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Call for papers - Giustizia riparativa: esperienze a confronto

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Numero monografico della Rivista ANVUR Cammino Diritto promosso da “Criminal Law Lab” (Gruppo di ricerca patrocinato dall’Università degli Studi di Palermo) e da “Gruppo di ricerca penalistica italo-spagnolo” (patrocinato dall’Università di Murcia).

Termine per la presentazione degli abstracts: 31 gennaio 2023; Risposta dai curatori: 28 febbraio 2023; Consegna contributo: 30 aprile 2023; Accettazione/rifiuto o richiesta di modifiche a seguito di double blind peer review: 30 giugno 2023 (posticipato al 30 ottobre 2023); Consegna contributo a seguito di eventuale richiesta di modifiche: 15 luglio 2023 (posticipato al 15 novembre 2023).


A causa dell'elevato numero di articoli ricevuti e della necessità di gestirli tutti adeguatamente attraverso un processo di revisione dettagliato e finalizzato al miglioramento della ricerca, l'esito delle revisioni sarà reso noto il 30 ottobre 2023.

Con l’ampia espressione “giustizia riparativa” si è inteso definire, nel dibattito penalistico, modelli di rinuncia alla punizione fondati sulla conciliazione tra autore del reato, da un lato, e vittima e/o comunità di appartenenza, dall’altro, la cui giustificazione, e per certi versi finalità, risiederebbe nella ricomposizione della “frattura” con la vittima e con l’ordinamento originata dalla realizzazione dell’illecito.

Essenza della restorative justice, sarebbe, quindi, la risoluzione del conflitto che scaturisce dalla commissione di un fatto di reato mediante processi e tecniche che prevedono diversi gradi e forme di coinvolgimento della vittima, affinché si possa addivenire alla riconciliazione tra reo e persona offesa/danneggiato, nonché alla ricostituzione del tessuto relazionale e/o sociale, in modo tale da soddisfare anche esigenze generalpreventive.

Secondo i Basic principles on the use of restorative justice programs matters, elaborati dalle Nazioni Unite il 24 luglio 2002, per “giustizia riparativa” si intende «qualsiasi processo in cui la vittima, l’autore del reato e, laddove appropriato, ogni altro individuo o membro della comunità lesi da un reato, partecipano attivamente insieme alla risoluzione delle questioni emergenti dal reato, generalmente con l’aiuto di un terzo soggetto equo e imparziale»; la Direttiva 2012/29/UE del 25 ottobre 2012, recante “Norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato”, sostituendo la decisione quadro 2001/220/GAI, all’art. 2, comma 1, lett. d) definisce, invece, la giustizia riparativa come «qualsiasi procedimento che permette alla vittima e all’autore del reato di partecipare attivamente, se vi acconsentono liberamente, alla risoluzione delle questioni risultanti dal reato con l’aiuto di un terzo imparziale».

La giustizia riparativa, per cui un’autorevole dottrina italiana evoca l’immagina plastica della “giustizia senza spada”, si pone, dunque, l’obiettivo di favorire un confronto attivo tra i “protagonisti” della vicenda illecita, che (attraverso l’attenzione rivolta al vulnus subito dalla vittima e ai bisogni della medesima, da un lato, e ad un processo di auto-responsabilizzazione dell’autore del reato, dall’altro) consenta ai soggetti coinvolti di attivare un percorso comune virtuoso tale da determinare, innanzitutto, una più profonda e reciproca comprensione delle cause dell’illecito e dei correlati emozionali ed esistenziali. Il tutto, nella prospettiva sia della riconciliazione, sia della risocializzazione dell’autore.

Questo modello innovativo mira, allora, ad implementare la risposta istituzionale, connessa alla commissione di un reato, mediante strumenti basati sull’incontro, sul dialogo, sulla biunivoca comprensione, nelle differenti prospettive della vittima e dell’autore dell’illecito, del reciproco vissuto, affinché, attraverso l’empatia, possano essere prescelte soluzioni che consentano di addivenire a riparazioni simboliche, prima ancora (e piuttosto) che materiali.

