmaceutiche per l'analisi e lo sviluppo di farmaci sempre più efficaci e resistenti.

Sarà però compito della legislazione europea e nazionale far sì che il diritto alla privacy dei soggetti coinvolti venga preservato adeguatamente. Un altro fondamentale dovere della politica sarà il far sì che non venga influenzata la ricerca dagli interessi economici che la sentenza in esame ha legittimato: le case farmaceutiche potrebbero richiedere sviluppi e interventi per farmaci brevettabili il prima possibile, a dispetto della loro utilità e efficacia.