Il paradigma riparativo, collocandosi nel sistema come alternativa della sanzione penale – irrinunciabile, secondo molti, a determinate condizioni – è espressione di una ben precisa scelta di politica criminale, che si colloca nell’ormai classico tema della fuga dalla pena detentiva, ritenuta incapace di arginare efficacemente la criminalità, sia in termini di deterrenza, sia nella prospettiva della risocializzazione, e perciò anche inumana, in quanto verrebbe comminata ed applicata senza utilità e solo quale effetto della integrazione della fattispecie criminosa (secondo le classiche critiche mosse all’idea retributiva già dal XIX secolo).

In tal prospettiva si collocano le tesi che vedono la pena classica, soprattutto carceraria, come mero “raddoppio del male”, cui viene contrapposta l’idea che attraverso il modello restorative possa sostituirsi al male il bene. Tuttavia, il modello della giustizia riparativa rivela serie criticità in questa ambizione di affrancamento (in tutto o in parte sostitutivo) dal diritto penale e dallo strumento della pena: da un lato propone di contrapporre ad entità misurabili e quantificabili (gli elementi costitutivi del reato, ed i criteri di commisurazione della pena, che per quanto non strettamente algebrici hanno ricevuto una ormai raffinata elaborazione dottrinaria, giurisprudenziale e ad opera del giudice delle leggi) con entità non definibili né con gli strumenti del processo penale né col ricorso ad altre scienze integrate suscettibili di essere utilizzate come prova (si fa riferimento ai concetti non misurabili e nemmeno accertabili nella loro effettiva realizzazione o meno, quali pentimento, emenda, perdono, comprensione, rielaborazione, riconciliazione, etc.), ma che dovrebbero avere impatto sul diritto penale classico, escludendolo; dall’altro non ritiene essenziale l’effettiva riparazione del bene giuridico leso, unica opzione misurabile di tutela ex post, tanto più quando si tratta di valori patrimoniali in cui danno penale e danno civile finiscono per sovrapporsi introducendo una quantificabilità financo maggiore della classica Strafzumessung.

In più, si pongono i problemi del novero di reati cui lo strumento dovrebbe essere applicabile (selezionabili per bagatellarità, o per riparabilità del bene leso, o in base a quale altro criterio?), e della partecipazione della vittima, tradizionalmente estranea al diritto penale classico, che si fonda anzi sulla sua neutralizzazione dall’orizzonte della scelta se punire, mentre qui tale soggetto dovrebbe essere investito, quale parte attiva della conciliazione o meno, di una parte determinante nelle sorti del reo, ma dall’altro dovrebbe essere esso stesso spinto dall’ideologia del nuovo modello (anche se non costretta) ad accettare un contatto con il “carnefice”, in controtendenza con tutte le recenti acquisizioni in materia di tutela delle vittime deboli, fondate sul principio dell’allontanamento dal reo e dalla sua influenza negativa attraverso ordini di protezione e di allontanamento di quest’ultimo.

Uno dei modelli di restorative justice è rappresentato dalla mediazione reo-vittima, con particolare riferimento al modello c.d. “umanistico”, che, attribuendo un ruolo centrale alla persona e ai suoi valori più profondi, prevede un percorso dialogico guidato, volto a promuovere la riconciliazione individuale e sociale. In questo ambito, dunque, sarebbe fondamentale che venga costituito uno spazio di ascolto in cui l’autore del fatto illecito e la persona offesa possano instaurare un dialogo confidenziale, finalizzato ad una sorta di reciproca immedesimazione nel vissuto dell’uno e dell’altra, attraverso la presa di coscienza, da parte di entrambi, del rispettivo ruolo assunto nella vicenda, attraverso il c.d. “storytelling”, che assume anche una sorta di efficacia “terapeutica” (o “catartica”). A livello europeo, modelli di giustizia riparativa hanno conosciuto un importante sviluppo in diversi ordinamenti, come quelli dei Paesi dell’area scandinava e del nord Europa; di particolare interesse è, poi, l’esperienza della Nuova Zelanda, che ha rimodulato il proprio sistema penale ricorrendo frequentemente a programmi riparativi di dimensione “comunitaria”, i c.d. “restorative circles”, che coinvolgono la comunità, il vicinato, la famiglia del reo e quella della vittima, in gran parte ispirati alla tradizione culturale Maori.

In altri Paesi, come l’Italia, invece, la restorative justice non ha trovato compiuta disciplina: non paiono riferibili al modello della giustizia riparativa, anzi segnano il consolidato distacco da essa della nostra cultura giuridica, i diversi istituti che valorizzano condotte integralmente riparatorie post delictum, affidando però la rinuncia al diritto penale al più solido e misurabile dato algebrico della integrale restaurazione del bene leso, che pone fuori gioco il ricorso alle entità “umanistiche” e non misurabili proprie della proposta restorative. Si pensi, ad esempio, all’art. 162-ter c.p., introdotto dalla l. 23 giugno 2017, n. 103, ove il meccanismo estintivo è, a ben vedere, “sganciato” da qualsivoglia finalità conciliativa, potendo trovare applicazione soltanto in relazione a reati procedibili a querela rimettibile, disciplinando, dunque, ipotesi nelle quali permanga, comunque, una volontà “punitiva” del querelante (altrimenti la querela sarebbe rimessa), ma il reato sia estinto - nonostante il permanere del conflitto - dalla integrale riparazione del bene leso, ovvero dalla obbiettiva cancellazione della lesione del bene giuridico, conclusione esegetica confermata, d’altronde, dall’insufficienza di una riparazione parziale anche quando costituente lo sforzo massimo, e l’indice presuntivo di ravvedimento, rispetto alle possibilità economiche del reo, come ad es. invece avviene in Germania nel § 46.a StGB, orientato ad un differente taglio fondato (anche) sulla ricomposizione reo-vittima.

Un importante impulso alla valorizzazione di modelli di giustizia riparativa sembra però provenire dalla legge-delega 27 settembre 2021, n. 134 (c.d. “riforma Cartabia”), che dedica al tema, in particolare, il comma 18 dell’art. 1, in termini probabilmente anche sproporzionati per eccesso ai limiti del modello così come costruiti in dottrina e prevalentemente noti ad altri ordinamenti, posto che non si indicano limitazioni con riferimento né alla tipologia né alla gravità dei reati cui debba essere applicabile, prefigurando una generalizzazione dell’istituto, ad es. anche in materia di reati associativi, di terrorismo, di criminalità mafiosa o violenze sessuali di gruppo; il tutto prevedendo, poi, che in sede di attuazione debba essere introdotta una disciplina organica della restorative justice «quanto a nozione, principali programmi, criteri di accesso, garanzie, persone legittimate a partecipare, modalità di svolgimento dei programmi e valutazione dei suoi esiti, nell’interesse della vittima e dell’autore del reato».

In ragione di tali prospettive di mutazione del sistema penale, la Rivista Cammino Diritto, attraverso i propri gruppi di ricerca (Criminal Law Lab e Gruppo di ricerca penalistico italo-spagnolo), intende sollecitare dei contributi di studiosi della materia (che verranno successivamente ospitati su un volume monografico o sulla Rivista Scientifica, o ancora sul portale www.camminodiritto.it, in base alle determinazioni dell’Editore) affinché venga sviluppato il dibattito su due direttrici fondamentali:

- le esperienze di giustizia riparativa in ordinamenti stranieri: strumenti, risultati e criticità;
- le prospettive di riforma, in Italia o all’estero, sotto il particolare profilo della compatibilità con ordinamenti, quale quello italiano, culturalmente distanti dal modello e storicamente diffidenti financo rispetto alle più classiche opzioni riparatorie (i cui effetti penali erano confinati a lungo nell’attenuante ex art. 62 n. 6 c.p.), e con riferimento alla utilizzabilità del modello quale strumento di superamento, ed entro che spazi e limiti, della pena detentiva classica.
Gli autori che intendano proporre un contributo al numero monografico (che potrà essere redatto in italiano, francese, spagnolo, tedesco, inglese e portoghese) sono invitati ad inviare un abstract – tra le 300 e le 500 parole – entro e non oltre il 31/01/2023 ai seguenti indirizzi mail: a.delia@camminodiritto.it; redazione@camminodiritto.it; il tutto inserendo nell’oggetto la seguente dicitura: “call for papers restorative justice”.

I contributi che verranno ammessi (attraverso comunicazione e-mail) dovranno poi essere consegnati entro il 30/04/2023 agli indirizzi poc’anzi indicati e non dovranno eccedere la lunghezza complessiva di 50.000 battute (spazi inclusi); essi dovranno essere redatti secondo i criteri redazionali riportati sul sito della rivista Cammino Diritto. A seguito della consegna, ciascun contributo sarà sottoposto a blind peer review, con possibilità di richiesta di modifiche o integrazioni, ovvero di rifiuto nello stato della sua formulazione.

Timeline

  • Deadline per la presentazione degli abstracts: 31 gennaio 2023
  • Risposta dai curatori: 28 febbraio 2023
  • Consegna contributo: 30 aprile 2023
  • Accettazione/rifiuto o richiesta di modifiche a seguito di double blind peer review: 30 giugno 2023
  • Consegna contributo a seguito di eventuale richiesta di modifiche: 15 luglio 2023

DIRETTORE: Alessio Giaquinto

COORDINATORE: Angelo Giraldi

COMITATO SCIENTIFICO PER LA VALUTAZIONE: Roberto Bartoli – Luigi Foffani – Antonella Massaro – Nicola Pisani – Andrea Sereni

CURATORI: Tommaso Guerini – Giovanni Manca – Simona Raffaele – Jacinto Pérez Arias – Rafael Castillo Felipe – Salvador Tomás Tomás.


CALL FOR PAPERS
Justice réparatrice: Comparer les expériences
Numéro monographique de la revue scientifique Cammino Diritto


Cammino Diritto, dans le cadre de ses groupes de recherche ("Criminal Law Lab" et « Gruppo di ricerca penalistica italo-spagnolo »), souhaite encourager la contribution d'experts dans une monographie (ou dans la revue scientifique, ou sur le site web www.camminodiritto.it, sur la base de ce que décide l'éditeur), dans un débat qui se développe selon deux axes fondamentaux:
- Les expériences de justice réparatrice dans les systèmes juridiques étrangers : instruments, résultats et critiques;
- les perspectives de réforme, en Italie ou à l'étranger, sous le profil de la compatibilité avec des systèmes culturellement éloignés de ce modèle.
La contribution à la monographie peut être rédigée en italien, français, espagnol, allemand, anglais et portugais. Le résumé – entre 300 et 500 mots – doit être envoyé avant le 31/01/2023 aux e-mails suivants : a.delia@camminodiritto.it; redazione@camminodiritto.it; en mettant comme sujet «appel à communication justice réparatrice».

Les contributions admises (avec communication par e-mail) doivent être livrées avant le 30/04/2023 aux e-mails indiqués et ne doivent pas dépasser la limite de 50 000 caractères (espaces compris); ils doivent être rédigés selon les critères éditoriaux qui figurent sur le site Web de Cammino Diritto Magazine. Après la livraison, chaque contribution sera soumise à un examen aveugle par des pairs, avec la possibilité de demander des modifications ou des intégrations à l'auteur, ou le rejet de la contribution en l'état dans laquelle elle est formulée.

Chronologie

  • Date limite de présentation des résumés: 31 janvier 2023
  • Réponse du Comité: 28 février 2023
  • Remise de la contribution: 30 avril 2023
  • Acceptation/rejet ou demande de modifications après examen par les pairs en double aveugle: 30 juin 2023
  • Remise de la contribution après l'éventuelle demande de modifications: 15 juillet 2023

CALL FOR PAPERS
Justicia restaurati va: experiencias en comparación
Monográfico de la Revista científica Cammino Diritto

La Revista Cammino Diritto, en el marco de sus grupos de investigación (“Criminal Law Lab” y el “Gruppo di ricerca penalistica italo-spagnolo”), quiere fomentar la contribución de expertos en un monográfico o en la Revista científica, o bien en la web www.camminodiritto.it, sobre la base de lo que decida el Editor, para que se desarrolle el debate acerca de dos líneas fundamentales:
- las experiencias de justicia restaurativa en ordenamientos extranjeros: instrumentos, resultados y criticidades;
- las perspectivas de reforma, en Italia o en el exterior, bajo el perfil de la compatibilidad con ordenamientos culturalmente lejanos de ese modelo e historicamente recelosos incluso hacia las más clásicas opciones restaurativas, y también con respecto a la usabilidad del modelo como instrumento de superación de la pena de detención tradicional.
La contribución al monográfico podrá redactarse en italiano, francés, español, alemán, inglés y portugués. El abstract – entre 300 y 500 palabras – debe enviarse dentro del 31/01/2023 a los siguientes correos: a.delia@camminodiritto.it; redazione@camminodiritto.it; poniendo como asunto “call for papers restorative justice”.
Las contribuciones que sean admitidas (con comunicación por correo electrónico) deberán entregarse dentro del 30/04/2023 a los correos indicados y no deberán exceder del límite de 50.000 caracteres (espacios incluidos); se deberán redactar según los criterios editoriales que aparecen en la web de la Revista Cammino Diritto. Después de la entrega, cada contribución se someterá a blind peer review, con posibilidad de solicitar al autor modificaciones o integraciones, o bien de rechazo de la contribución en el estado en que está formulada.

Timeline

  • Plazo para la presentación de abstracts: 31 de enero de 2023
  • Respuesta por el Comité: 28 de febrero de 2023
  • Entrega de la contribución: 30 de abril de 2023
  • Aceptación/rechazo o solicitud de modificaciones tras double blind peer review: 30 de junio de 2023
  • Entrega de la contribución después de la eventual solicitud de modificaciones: 15 de julio de 2023

CALL FOR PAPERS
Restorative Justice: Comparing Experiences
Monographic issue of the scientific journal Cammino Diritto

Cammino Diritto, within the framework of its research groups (“Criminal Law Lab” and “Gruppo di ricerca penalistica italo-spagnolo”), wants to encourage the contribution of experts in a monograph (or in the Scientific Magazine, or on the web site www.camminodiritto.it, based on what the Editor decides), in a debate developing along two fundamental lines:
- The experiences of restorative justice in foreign legal systems: instruments, results and criticisms;
- the prospects for reform, in Italy or abroad, under the profile of compatibility with systems that are culturally distant from this model.
The contribution to the monograph may be written in Italian, French, Spanish, German, English and Portuguese. The abstract – between 300 and 500 words – must be sent within 01/31/2023 to the following emails: a.delia@camminodiritto.it; redazione@camminodiritto.it; putting as subject “call for papers restorative justice”.
The contributions that are admitted (with communication by email) must be delivered within 04/30/2023 to the indicated emails and must not exceed the limit of 50,000 characters (spaces included); they must be written according to the editorial criteria that appear on the Cammino Diritto Magazine website. After delivery, each contribution will be submitted to blind peer review, with the possibility of requesting modifications or integrations from the author, or rejection of the contribution in the state in which it is formulated.

Timeline

  • Deadline for the presentation of abstracts: January 31, 2023
  • Response by the Committee: February 28, 2023
  • Delivery of the contribution: April 30, 2023
  • Acceptance/rejection or request for modifications after double blind peer review: June 30, 2023
  • Delivery of the contribution after the eventual request for modifications: July 15, 2023

CALL FOR PAPERS
Justiça Restaurativa: Comparando Experiências
Número monográfico da revista científica Cammino Diritto

Cammino Diritto, no âmbito de seus grupos de pesquisa (“Criminal Law Lab” e “Gruppo di ricerca penalistica italo-spagnolo”), quer incentivar a contribuição de especialistas em uma monografia (ou na Revista Científica, ou no site www.camminodiritto.it, com base no que o Editor decidir), em um debate que se desenvolve em duas linhas fundamentais:
- As experiências de justiça restaurativa em ordenamentos jurídicos estrangeiros: instrumentos, resultados e críticas;
- as perspectivas de reforma, na Itália ou no exterior, sob o perfil de compatibilidade com sistemas culturalmente distantes desse modelo.
A contribuição para a monografia pode ser redigida em italiano, francês, espanhol, alemão, inglês e português. O resumo – entre 300 e 500 palavras – deve ser enviado até 31/01/2023 para os seguintes e-mails: a.delia@camminodiritto.it; redazione@camminodiritto.it; colocando como assunto “call for papers justiça restaurativa”.
As contribuições admitidas (com comunicação por e-mail) devem ser entregues até 30/04/2023 nos e-mails indicados e não devem ultrapassar o limite de 50.000 caracteres (incluindo espaços); devem ser redigidos de acordo com os critérios editoriais que constam no site da Revista Cammino Diritto. Após a entrega, cada contribuição será submetida à avaliação cega por pares, com possibilidade de solicitação de modificações ou integrações ao autor, ou rejeição da contribuição no estado em que for formulada.

Timeline

  • Data limite para apresentação de resumos: 31 de janeiro de 2023
  • Resposta do Comitê: 28 de fevereiro de 2023
  • Entrega da contribuição: 30 de abril de 2023
  • Aceitação/rejeição ou solicitação de modificações após revisão duplamente cega: 30 de junho de 2023
  • Entrega da contribuição após eventual solicitação de modificações: 15 de julho de 2023

CALL FOR PAPERS
Restorative Justice: Erfahrungen vergleichen
Monografische Ausgabe der wissenschaftlichen Zeitschrift Cammino Diritto

Cammino Diritto möchte im Rahmen seiner Forschungsgruppen („Criminal Law Lab“ und „Gruppo di ricerca penalistica italo-spagnolo“) den Beitrag von Experten fördern über die Themen der Restorative Justice. Die Beiträge sollten in einem monographischen Werk gesammelt werden, die nach Wahl des Herausgebers entweder in einer speziellen Ausgabe der wissenschaftlichen Zeitschrift „Cammino Diritto“ oder in einer open-source Monographie auf der Website www.camminodiritto.it erscheinen könnte.
Die Debatte sollte sich entlang zweier grundlegender Linien entwickeln:
- Die Erfahrungen von Restorative Justice in unterschiedlichen Rechtsordnungen: Instrumente, Ergebnisse und Kritik;
- die Reformperspektiven in Italien oder in anderen Rechtsordnungen, insbes. unter dem Aspekt der Kompatibilität mit Systemen, die kulturell von diesem Modell entfernt sind.

Jeder Beitrag zur Monographie kann auf Italienisch, Französisch, Spanisch, Deutsch, Englisch und Portugiesisch verfasst werden. Das Abstract soll eine Länge zwischen 300 und 500 Wörter haben und muss bis zum 31.01.2023 an die folgende E-Mail-Adresse gesendet werden: a.delia@camminodiritto.it, redazione@camminodiritto.it; Betreff „Call for Papers Restorative Justice“.
Die zugelassenen Beiträge - mit Mitteilung per E-Mail - müssen bis zum 30.04.2023 an die angegebenen E-Mail-Adressen geliefert werden und dürfen die Länge von 50.000 Zeichen (einschließlich Leerzeichen) nicht überschreiten. Sie müssen gemäß den redaktionellen Kriterien verfasst werden, die auf der Website der „Cammino Diritto“-Zeitschrift veröffentlicht sind. Nach der Lieferung wird jeder Beitrag einem blinden Peer-Review unterzogen, mit der Möglichkeit, Änderungen oder Integrationen beim Autor anzufordern oder den Beitrag in dem Zustand abzulehnen, in dem er formuliert wurde.

Zeitplan und Fristen

  • Frist für die Abgabe der Abstracts: 31. Januar 2023
  • Antwort des wissenschaftlichen Ausschusses: 28. Februar 2023
  • Abgabe des vollen Beitrags: 30. April 2023
  • Annahme/Ablehnung oder Änderungsantrag nach Double-Blind-Peer-Review: 30. Juni 2023
  • Abgabe des Beitrags nach eventueller Änderungsanfrage: 15. Juli 2023